Un’icona del cinema a Palazzo nel giorno di Michele Guerra

Un’icona del cinema a Palazzo nel giorno di Michele Guerra

L’attore italiano Giancarlo Giannini a Bellinzona per l’elezione del leghista a primo cittadino. Il neopresidente: ‘Per celebrare l’italianità della Svizzera italiana’

Una leggenda del cinema mondiale a Palazzo delle Orsoline. Nel giorno che ha visto il leghista Michele Guerra diventare presidente del Gran Consiglio – 79 voti a favore sulle 87 schede distribuite – a rubare la scena è stato l’attore, regista e doppiatore, nonché amico personale del neoeletto primo cittadino, Giancarlo Giannini. «Ci siamo conosciuti per caso in un ristorante a Roma. Lui era vestito un po’strano, quasi un tirolese. E io glielo dissi, “ma chi è lei?”», spiega Giannini davanti a deputati e giornalisti, tutti decisamente stupiti di vedere in aula un pezzo da novanta del cinema mondiale. Una presenza, quella della leggenda del grande schermo, voluta dallo stesso deputato leghista per, citiamo, «celebrare l’italianità della Svizzera italiana». L’attore, doppiatore e regista italiano nella sua lunga carriera ha interpretato un ampio ventaglio di personaggi aggiudicandosi numerosi premi: sei David di Donatello, sei Nastri d’argento e cinque Globi d’oro. Oltre a essere stato candidato all’Oscar come migliore attore, nel marzo 2023 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles.

‘Per caso in un ristorante a Roma’
Giannini ha preso la parola dopo il discorso di insediamento di Guerra – zeppo di metafore astronomiche e riferimenti storici –, portando in aula il monologo di Marco Antonio dal ‘Giulio Cesare’ di Shakespeare. Monologo, definito dall’attore, «interessante per come viene applicata la retorica», scelto per il ruolo ora ricoperto da Guerra, del quale è amico personale, «diventato ormai un leader, uno importante». A margine del suo intervento, l’attore ha spiegato alla stampa il suo rapporto con il neoeletto presidente del Gran Consiglio: «Ci siamo appunto conosciuti in un ristorante a Roma. Lui era molto simpatico, io ero simpatico a lui. Poi ci siamo risentiti per altre cose. Adesso sono qui per la simpatia che abbiamo l’uno per l’altro». Un evento per certi versi storico. «Il Ticino non è luogo che frequento spesso – ammette Giannini –. In Svizzera, seppur generalmente di passaggio, sono venuto comunque diverse volte. Ho recitato anche in un film. Però potrei diventare cittadino svizzero, ora che Michele è un potente presidente, magari glielo chiedo».
Rispetto alla scelta del monologo scritto da Shakespeare, Giannini sottolinea come nel testo sia presente un «bellissimo uso della retorica, attraverso cui Marco Antonio riesce a cambiare tutto e a diventare ciò che è diventato. Poi, chiaro, c’è stato Ottaviano, c’è stata la guerra, lui si è innamorato di Cleopatra e si è suicidato. Gliel’ho detto a Michele – puntualizza –, “stai attento che Marco Antonio si è suicidato”. Però è stato un leader, questo è indiscutibile».
Sul rapporto con la politica l’attore afferma di essere «un anarchico, che non mette le bombe però». E chiarisce: «Mi sento libero, ma qual è la libertà di un uomo? Di avere le idee che ha, di poterle portare avanti, ma anche di cambiarle. A me piace molto leggere. Nel mio intervento ho nominato Cesare, Aristotele, Platone. Basta leggere loro. Loro sapevano tutto e non litigavano mai. Hanno cominciato dialogando». Secondo Giannini, «dialogare è la cosa più bella. La dialettica è ciò che ci permette di andare avanti, di curiosare e di conoscere quello che generalmente gli uomini non conoscono, ovvero il loro divenire. Tutti ci complichiamo la vita. Oggi quello che abbiamo perso è la semplicità della fantasia».

