Paesaggio dell’anno 2025, premiata la Val Bavona

Paesaggio dell’anno 2025, premiata la Val Bavona

Il riconoscimento alla valle ticinese per la conservazione del paesaggio e la risposta alla catastrofe del 2024 – Rösti: “Ciò che è avvenuto qui è fuori dal comune”

A quasi un anno dalla tempesta che ha sconvolto l’alta Valle Maggia, causando la morte di sette persone e la scomparsa di un’altra nella notte tra il 29 e il 30 giugno, la Val Bavona è stata nominata Paesaggio dell’anno 2025. Il riconoscimento è stato conferito sabato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio al Comune di Cevio e alla Fondazione Valle Bavona, durante un evento ufficiale tenutosi a Cavergno.
Alla presenza del consigliere federale e ministro dell’Ambiente Albert Rösti, è stato sottolineato il ruolo fondamentale dell’impegno locale nella salvaguardia del paesaggio. “Senza l’impegno delle popolazioni locali, oggi non avremmo celebrato questo premio”, ha dichiarato. Ai microfoni del Quotidiano, Rösti ha anche espresso il suo stupore per l’entità della distruzione causata dalla tempesta: “È davvero impressionante la quantità di materiale che è scesa a valle. Sono io stesso un montanaro, sono originario dell’Oberland bernese e conosco i movimenti che può fare la montagna. Ciò che è avvenuto qui l’anno scorso è davvero fuori dal comune”.
Nel suo discorso elogiativo, la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio ha riconosciuto in particolare “l’impegno decennale della fondazione e della popolazione locale per la conservazione del paesaggio”. Questo lavoro costante ha rafforzato il legame tra gli abitanti e la loro valle, contribuendo alla nascita di una comunità resiliente e profondamente radicata nel territorio.
Roland David, responsabile del Dipartimento forestale del Canton Ticino, ha spiegato che non è più possibile affidarsi alle statistiche per prevedere la probabilità di eventi estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. È necessario tenerne conto durante la ricostruzione e prepararsi alla possibilità di nuove catastrofi naturali.
Anche Franziska Schmid, esperta di rischi naturali, ha ribadito l’importanza della solidarietà e della consapevolezza collettiva: “Dobbiamo renderci conto di quanto siamo vulnerabili come società e partire da lì per trovare soluzioni e diventare più resilienti in futuro”. Ha inoltre ricordato che il paesaggio della Val Bavona, purtroppo, non tornerà mai più com’era prima.

Ribadito il no al fondo per le catastrofi
Sul fronte del sostegno finanziario, Rösti ha indicato che la Confederazione è pronta a fare la sua parte: “In Ticino vediamo che i comuni hanno costi supplementari per circa 20 milioni di franchi, e se il Cantone coprirà la metà di questi costi, allora la Confederazione è pronta a partecipare con l’altra metà. Questa è la volontà del Consiglio federale, ora in merito deve decidere il Parlamento”.
Quanto alla possibilità di creare un fondo nazionale per le catastrofi, Rösti ha precisato che il Consiglio federale non intende rivedere l’intero sistema di gestione delle emergenze: “Oggi il sistema prevede che intervengano prima i comuni, poi in caso di necessità il Cantone e infine la Confederazione. Questo funziona molto bene e non mi aspetto ogni anno un avvenimento come quello verificatosi qui l’anno scorso”.
Il premio, dotato di 10’000 franchi, ha l’obiettivo di sostenere progetti che valorizzano e proteggono il paesaggio, ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica sul suo valore. In questo senso, la Val Bavona rappresenta oggi un esempio virtuoso di come la cura del territorio possa diventare un motore di rinascita, anche dopo una tragedia.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Paesaggio-dell%E2%80%99anno-2025-premiata-la-Val-Bavona–2852954.html

(Immagine: www.sl-fp.ch)

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‘Mai visto nulla di simile’, Albert Rösti in Val Bavona
Il consigliere federale Albert Rösti era presente sabato alla consegna, a Comune e Fondazione Bavona, del premio ‘Paesaggio dell’anno 2025’

«Sono estremamente impressionato da cosa è successo in Valle Bavona. Sono anch’io originario di un Comune di montagna, Kandersteg, nell’Oberland bernese e so cosa vuol dire dover convivere con le difficoltà della natura essendo nato in una famiglia di alpigiani, ma quanto ho visto qui ha davvero dell’incredibile». Sono parole del consigliere federale Albert Rösti, giunto sabato in Vallemaggia per presenziare, di persona, alla consegna, al Comune di Cevio e alla Fondazione Valle Bavona, del prestigioso premio ‘Paesaggio dell’anno 2025’ assegnato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (Fstp). Un riconoscimento che sensibilizza e avvicina i cittadini e le istituzioni ai valori della salvaguardia del territorio. Un territorio particolare come quello della Valle Bavona, devastato dalla terribile alluvione di fine giugno 2024 e che ora sta vivendo, a quasi un anno di distanza da quei tragici eventi, la delicata fase della monumentale ricostruzione. Un valore essenziale per lo sviluppo consapevole della vallata che si vuole trasmettere soprattutto alle nuove generazioni e che ha portato, in dote, l’ambito riconoscimento.

