Un’orchestra al servizio di un Paese sicuro

Un’orchestra al servizio di un Paese sicuro

Egregi signori, Gentili signore,
è per me un onore partecipare a questa importante conferenza nella mia duplice veste di Consigliere di Stato del Canton Ticino e di Presidente della Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP).
La sicurezza è un bisogno fondamentale dell’essere umano e figura tra i compiti fondamentali di ogni Stato, il garantirla ai propri cittadini. Tanto fondamentale, che pure un politico molto orientato alla deregolamentazione e alla privatizzazione, ebbe ad affermare:
“Il Governo esiste per proteggerci gli uni dagli altri. Dove il Governo è andato oltre i suoi limiti è nel decidere per proteggerci da noi stessi”. Sono parole di Ronald Reagan, 40. Presidente degli Stati Uniti d’America.
L’importanza della sicurezza si evince già dalla sua etimologia latina: sine cura, ovvero senza preoccupazione. Vivere senza preoccupazione, nell’ambito della protezione del cittadino, significa poter contare su una rete integrata per la sicurezza coordinata a livello nazionale in grado di far fronte ad eventi prevedibili ed imprevedibili, fondata su una comune visione e strategia. Nel modello federale svizzero possiamo contare su diversi attori, i quali in situazioni di crisi entrano in gioco con responsabilità e mezzi propri; per questo motivo è basilare una coordinazione a tutti i livelli, in maniera da leggere lo stesso spartito ed seguire il ritmo impartito dal direttore d’orchestra.
E il compito della RSS è proprio quello di fungere da direttore d’orchestra, il cui compito è però di concordare lo spartito d’intervento con la Confederazione ed i Cantoni. Facciamo tutti parte di questa grande orchestra che suona una sinfonia rassicurante nel tutelare la Svizzera ed i suoi cittadini durante una crisi. Disponiamo di eccellenti musicisti quali le forze di primo intervento delle cosiddette “luci blu”, la Protezione Civile e l’Esercito. Partner tutti basilari ed essenziali su diversi livelli: Polizia, Pompieri e Servizi sanitari per far fronte ad eventi ordinari; Protezione Civile per eventi straordinari ed Esercito quale mezzo strategico – con importanti risorse umane e materiali – nel garantire alla nostra popolazione un grado di sicurezza adeguato ed un celere ripristino delle condizioni minime vitali.
La RSS in tal senso è un indispensabile “trait d’union” tra la Confederazione e i singoli Cantoni, che dovrà essere capace di mediare tra i vari partner per costituire una partitura condivisa nella gestione di situazioni di crisi.

Aspettative nei confronti della Confederazione
Un sistema fortemente improntato all’organizzazione federalistica del nostro Paese, in caso della gestione di una crisi, può essere il nostro miglior alleato o al contrario il nostro peggior nemico. Ciò dipende dalla capacità di coordinarsi e dalla volontà di cooperare dei partner a livello federale, intercantonale e cantonale. Tale coordinazione risulta indispensabile per poter sviluppare sinergie tra i vari organi di condotta cantonale con le relative Polizie cantonali, Servizi cantonali del militare, della Protezione della Popolazione e della Protezioni Civile, la moltitudine di corpi dei Pompieri e di Servizi sanitari e tutti i partner che in queste situazioni vengono chiamati all’opera.
Dalla lunga serie – non esaustiva -appena esposta, ben si comprende l’importanza e la necessità del ruolo della RSS quale mediatore e direttore d’orchestra nella gestione di unasituazione di crisi. È tuttavia importante che il meccanismo di consultazione e di coordinamento della RSS sia equamente bilanciato tra esponenti della Confederazione e dei Cantoni, in maniera che questi ultimi non si sentano sottorappresentati. E altrettanto importante è che la RSS non voglia sostituirsi, in qualità di direttore d’orchestra, ai singoli attori operativi e politici, in quanto – proprio nel rispetto della nostra struttura federale – dobbiamo mantenere le singole competenze decisionali al giusto livello, ma ovviamente orchestrando affinché il tutto suoni e funzioni nel modo migliore in termini di efficacia ed efficienza.
È altresì fondamentale che le interfacce della RSS e dei Cantoni (Consigliere di Stato o responsabile cantonale del militare) siano sempre le stesse. In questo modo sarà possibile consolidare la collaborazione durante le riunioni e durante gli esercizi sul terreno, creando un “ésprit de corps” e come dicono i nostri amici svizzero tedeschi “in der Krise, Köpfe kennen”. Per gestire bene una crisi, è fondamentale definire chiaramente le competenze: la RSS deve interfacciarsi con il Consiglio federale, mentre il Direttore del Dipartimento di un Cantone ha il doppio ruolo di coordinare le proprie risorse cantonali e al contempo di interfacciarsi con la RSS. Anche all’interno delle cellule di crisi cantonali, la leadership operativa deve essere retta da uno stato maggiore, il quale avrà la responsabilità di coordinare le attività dei differenti partner coinvolti.
Fondamentale sarebbe anche definire una struttura base delle formazioni di Protezione Civile, la quale potrebbe essere definita direttamente dalla Confederazione. Un’istruzione unitaria – così come già avviene per il militare – garantirebbe pure una migliore efficacia sul terreno e favorirebbe una collaborazione intercantonale ancora più performante, oltre che mirare ad un’unità di dottrina i cui benefici sono facilmente comprensibili. Permettetemi ora una piccola parentesi: in vista della votazione del 22 settembre, non posso che ribadire l’importanza del continuo e proficuo travaso di competenze del “cittadino-soldato” e del “cittadino-milite della Protezione Civile” dal settore civile a quello della milizia. Unicamente con l’obbligatorietà a servire la milizia si può garantire il buon funzionamento dell’Esercito e della Protezione Civile nella tutela del nostro Paese. Per i Direttori cantonali responsabili degli affari militari, della protezione civile e dei servizi pompi eristici, il voto di questo mese ricopre un’importanza strategica e la nostra opinione è stata chiaramente espressa nell’assemblea annuale della primavera scorsa, con un chiaro NO all’iniziativa del GSsE.