‘Condannare qualunque atto intimidatorio’
Guerra prende il posto della centrista Nadia Ghisolfi che, lasciando la presidenza, ha ribadito la solidarietà dell’Up al deputato Fiorenzo-Dadò, condannando «fermamente l’atto intimidatorio e il vile gesto rivolto al granconsigliere, vittima di minacce e intimidazioni. Qualunque atto intimidatorio – sottolinea – nei confronti di un parlamentare è da condannare. Ogni deputato deve infatti sentirsi libero di esercitare il proprio mandato in sicurezza, con la certezza che la libertà di espressione e di pensiero gli siano sempre garantite. In uno Stato di diritto il rispetto delle persone che si mettono a disposizione della cosa pubblica, svolgendo con impegno e serietà il loro mandato, va sempre tutelato e assicurato». Non solo. «È stato un anno impegnativo – aggiunge poi Ghisolfi –. Il ruolo che ricopriamo qui è molto importante, anche per l’immagine che diamo alla cittadinanza. Ricordiamocelo un po’ più spesso quando interveniamo». In aula sono inoltre stati eletti alla prima e seconda vicepresidenza rispettivamente il liberale radicale Fabio Schnellmann e la socialista Daria Lepori.

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‘Per i problemi manca una cabina di regia’
«Giancarlo e io ci siamo conosciuti a Roma, dove ho trascorso diversi anni durante il mio dottorato. Una persona alla mano e modesta, che fa molte opere di bene. È un mio amico personale e mi ha fatto piacere che sia venuto qui per celebrare questa mia elezione e l’italianità del Ticino, unico Cantone totalmente italofono».
Tornando all’attualità politica, ad attendere Guerra un anno di legislatura che si preannuncia molto impegnativo. A cominciare dal Preventivo 2025 e annessa manovra di rientro. «Anche in passato siamo stati confrontati con tante sfide difficili – afferma il neopresidente del Gran Consiglio–. Ma in quei periodi avevamo una ‘cabina di regia’, si riusciva sempre a comporre delle maggioranze solide. Un esempio su tutti: il risanamento delle finanze iniziato nel 2016, quando bastarono un paio di telefonate per dare il via al processo che portò in pochi anni il Cantone dalle cifre rosse a dei risultati in positivo». Riprende Guerra: «Oggi le sfide ci sono ancora, a essere cambiato è l’approccio. Il parlamento è molto più sfilacciato, frammentato. Trovare le maggioranze non è più così semplice perché non c’è più una ‘cabina di regia’, appunto, che si forma davanti ai problemi». Insomma, per il deputato leghista, «oltre al problema in sé, c’è la difficoltà di trovare un fronte comune per cercare di intervenire». L’auspicio, ripetuto più volte durante il discorso in aula, è che il parlamento «faccia un passo indietro. I deputati devono guardarsi in faccia e capire che serve maggiore collaborazione. Ciclicamente ci sono fasi dove in questo Gran Consiglio abbiamo registrato un clima esageratamente fuori posto. Negli ultimi anni l’atmosfera non è stata più così costruttiva come lo era anche solo cinque o sei anni fa. In parte anche per via di un Legislativo sempre più frammentato». Per raggiungere questo scopo ambizioso un paio di idee Guerra le ha già in mente: «Cercherò di organizzare tante attività aperte e libere a tutti. Non riservate solo all’Up come accade oggi. Lo ripeto, è il mio auspicio: serve una maggiore collaborazione tra i deputati».
In tal senso, Guerra non nasconde di aver assistito durante i tredici anni da deputato «anche a cose che vanno migliorate. Parliamo da anni di sostenibilità, di natura, ma è da quando sono qui che ci riuniamo chiusi senza quasi luce naturale, anche quando fuori splende il sole. Non ho mai visto le tapparelle alzate sui nostri tre finestroni». Ed è alzando queste tapparelle solitamente chiuse che Guerra ha aperto il suo anno da presidente del Gran Consiglio con un auspicio: «Apriamoci maggiormente e lasciamo entrare la luce del sole. Con questa allegoria semplicissima cerchiamo sempre di essere con i piedi piantati a terra, aperti a ciò che sta fuori, ma anche aperti tra di noi».