Più aiuti, ’la decisione spetta al Parlamento’
Il capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha rivolto parole di ringraziamento alla popolazione indigena e alle istituzioni per quanto fatto in questi mesi. Più volte interpellato sulla questione degli aiuti economici promessi da Berna, ha ricordato come la decisione debba passare dal Parlamento, assicurando tuttavia che Berna e Ticino si divideranno a metà l’importo da donare ai Comuni di Cevio e Lavizzara. «Eventi del genere – ha proseguito Rösti – saranno sempre più frequenti in futuro. Con i pericoli della natura saremo sempre chiamati a convivere. Il nostro sistema di risposta alle catastrofi, che prevede dapprima l’intervento dei Comuni, in seguito dei Cantoni e, infine, della Confederazione è un modello che funziona. La popolazione svizzera non ama le decisioni calate dall’alto e anche in caso di necessità l’attuale procedura di aiuto rappresenta un’ottima risposta. La sicurezza della popolazione svizzera sarà sempre una priorità del Consiglio federale anche in futuro». A coloro che, come soluzione al problema, suggeriscono l’abbandono di quelle zone discoste del territorio nazionale ritenute troppo a rischio, la risposta del consigliere federale è stata lapidaria: «La Svizzera per 2/3 è costituita da montagne e valli, se dessimo ascolto alla richiesta dovremmo costringere la popolazione ad andarsene altrove. Dobbiamo invece aiutare queste zone alpine attraverso un incremento delle misure di prevenzione, monitorando il territorio e dotandolo delle necessarie protezioni grazie anche alle nuove tecnologie».

‘La coesione elemento fondamentale della nostra sopravvivenza’
La consegna del premio è stata preceduta da tutta una serie di interventi. Il consigliere di Stato Norman Gobbi, presentatosi come rappresentante del Governo e come «uomo di valle e semplice cittadino» ha da parte sua ricordato l’impegno dell’autorità cantonale sin dalle prime ore della disgrazia, rassicurando i presenti del fatto che «noi ci saremo sempre!». Gobbi ha pure evidenziato il lavoro di raccolta fondi portato avanti dalla Commissione indipendente per il coordinamento delle donazioni con la Catena della solidarietà (altri 400mila franchi sono in arrivo), lodando la generosità e il pragmatismo della popolazione ticinese nei più svariati ambiti (durante la pandemia e la guerra in Ucraina, ad esempio). Infine ha definito «la coesione come elemento fondamentale per la sopravvivenza della Svizzera; dobbiamo stringerci gli uni agli altri, superare le paure e trovare il coraggio di ricostruire». Il microfono è in seguito passato a Kurt Fluri, presidente della Fstp, il quale ha portato esempi storici e virtuosi di lotte a difesa e valorizzazione dell’ambiente (come il caso della cascata di Foroglio, minacciata da un progetto di sfruttamento delle acque). Gianni Roberto Rossi, presidente del Cda di Migros Ticino (il riconoscimento è donato dalla Federazione delle cooperative Migros, ndr), ha spiegato come la cooperativa regionale si sia messa subito a disposizione nelle ore successive alla catastrofe per cercare di aiutare la popolazione e il territorio ferito, complimentandosi col prezioso lavoro svolto sin dalla sua istituzione, nel 1983, della Fondazione Bavona, impegnata a difesa del comprensorio, della sua cultura e delle sue peculiarità naturalistiche. «Migros Ticino è orgogliosa della scelta di assegnare alla Fondazione questo premio – ha concluso – È la dimostrazione della stima dimostrata per questo stupendo territorio». Tra i relatori, anche l’ex direttore della Fstp, Raimund Rodewald, che in entrata ha reso omaggio alle donne («non me ne vogliano gli uomini, ma sono loro la forza della valle»); in questa giornata di festa Rodewald ha voluto ribadire tutto l’apprezzamento per l’operato della Fondazione Bavona, definendolo «un modello da seguire per tutta la Svizzera». Prima di congedarsi ha esortato i valmaggesi a «non mollare mai, noi vi sosterremo!».

‘Immaginare un futuro con radici salde’
Da ultimi, ma non per ultimi, i ‘padroni di casa’. Dapprima Wanda Dadò, sindaca di Cevio, la quale ha formulato i ringraziamenti di rito alle istituzioni, mettendo in rilievo come «la tragedia abbia fatto emergere una tale forza della collettività che non credevamo di avere. La Bavona è un bene prezioso per tutta la Svizzera. Il premio odierno ci dà la forza per immaginare un futuro con radici salde». Infine Lorenzo Dalessi, presidente della Fondazione Bavona, ha parlato della nascita di questo ente inserito nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale («un paesaggio fragile che i cambiamenti climatici mettono alla prova»).

