Una sezione femminile a La Stampa

Una sezione femminile a La Stampa

Investimento di 3 milioni per creare 11 posti per le detenute – Il progetto comprende anche interventi a favore dei reclusi anziani e disabili

Una nuova sezione femminile verrà realizzata al penitenziario cantonale la Stampa. Il Consiglio di Stato, mercoledì, durante l’ultima seduta della legislatura, ha licenziato il messaggio all’attenzione del Parlamento. Il progetto è stato presentato dal Dipartimento delle istituzioni per rispondere alle esigenze sviluppatesi nell’ambito dell’esecuzione della pena. Soluzioni sono previste anche per i detenuti anziani e quelli con disabilità fisica e motoria.
L’ala femminile conterà 11 posti, tra cui una cella madre-bambino (per figli fino a 3 anni), per soddisfare adeguatamente le necessità delle recluse.
La realizzazione del progetto costerà circa 3 milioni di franchi. Stando alle prime stime, dal momento dell’approvazione del credito da parte del Gran Consiglio, la costruzione richiederà 20 mesi di cantiere. I lavori comprenderanno anche interventi edilizi globali.
La nuova sezione permetterà al Ticino di risparmiare i costi sostenuti per le carcerazioni oltralpe e di accogliere detenute di altri cantoni.

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Una-sezione-femminile-a-La-Stampa-16134109.html

Da www.rsi.ch/news

****

Verso la sezione femminile e la ‘Sicurezza dinamica’
Undici celle per donne, compresa una madre-bambino

Via libera alla realizzazione e alla messa in funzione della nuova Sezione femminile al Penitenziario cantonale La Stampa: il Consiglio di Stato ha licenziato il messaggio accogliendo il progetto del Dipartimento delle istituzioni. Un progetto che contempla pure l’adeguamento degli spazi da destinare a detenuti anziani e a quelli con disabilità fisica o motoria e che mira a rispondere all’evoluzione della società anche nell’ambito dell’esecuzione della pena. Sono previsti 11 posti cella dedicati alle detenute donne, compresa una cella madre-bambino. L’impostazione è stata delineata dalla Divisione della giustizia del Dipartimento delle istituzioni, con le Strutture carcerarie cantonali, l’Ufficio dell’assistenza riabilitativa e il Servizio medico carcerario. Si prevedono la realizzazione delle opere di ristrutturazione e di sicurezza al carcere. Nel messaggio governativo, sono inoltre contemplati gli interventi edilizi. La nuova Sezione femminile soddisfa in maniera adeguata le esigenze delle donne in regime di detenzione chiuso e delle detenute con figli fino a tre anni. Dopo il necessario via libera del Gran Consiglio e la concretizzazione di questi propositi, saranno limitati allo stretto indispensabile i collocamenti delle detenute ticinesi nelle carceri di altri cantoni.
La creazione di una Sezione femminile in una struttura di esecuzione pena maschile, scrive il Consiglio di Stato, “trova quale presupposto imprescindibile l’approccio che concretizza il concetto di “Sicurezza dinamica”, in uso a livello internazionale nel settore che attribuisce un ruolo fondamentale alle relazioni tra gli operatori penitenziari in generale (agenti di custodia, operatori sociali, servizio medico carcerario, terapeuti, insegnanti ecc.) e le persone detenute”. Lo scopo è quello di rafforzare la prevenzione e la sicurezza nell’esecuzione di sanzioni penali.