Articoli pubblicati nell’edizione di martedì 7 maggio 2024 de La Regione

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Da Pollegio passando per Hollywood Michele Guerra eletto primo cittadino

Il leghista è il nuovo presidente del Parlamento cantonale: «Oggi più che mai occorre maggiore armonia e collaborazione» Alla cerimonia il deputato ha invitato in aula il celebre attore italiano Giancarlo Giannini: «La dialettica è ciò che ci permette di andare avanti»
Quale linea sottile collega direttamente la piccola Pollegio, in Leventina, con la più blasonata Hollywood? Semplice: la conoscenza reciproca tra Michele Guerra, vicesindaco del Comune e da ieri primo cittadino del Cantone, e l’attore italiano (tra i più grandi della nostra epoca) Giancarlo Giannini, che nel quartiere di Los Angeles, proprio lungo Hollywood Boulevard, dallo scorso anno ha una stella a cinque punte con il proprio nome inciso sopra.
Poco prima delle 14.00, con un vero e proprio colpo di teatro – fino a pochi minuti dall’inizio della cerimonia nessuno era al corrente di chi fosse l’ospite d’onore – Giannini è infatti apparso lungo i corridoi di Palazzo delle Orsoline, invitato per l’occasione proprio dal deputato leghista Michele Guerra, eletto ieri presidente del Gran Consiglio. Un colpo di teatro, si diceva, anche perché nell’aula del Parlamento, l’attore – che tra i suoi tanti lavori, oltre a prestare la voce ad Al Pacino e Jack Nicholson, può vantare partecipazioni in film di James Bond e a lungometraggi diretti da Lina Wertmüller, Mario Monicelli e Francis Ford Coppola, solo per citare qualche nome – ha letto il celebre monologo di Marco Antonio, contenuto nella tragedia scritta da William Shakespeare Giulio Cesare.

L’importanza del dialogo
«Un bellissimo monologo di Shakespeare – ha poi raccontato l’attore ai media al termine della cerimonia – dove c’è una bellissima retorica, attraverso la quale Marco Antonio riesce a cambiare tutto e a diventare quello che è diventato ». Arte della retorica, del dialogo, che purtroppo stiamo perdendo: «Dialogare è la cosa più bella – ha aggiunto Giannini –. La dialettica è ciò che ci permette di andare avanti, di curiosare e di conoscere quello che generalmente molti uomini non conoscono: il loro divenire. Perché lo complicano. Tutti ci complichiamo la vita. Oggi abbiamo perso la semplicità e la fantasia. Avere la curiosità. Ma come diceva Einstein, se non hai più curiosità, ogni giorno, del tuo divenire, sei come morto».

E di aprirsi agli altri
E della dialettica, dell’importanza di aprirsi al dialogo verso gli altri, soprattutto con chi non la pensa come noi, ha voluto parlare anche lo stesso Michele Guerra nel suo primo intervento ufficiale da primo cittadino del Cantone. « In questi 13 anni ( ndr. siede in Gran Consiglio dal 2011) ho visto anche cose che vanno migliorate », ha spiegato il leghista in un momento del suo discorso. « Parliamo da anni di sostenibilità, di natura. Ma è da quando sono qui che ci riuniamo chiusi senza quasi luce naturale, anche quando fuori splende sole. E, se non in rare occasioni, non ho mai visto le tapparelle alzate sui tre finestroni. Apriamoci quindi maggiormente e lasciamo entrare la luce del sole», ha affermato alzando le tapparelle dell’aula. «E con questa allegoria semplicissima, cerchiamo di essere sempre, con i piedi piantati a terra, aperti a ciò che sta fuori e anche aperti tra di noi».
Il neo-eletto primo cittadino ha inoltre voluto mandare un messaggio ai giovani. Soprattutto a coloro che intendono lanciarsi in politica. «Incoscientemente mi buttai in politica con un’esperienza umilissima in un consiglio comunale. Pensai, come capita a tanti giovani, di aver fatto un errore. Da famiglia ben poco influente contavo come il due di picche. Tanti sforzi, nessun risultato, tante delusioni, tanta polvere da mordere. Ma oggi, e lo dico per i tanti giovani, non posso che vedere l’utilità di quell’esercizio apparentemente inutile. Con me vedevo decine e decine di bravissimi giovani politici, e li vedo ancora oggi, gettare la spugna delusi, magari a tre quarti del percorso. Avevo io qualcosa in più degli altri? No, anzi. Se non magari il gusto. Quando vai in montagna le prime volte fai fatica. Poi sviluppi il gusto e vai avanti. E per me così è stato. Mai mollando, dal terreno sono spuntati i germogli. Nel 2011 a 25 anni eccomi qui in Gran Consiglio. E mai avrei immaginato un giorno di diventarne il presidente. Serva quindi da aiuto ai tanti bravi giovani attivi in tutti gli schieramenti: gli sforzi che sembrano inutili, da semi che muoiono davanti a noi, diventano germogli. E i germogli diventano pianta solida. Basta ave re il gusto di mai smettere di crederci, qualsiasi cosa accada ».