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 26 maggio 2025 de La Regione

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«Capisco le sfide della Bavona, colpita da un disastro tragico»
Il consigliere federale Albert Rösti in visita sabato a Cavergno per la consegna del premio Paesaggio dell’anno 2025 «Provengo da una famiglia di agricoltori e conosco certe situazioni, ma quanto successo la scorsa estate va oltre l’immaginabile»

«Sono cresciuto in una famiglia di agricoltori nell’Oberland bernese, dove le frane erano all’ordine del giorno. Ma quel che è successo un anno fa non è stato all’ordine del giorno. Un disastro tragico, oltre il prevedibile. Una quantità di materiale impressionante riversatasi sul territorio. Comprendo bene le preoccupazioni e le sfide della regione. Oggi, con questo bel tempo, tutto sembra meraviglioso e non si riesce a immaginare cosa sia capitato». Così ha esordito il 57.enne consigliere federale Albert Rösti di fronte al centinaio di persone, sabato a Cavergno in occasione della consegna del premio Paesaggio dell’anno 2025 – attribuito dall’ente che ne promuove la difesa a livello nazionale -, costituito da 10.000 franchi e assegnato al Comune di Cevio e alla fondazione Valle Bavona.

L’importanza della solidarietà
Il direttore del Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni ha accennato all’importanza della solidarietà, un valore che dovrebbe riflettersi tra i rappresentanti del Parlamento a Berna, sia per quanto riguarda l’intenzione di partecipare con aiuti supplementari alle regioni colpite dai nubifragi (tra le quali anche Mesolcina e Vallese) proposta dall’Esecutivo, sia per l’iniziativa del consigliere agli Stati Fabio Regazzi, con cui si chiede l’istituzione di un fondo in caso di catastrofi. Un’idea alla quale, a suo tempo, lo stesso Rösti aveva detto di opporsi, giudicando ottimale il sistema in uso, che prevede il principio di sussidiarietà tra Comuni e Cantoni, lasciando la Confederazione solo come ultima istanza.

«Siamo al vostro fianco»
Tra i presenti alla manifestazione, numerose personalità politiche – oltre al già citato deputato centrista – con, in prima fila, i consiglieri di Stato Claudio Zali, Christian Vitta e Norman Gobbi. È stato proprio quest’ultimo ad aver preso parola, in veste di presidente del Governo ticinese: «Non siamo qui solo come politici eletti, ma come persone. Come noi stessi», ha detto. «E voglio quindi approfittare di ogni occasione per dirlo con voce forte e chiara: noi ci saremo sempre, per voi. Il Cantone c’è. È con la Vallemaggia e continuerà a camminare al suo fianco. Questa volontà l’abbiamo espressa senza indugio in tutti questi mesi. È ciò che è giusto fare senza tentennamenti e senza giri di parole», ha aggiunto il 48.enne.
Soddisfazione da parte di Wanda Dadò, sindaca di Cevio: «Questo riconoscimento ci dà fiducia per continuare il lavoro svolto in questi decenni e per ricucire Fontana, Bosco e Mondada », ha dichiarato la 63.enne, riferendosi al punto più devastato dell’area.

Un processo che parte dal basso
«Vogliamo coinvolgere la nostra gente nel processo partecipativo, insieme ai contadini e a chi vive in questo comparto e lo mantiene. Ci chiediamo come immaginiamo questi luoghi fra dieci o anche fra cinquant’anni, per ripensare insieme l’area e preservarne la memoria», ha aggiunto al Corriere del Ticino, sottolineando il sollievo provato dopo aver appreso dei possibili ulteriori contributi. «Ci permetteranno di affrontare la ricostruzione senza pesare sull’economia fragile della nostra realtà. Il ripristino costerà 80 milioni, con danni ancora non del tutto quantificati».

Orizzonte di sei-otto anni
Le ha fatto eco Lorenzo Dalessi, presidente della fondazione Valle Bavona: «Abbiamo chiesto ai proprietari terrieri, alla popolazione, ai Patriziati e agli agricoltori di immaginare come si presenterà, un domani, il nostro panorama. Spero che questo resti vivo. Nel corso dell’estate, da Bellinzona arriverà la mappa delle zone di pericolo. A quel punto, potremo iniziare la progettazione vera e propria. Stimiamo che ci vogliano sei-otto anni, ma intendiamo procedere nel minor tempo possibile e considerando futuri eventi meteorologici », ha concluso il 32.enne.
Un aperitivo arricchito da musica dal vivo ha poi segnato la chiusura di una giornata avviata con un’escursione in uno dei luoghi simbolo del nubifragio che, nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, era costato la vita a otto persone (ufficialmente, sette). L’appuntamento è proseguito, dopo pranzo, con numerose presentazioni e dibattiti per riflettere sull’importanza di un’onorificenza attribuita a un esempio di cura del territorio che diventa giocoforza una rinascita, come ha ricordato la copresidente della Fondazione per la tutela del paesaggio, Rahel Marti.

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 26 maggio 2025 del Corriere del Ticino

(Immagine: www.bavona.ch)