All’overtime passa il compromesso

All’overtime passa il compromesso

Con 60 voti a 1, approvata in Gran Consiglio la formula che aveva trovato la quadra in Gestione. Partiti infine uniti ‘contro le disparità e nell’interesse dei cittadini’.

«Al 91esimo», anzi «all’overtime» – per usare due metafore risuonate in aula – il Gran Consiglio ha approvato il compromesso sulle imposte di circolazione «per applicare quanto votato dal popolo ma evitando disparità di trattamento», come detto dal presidente della Commissione della gestione nonché iniziativista Fiorenzo Dadò. Con 60 voti favorevoli e uno contrario, il parlamento ha infatti dato luce verde all’iniziativa parlamentare urgente presentata dalla Gestione che per il 2023 prevede un gettito totale di 81,5 milioni di franchi (con la moratoria per le auto immatricolate prima del 2009), a metà strada quindi tra i 77 milioni auspicati dagli iniziativisti e gli 85 proposti dal Consiglio di Stato. Il tutto lavorando sull’esponente per il calcolo delle emissioni di CO2– che sono al centro della formula per il nuovo calcolo – così da togliere le disparità di trattamento tra cicli di omologazione. Fermo restando che per gli anni successivi se ne dovrà ridiscutere. Come ripercorso da Dadò, il 30 ottobre scorso il 60,3% dei ticinesi che si sono recati alle urne ha approvato l’iniziativa lanciata nel 2017 dal Ppd (ora Centro) «in seguito a un aumento sproporzionato delle imposte di circolazione. Un verdetto popolare che ha dato un chiaro messaggio al Consiglio di Stato e che come classe politica siamo tenuti ad applicare cercando però di evitare le disparità di trattamento». Disparità dovute all’introduzione di un nuovo sistema di calcolo per le emissioni di CO2 nelle vetture di nuova generazione – 53mila quelle immatricolate in Ticino, un quarto del totale – che sarebbero state penalizzate dalla formula votata dai cittadini.
Per cercare di sanare la stortura il Consiglio di Stato aveva presentato tre diverse formule con dei decreti legislativi, che però non hanno trovato una maggioranza in Commissione a causa dell’ammontare del gettito: «Malumori e nessuna convergenza – ha riassunto Dadò –. Quindi comprensibilmente il Consiglio di Stato ha ritirato il proprio messaggio, lasciando però di fatto irrisolto il problema di disparità di trattamento che dapprima avrebbe ingiustamente penalizzato migliaia di cittadini e secondariamente generato verosimilmente un certo numero di ricorsi». Una situazione non certo ideale, per cui «tutte le forze politiche presenti in Commissione hanno ritenuto opportuno cercare un rimedio». Ed ecco il compromesso «tipicamente elvetico, secondo la buona tradizione che l’ottimo è nemico del bene – ha detto Dadò –, trovato grazie alla collaborazione di tutte le forze politiche e del Consiglio di Stato, in particolare Norman Gobbi, che appoggiandolo dopo un fin troppo lungo e tortuoso iter hanno dimostrato che con la buona volontà, e smussando un po’ tutti le relative posizioni, possiamo riuscire a fare buone cose per il nostro amato Paese».

‘Collaborazione e dialogo siano da esempio’
Ed è stato proprio il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi a parlare di overtime, «che è previsto quando si arriva a una fase di parità. In questo caso dovuta a incomprensioni ma anche alla mancanza di comunicazione per cui non si era arrivati a trovare quella quadra a cui finalmente si è giunti negli ultimi giorni grazie a una collaborazione fattiva e al dialogo». Perché se l’accordo non è stato trovato prima «è dovuto al fatto che ci si arroccava su posizioni diverse senza condividere quello che era un obiettivo di carattere finanziario», ha sottolineato Gobbi. Col compromesso viene quindi sanato l’anno 2023, «ma deve esserci un insegnamento per quanto dovremo fare l’anno prossimo nell’ambito della revisione della legge formale – ha commentato il consigliere di Stato –. Sapendo da un lato che il parco veicoli è in continua evoluzione (quindi meno emissioni e di conseguenza meno gettito, ndr) e dell’altro che il Cantone investe per un patrimonio stradale sempre più performante ma anche rispettoso dell’impatto fonico e quindi del benessere dei cittadini».

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 16 dicembre 2022 de La Regione

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Imposta corretta e senza disparità
Approvato dal Gran Consiglio il compromesso da 81,5 milioni di franchi di gettito

Dopo tante discussioni, qualche spaccatura politica e una votazione popolare, il dossier dell’imposta di circolazione, almeno per il 2023, può essere considerato chiuso. Il Gran Consiglio ha infatti approvato il compromesso che permetterà di evitare le disparità di trattamento tra i veicoli vecchi e nuovi e che fissa il gettito per le casse dello Stato a 81,5 milioni di franchi. Tutte soddisfatte le forze politiche.
Approvata dal Gran Consiglio la soluzione di compromesso che permetterà nel 2023 di evitare disparità di trattamento tra vetture vecchie e nuove, fissando il gettito a 81,5 milioni di franchi – Soddisfatte tutte le forze politiche – Il dossier tornerà comunque l’anno prossimo.