Aspettative nei confronti dei Cantoni
I Cantoni devono saper mediare tra i propri differenti interessi regionali per raggiungere una posizione collegiale. Per costituire una voce forte ed autorevole, rapida e senza ridondanze, i Cantoni devono essere compatti e – in perfetto spirito federale – perseguire ciò che li unisce, piuttosto che enfatizzare ciò che li divide.
Il sistema federalistico, con tutti i suoi pregi, ha comunque i suoi limiti quando si tratta di razionalizzare le risorse da mettere in campo, pianificare gli investimenti futuri e garantire l’unità di dottrina. Risulta pertanto necessario migliorare le sinergie e ottimizzare le risorse. L’ideale sarebbe di far coincidere le strutture cantonali di Polizia, di Protezione della popolazione e dell’Esercito favorendo una collaborazione ancor più efficiente. Il Rapporto sulla PCi 2015+ in tal senso è molto incoraggiante e permetterà, qualora approvato dalle Camere federali, una miglior coordinazione di risorse umane e materiali a disposizione.
L’organizzazione degli stati maggiori di condotta cantonale in caso di crisi, dovrebbe poter contare su uno stato maggiore specialistico, adattabile in relazione alla specifica minaccia. Con una struttura flessibile, ma ancorata su un nucleo centrale che assicura la base di condotta, si adatterebbero meglio le competenze in relazione alle minacce e l’intervento sarebbe ancora più efficiente ed efficace.
Determinanti saranno quindi i prossimi passi intrapresi da ogni singolo Cantone, i quali dovranno essere sostenuti, ed a volte imposti, dalla Confederazione in modo da poter razionalizzare le risorse per il bene comune, ridefinire le catene di comando e concentrare i propri mezzi principalmente sulle future minacce.
Per i Cantoni è basilare poter contare in ogni momento sulla prontezza garantita dall’Esercito e dall’immediato aiuto fornito dalla Protezione Civile; prontezza attuabile unicamente qualora le risorse umane, materiali ed infrastrutturali fossero garantite su tutto il territorio svizzero. Bisognerà invece evitare di sperperare le forze sussidiarie in campo, per compiti pur importanti, ma non di competenza dell’Esercito o della Protezione Civile.

Conclusione
Per terminare, ribadisco che molto è stato fatto per avere un’orchestra efficiente e coesa al servizio della sicurezza del nostro Paese. Si tratta ora – in questa fase pilota della RSS – di continuare ad esercitarsi e far pratica sul terreno per migliorare le nostre prestazioni: l’esercizio in stato di crisi sotto l’egida del RSS previsto nel 2014 potrà quindi aiutarci a scoprire i punti forti di questa interfaccia Confederazione-Cantoni e a svelarne di altri; il tutto andrà poi migliorato grazie ad attenti After Action Revue, unitamente alle conseguenze tratte dall’esperienza, lesson learned, mirati e trasparenti per meglio prepararsi ad interventi che potrebbero ripetersi in altri luoghi ma in circostante simili.
L’analisi approfondita degli eventi occorsi, così come i molteplici esercizi e simulazioni, ci permetterà dunque di perfezionare il ritmo impartito dalla direzione d’orchestra ai vari musicisti seguendo uno spartito comune, in modo da produrre un’armoniosa sinfonia al servizio di una Svizzera sicura.
Vi ringrazio.

Discorso pronunciato dal COnsigliere di Stato Norman Gobbi in occasione della 1. Conferenza rete integrata Svizzera per la sicurezza
Lucerna, 3 settembre 2013

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