Le sfide davanti a noi
E di pazienza, nonché di apertura al dialogo, ne servirà parecchia quest’anno in Gran Consiglio. Già, perché l’anno di presidenza di Michele Guerra sarà certamente segnato (anche) dalla difficile situazione finanziaria del Cantone e quindi, di riflesso, dal secondo pacchetto di misure di rientro che sarà presentato nei prossimi mesi dal Governo. Tutto ciò, in un clima politico già abbastanza incandescente. Non sarà, detto altrimenti, un anno facile. Come intende affrontarlo Guerra? « Nel passato avevamo tante sfide. Tante quante oggi. Ma avevamo una cabina di regia, si riusciva sempre a comporre delle maggioranza solide – ci ha risposto al termine della cerimonia –. Ricordo il risanamento del 2016. Lo si lanciò facendo tre o quattro telefonate. E nel giro di tre anni cambiò la situazione. Oggi le sfide ci sono ancora, ma è anche diverso l’approccio alle sfide. Perché il Parlamento è molto più sfilacciato, frammentato, e trovare la maggioranza non è più così semplice. Ne consegue che non bisogna avere paura delle sfide. Ma bisogna fare un passo indietro e guardare a tutti i nostri novanta deputati, capendo che è necessaria maggiore armonia e collaborazione ». Perché, ha aggiunto, «se non collaboriamo tutti e novanta non possiamo aiutare questo cantone a trovare soluzioni ». Nel recente passato, ammette poi il primo cittadino, «è vero che il clima non più stato così costruttivo, come lo era anche solo 5 o 6 anni fa. Questo anche a fronte di un Parlamento più frammentato. Ciò ci impone, lo ripeto, di cercare di collaborare maggiormente, in modo costruttivo ».

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 7 maggio 2024 del Corriere del Ticino

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https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/-?urn=urn:rsi:video:2141619

https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/-?urn=urn:rsi:video:2141611

Servizi all’interno dell’edizione di lunedì 6 maggio 2024 de Il Quotidiano

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Michele Guerra eletto presidente del Gran Consiglio

Il deputato leghista succede a Nadia Ghisolfi – Il nuovo primo cittadino sarà festeggiato nella sua Pollegio, ma prima un testimonial d’eccezione, Giancarlo Giannini.
La giornata di Guerra è iniziata con una presa di posizione sul proiettile minatorio inviato lo scorso mese al deputato Fiorenzo Dadò: “L’Ufficio presidenziale ha appreso con profonda indignazione dell’atto intimidatorio e lo condanna fermamente. Questo vile gesto oltre che offendere il deputato e anche un’offesa rivolta a tutte le Istituzioni”, ha detto la presidente uscente del Gran Consiglio, Nadia Ghisolfi, in apertura della seduta dedicata al rinnovo dell’Ufficio presidenziale.
Si è passati quindi alla votazione con la Lega dei ticinesi che ha proposto Michele Guerra (attuale primo vice presidente) per raccogliere il testimone da Ghisolfi. Il gruppo PLR ha invece proposto Fabio Schnellmann (quale I vice presidente) e il gruppo PS Daria Lepori (quale II vice presidente). L’elezione di Guerra è stata annunciata dalla presidente uscente: “Presidente Michele Guerra con 79 schede e voti”, ha sottolineato Ghisolfi.
“Mi fa un po’ strano dopo 13 anni di servizio dover intervenire senza rivolgermi a un presidente”, ha detto il neoeletto -. “Oggi nominiamo per la 431esima volta un presidente e il 233esimo deputato chiamato a diventarlo. Questo passaggio segna, anno dopo anno, la continuazione di una linea costante, democratica, ordinata nel tempo che parte nel maggio 1803 con la prima riunione di questo Gran Consiglio presso la Galleria dei benedettini a Bellinzona e che non si spezza neanche nei momenti storici più difficili”.