Tutto è bene quel che finisce bene. Dopo mesi di accese discussioni, spaccature politiche e una votazione popolare, il dossier dell’imposta di circolazione ( perlomeno per il 2023) ha finalmente il suo lieto fine. Il Gran Consiglio ha approvato con 58 voti favorevoli e 1 contrario la soluzione di compromesso trovata negli scorsi giorni dalla Commissione gestione e finanze. Una soluzione che, lo ricordiamo, prevede innanzitutto di correggere la problematica legata ai differenti cicli di omologazione che creava una disparità di trattamento tra le vetture immatricolate prima e dopo il 2018, svantaggiando in particolare le automobili più recenti. Su questa soluzione tecnica, però, tutti i partiti erano d’accordo.
Il vero compromesso politico, infatti, riguardava essenzialmente un problema di natura finanziaria, ossia il gettito che la nuova imposta avrebbe generato a partire dal prossimo anno. E ora l’incasso totale è stato posto a metà strada tra quanto chiedevano gli iniziativisti (77) e quanto proponeva il Governo (85), a 81,5 milioni di franchi. Un compromesso trovato, come detto, negli scorsi giorni in Commissione e che ieri ha retto alla prova del Parlamento.
Ora, concretamente, il primo gennaio entrerà quindi in vigore la nuova imposta di circolazione «corretta» e senza disparità di trattamento. Va però anche detto che, trattandosi di un decreto legislativo urgente, la nuova imposta tornerà per forza di cose in Parlamento l’anno prossimo, quando sarà discussa l’imposta per il 2024 e pure l’attuale moratoria per i veicoli immatricolati prima del 2009. Questi ultimi veicoli, infatti, come previsto dall’iniziativa popolare, almeno per il prossimo anno continueranno a pagare la stessa imposta, senza modifiche. Insomma, il capitolo dell’imposta di circolazione per il 2023 si è chiuso per davvero, ma una parte del libro rimane ancora tutta da scrivere.

Uno sguardo al futuro
Molto soddisfatto del risultato l’iniziativista e presidente del Centro/PPD, Fiorenzo Dadò: «La disparità di trattamento avrebbe creato una situazione non ideale. E questa proposta rappresenta un compromesso tipicamente elvetico ». Rimarcando che « la virtù sta nel mezzo», Dadò ha poi ringraziato tutte le forze politiche per la collaborazione. Cosi facendo, ha rimarcato, Parlamento e Governo «hanno dimostrato che con la buona volontà, e smussando le proprie posizioni, si possono fare buone cose per il Paese. E questo fa onore al Parlamento e al Governo».
Soddisfatte, va da sé, anche le altre forze politiche che hanno appoggiato il compromesso, le quali hanno però poi gettato pure uno sguardo al prossimo futuro, al 2024, quando l’imposta tornerà sul tavolo della politica. «Il fatto di essere arrivati finalmente a una soluzione condivisa è sicuramente un passo avanti», ha spiegato la capogruppo del PLR, Alessandra Gianella. «Auspichiamo dunque di trovare lo stesso spirito (di collaborazione, ndr) anche nel 2024».
Sulla stessa linea anche il capogruppo socialista Ivo Durisch: «È nell’interesse dei cittadini, e quindi anche noi sosteniamo questa proposta. Speriamo anche nel prossimo futuro di trovare questo tipo di convergenze».

Più aspettative
Anche il direttore del Dipartimento delle istituzioni NormanGobbi si è detto contento della soluzione trovata grazie « alla collaborazione e al dialogo», anche se « giunta all’over-time».
Una soluzione che « permette di rispondere a più aspettative», sia dal punto di vista finanziario sia ambientale (poiché la nuova formula terrà conto in maniera molto più importante rispetto a oggi delle emissioni di CO2), e che concretamente permetterà di evitare una disparità di trattamento che «avrebbe riguardato circa 53 mila automobilisti ». Anche Gobbi ha poi gettato uno sguardo al futuro, spiegando che ciò che è accaduto in questi mesi «dovrà servire da insegnamento per quanto dovremo fare l’anno prossimo e pure gli anni successivi, visto che il parco veicoli è in costante evoluzione».

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 16 dicembre 2022 del Corriere del Ticino

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Via libera all’imposta di circolazione
Il Gran Consiglio ha approvato l’accordo raggiunto martedì – Il nuovo calcolo entrerà in vigore il primo gennaio

Il Gran Consiglio ticinese ha dato il via libera all’ultimo momento possibile all’imposta di circolazione, con il nuovo calcolo sul quale la gestione aveva trovato un accordo martedì. In aula c’è stato un solo voto contrario. Il nuovo calcolo dell’imposta entrerà quindi in vigore il prossimo primo gennaio.
Il compromesso raggiunto dalla Commissione della gestione prevede una distinzione delle auto prodotte prima o dopo il dieselgate, così come un aumento del coefficiente per le auto più inquinanti.
Il gettito fiscale previsto per il 2023 è di circa 81 milioni di franchi, una via di mezzo tra i 77 milioni caldeggiati dagli iniziativisti e gli 85 proposti dal Governo.

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Via-libera-allimposta-di-circolazione-15866977.html

Da www.rsi.ch/news