L’investimento è di tre milioni di franchi
L’investimento complessivo per lo Stato è quantificato in circa 3 milioni di franchi, compresi gli interventi edilizi globali e le risorse necessarie per il funzionamento della nuova Sezione femminile, con tempistiche di realizzazione stimate di 20 mesi dal momento dell’approvazione del credito da parte del Gran Consiglio. Da tale investimento, in termini finanziari, deriverà per il Cantone un indotto positivo pari a circa 1,5 milioni di franchi, considerando sia la diminuzione dei costi attualmente sostenuti per l’esecuzione della pena delle detenute in altre carceri svizzere, sia il potenziale aumento dei ricavi derivanti dal collocamento in Ticino di detenute provenienti da altri cantoni.
Un messaggio, quello del governo, che si spinge addirittura oltre quanto richiesto dalla Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione, che aveva espresso, in più occasioni, la volontà di rispondere alle esigenze delle donne detenute e delle necessità attuali e future. La direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti chiarisce che «si è fatto in modo di adeguare la futura struttura carceraria, con misure di carattere logistico e gli spazi per i detenuti anziani e quelli disabili». Le motivazioni del corposo messaggio del governo evocano proprio “la tendenza futura che si traduce con una presenza media maggiore di detenuti donne e anziani come pure detenuti con disabilità fisiche o motorie”. Un’evoluzione e una sfida, queste, che sono legate “alla trasformazione della nostra società che vede anche le donne commettere più reati come pure, contestualmente all’invecchiamento della popolazione, aumentare la criminalità delle persone sopra i 60 anni”.
Nel messaggio viene altresì evidenziato che “il mantenimento dello status quo implichi, dal profilo finanziario, il consolidamento delle spese a carico dello Stato derivanti dai collocamenti delle detenute in strutture fuori Cantone, quantificato attualmente in un importo di 800’000 franchi annuali (sulla base del consuntivo 2022). Un dato che, con un orizzonte su 10 anni, si traduce in una spesa globale di 8 milioni di franchi a carico dello Stato per la gestione, con l’impostazione attuale, della popolazione carceraria femminile”.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 30 marzo 2023 de La Regione

****

Sezione femminile C’è il via libera dell’Esecutivo
Licenziato il messaggio che prevede la creazione di 11 celle riservate alle donne – ll costo è di 3 milioni

Il progetto per la creazione di una sezione femminile alla Stampa ha incassato ieri il via libera del Consiglio di Stato. La nuova sezione femminile, come avevamo anticipato (si veda l’edizione del 13 marzo, a pagina 2) sarà composta da 11 posti cella riservati alle detenute, compresa una cella madre- bambino, «con l’obiettivo di accogliere in maniera adeguata le esigenze delle donne in regime detentivo chiuso, oltre che di madri con figli fino ai 3 anni, nonché di limitare allo stretto indispensabile i collocamenti fuori cantone ». Ricordiamo infatti che il Ticino attualmente non dispone di un carcere femminile ( la struttura era stata chiusa nel 2008) e le donne incarcerate sono costrette a scontare la pena al carcere giudiziario della Farera o in due strutture fuori cantone. Dal profilo logistico, i costi di realizzazione si aggirano attorno a un milione e 250 mila franchi. Ma la creazione di una sezione femminile comporterà soprattutto il reclutamento di personale. Stando al Dipartimento delle istituzioni, serviranno 7 agenti di custodia in più. Inoltre, occorreranno almeno cinque persone per l’ambito socio-educativo e amministrativo. Il tutto, per un costo stimato di quasi 1,8 milioni. Complessivamente, quindi, per creare la nuova sezione serviranno circa 3 milioni di franchi. Per quanto riguarda le tempistiche di realizzazione, invece, secondo il Governo occorreranno circa 20 mesi dal momento dell’approvazione del credito da parte del Gran Consiglio. «L’investimento – sottolinea l’Esecutivo -, in termini finanziari, consentirà di generare un indotto positivo per il Cantone pari a circa 1,5 milioni di franchi, considerando sia la diminuzione dei costi attualmente sostenuti per l’esecuzione della pena delle detenute in altri carceri svizzeri, sia il potenziale aumento dei ricavi derivanti dal collocamento in Ticino di detenute provenienti da altri cantoni».
Oltre alla creazione di una sezione per le detenute, il messaggio governativo prevede anche una serie di ammodernamenti pensati per i detenuti anziani e con disabilità motoria.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 30 marzo 2023 di CdT.