Il monologo dell’amico Giancarlo Giannini
I festeggiamenti per il primo cittadino del Cantone continueranno nel suo comune, Pollegio, dove si terranno i discorsi ufficiali e anche un breve spettacolo di Giancarlo Giannini, ospite speciale dell’evento. L’attore italiano ha pure tenuto un breve discorso nell’aula del Gran Consiglio. Il monologo di Marco Antonio, per la precisione, tratto dal “Giulio Cesare” di Shakespeare. L’artista, 81enne, intervistato dalla RSI, ha spiegato di essere “amico di Michele da parecchio tempo. Abbiamo amici comuni e ci siamo conosciuti in un buon ristorante di Roma, che non nomino per non fare pubblicità. Mi piaceva fare questo monologo perché è legato alla figura del leader. Scherzando gli ho detto che quello, Marco Antonio, ha fatto una brutta fine”. Quanto alla singolare scelta di un elogio funebre per l’occasione, l’attore se ne esce così: “Ma io sono vivo, Guerra è vivo, mentre Marco Antonio è morto da parecchio”.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Michele-Guerra-eletto-presidente-del-Gran-Consiglio–2141346.html

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La ricetta di Guerra: “Serve armonia. Farò team building”
Tra un tuffo negli archivi, “sono il quarto leventinese degli ultimi 110 anni”, e uno sguardo al futuro, le prime parole del neoeletto presidente

“Ho scoperto che sono il 233esimo presidente del Gran Consiglio e la 431esima nomina dal 1803 a oggi, perché una volta si nominavano anche tre presidenti per anno”. Inizia con i numeri degli “annales” del Parlamento ticinese l’intervista a caldo con nuovo presidente del Gran Consiglio ticinese.
“Negli archivi storici – continua il 38enne deputato Michele Guerra – abbiamo anche scoperto che negli ultimi 110 anni ci sono stati solo altri tre leventinesi: il dottor Bruno Legobbe, Erto Paglia e Norman Gobbi e quindi io sono quarto. Se poi risaliamo addirittura al 1803 da quello che riportano gli archivi, dovrei essere l’undicesimo leventinese. Sono tutte cose importanti, perché ti ricollegano al passato e a quei principi che hanno fatto nascere il nostro Cantone. Quindi libertà, uguaglianza, fratellanza nello spirito di uno per tutti e tutti per uno. Il legame alla Leventina da parte mia è forte, spero quindi di poterla rappresentare bene. Come spero di rappresentare bene tutte le cittadine e tutti i cittadini del Cantone”.

L’ha detto anche adesso e l’ha ricordato nel suo discorso, per lei la storia è molto importante. Infatti è anche noto per alcune citazioni dotte, filosofiche, ma anche ironiche. Ora presiede un Gran Consiglio che più di una volta è stato litigioso e caotico. Come riuscirà a mantenere ordine e rispetto?
“Ma se andiamo a vedere nella storia, ad aver permesso le decisioni importanti, c’è sempre stato un elemento, e cioè l’armonia. L’armonia dovrà essere trovata soprattutto oggi che il Parlamento è confrontato a sempre più sfide, ma è un Parlamento sempre più sfilacciato. E quindi se una volta di fronte alle sfide complesse una cabina di regia, una maggioranza la si trovava, oggi ecco che anche solo trovare una convergenza per affrontare i problemi si fa complesso”.

Qual è quindi la sua ricetta?
“Come ho detto nel mio discorso, al posto che fare come è stato fino ad oggi, attività aperte al solo Ufficio presidenziale, mi permetterò di fare attività libere, aperte a tutti i 90 deputati, anche in ottica di ‘team building’, nell’ottica di valorizzare le idee di ognuno. L’augurio è che creando maggiore armonia si possa poi trovare le convergenze giuste per affrontare in modo coeso i problemi. Io ci spero. Staremo a vedere se ce la faremo, ma comunque la storia ce lo insegna. Solo uniti si vince. E la storia dobbiamo a un certo punto anche renderla fiera di noi”.La festa per il primo cittadino ticinese Michele Guerra si è dunque tenuta, lunedì sera, a Pollegio, il suo comune di origine dove tra l’altro è municipale e vicesindaco. La festa è così tornata in Leventina, dopo che nel 2008 era già stata festeggiata la presidenza del Gran Consiglio di Norman Gobbi. Mentre per un primo cittadino di Pollegio bisogna tornare al 1999, con Erto Paglia.
I discorsi ufficiali sono stati aperti dal sindaco di Pollegio e socialista Igor Righini: “Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei tenuto un discorso per Michele Guerra, per un leghista, non ci avrei creduto” ha esordito. E ha poi aggiunto: “Io a sinistra e lui a destra, abbiamo imparato a trovare delle convergenze per il bene del nostro comune”.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/La-ricetta-di-Guerra-%E2%80%9CServe-armonia.-Far%C3%B2-team-building%E2%80%9D–2141523.html