“Dopo anni e anni di attesa magari è la volta buona”

“Dopo anni e anni di attesa magari è la volta buona”

Accordo fiscale per i frontalieri

La notizia è rimbalzata da Roma questa settimana in concomitanza con la presenza nella capitale italiana della presidente del Consiglio federale Simonetta Sommaruga. Alcune dichiarazioni hanno lasciato intendere che entro la fine di quest’anno potrebbe essere finalmente firmato l’accordo sulla tassazione dei frontalieri. Sentiamo il consigliere di Stato Norman Gobbi: “Mi auguro che davvero ciò possa avvenire. Dal 2015 sul piano tecnico l’accordo è pronto. Come è noto questo nuovo accordo permette al Ticino di avere maggiori introiti fiscali legati alla presenza dei lavoratori frontalieri. Se li proiettiamo su questi ultimi 5 anni fanno circa 70 milioni di franchi in totale”.
Che cosa ha dato secondo lei una spinta affinché oggi ci sia una speranza in più verso il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri? “Credo – afferma Norman Gobbi –  che ci siano diversi fattori che abbiano dato una spinta positiva per la firma dell’accordo. Cito, per esempio, la lettera congiunta inviata a Roma da Regione Lombardia e Canton Ticino, ma anche la perizia che abbiamo fatto fare dall’Università di Lucerna sulla possibilità di disdetta unilaterale dell’accordo del 1974. Inoltre la collaborazione transfrontaliera, anche attraverso la Regio Insubrica, ma pure con l’azione del Consiglio di Stato, sta migliorando e portando frutti positivi. Questo è quanto di positivo abbiamo fatto in Ticino. Tutto il resto è il lavoro svolto dalla Confederazione. Senza dimenticare – come ha sottolineato la presidente del Consiglio federale Signora Sommaruga – che ormai il primo ministro Conte è il leader con cui la Svizzera ha potuto trattare per più anni in questo ultimo periodo. Se l’interlocutore non cambia anche le trattative possono fare progressi, senza la necessità di dover sempre ritornare ai piedi della scala”.

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Intanto il Governo giovedì ha presentato i preventivi per il 2021. E, come era immaginabile, sono previsioni in rosso. Il deficit calcolato per l’anno prossimo è di 230 milioni di franchi. “La crisi legata al coronavirus – afferma il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi –  è stata, come ho più volte detto, in una prima fase d’ordine sanitario. Ma successivamente si è trasformata in crisi economica e finanziaria. La situazione è seria e occorre una presa di coscienza da parte della politica. Governo e Parlamento dovranno agire di concerto per evitare il peggio. In questo senso giovedì ho annunciato un incontro tra il Consiglio di Stato e i partiti di Governo per analizzare questa situazione e indicare assieme i correttivi e le misure da introdurre guardando agli anni 2022 e 2023”, conclude il direttore del Dipartimento delle istituzioni.