Burqa, istruzioni ai Comuni

Burqa, istruzioni ai Comuni

Da LaRegione del 16 giugno 2016. Un articolo di Andrea Manna

Perugini: agire anche con buon senso. I privati? Non sono tenuti a segnalare le infrazioni.

Il Tribunale federale non accorda l’effetto sospensivo ai ricorsi inoltrati da Filippo Contarini, assistente universitario in storia e teoria del diritto, e da Martino Colombo, studente di giurisprudenza, contro la riformata legge sull’ordine pubblico e contro la nuova normativa sulla dissimulazione del viso in pubblico, varate lo scorso novembre dal Gran Consiglio. Entreranno pertanto in vigore, unitamente al relativo regolamento, il prossimo 1° luglio, come stabilito dal governo. Fra un paio di settimane scatterà quindi anche la messa al bando di burqa e niqab. La decisione dei giudici di Mon Repos – che devono ancora pronunciarsi nel merito delle contestazioni di Contarini e Colombo, vertenti in particolare sulle disposizioni delle due leggi che proibiscono di celare il volto negli spazi pubblici – è pervenuta ieri alle parti. Decisione resa nota, tramite comunicato, nel primo pomeriggio dal Dipartimento istituzioni. E ricordata qualche ora dopo dal consigliere di Stato Norman Gobbi aprendo l’incontro «informativo e formativo» con i Municipi e le polizie comunali, cioè con le principali autorità che saranno chiamate a far rispettare entrambe le leggi. Le quali, ha tenuto a puntualizzare il capo del Dipartimento, non contemplano solo il divieto di coprirsi la faccia.

Vero. Il grosso delle domande fatte dalla sala riguardava però l’applicazione delle disposizioni che proibiscono di indossare il burqa negli spazi pubblici. Ovvero «in tutte quelle aree pubbliche come strade, piazze eccetera e nei luoghi pubblici o privati aperti al pubblico» o che offrono servizi al pubblico, ha ricordato il giurista del governo Francesco Catenazzi alla cinquantina di presenti alla riunione indetta dal Dipartimento istituzioni. Il divieto di dissimulare il viso (con burqa, passamontagna, casco…) vale dunque anche nei luoghi privati aperti al pubblico, per esempio i centri commerciali. Questi ultimi come qualsiasi altro privato, ha rilevato il sostituto procuratore generale Antonio Perugini, «non sono tenuti a segnalare l’infrazione: possono farlo, ma per loro non vi è alcun obbligo di legge». Che invece vige per la polizia, la quale denuncerà l’avvenuta violazione con un rapporto all’organo – il Municipio – preposto a sanzionare l’infrazione con una multa. Le regole sulla dissimulazione del volto (sono previste eccezioni al divieto) puniscono altresì chi costringe terzi a celare il viso. «L’agente di polizia che ferma in uno spazio pubblico una persona col volto coperto non deve limitarsi a constatare l’infrazione, deve evitare il persistere della violazione della legge – ha sottolineato il magistrato –. Se la persona non ne vuole sapere e continua a tener nascosto il viso, c’è allora un reato da Codice penale: quello di impedimento di atti dell’autorità». In questi casi, ha aggiunto il sostituto pg, «la competenza istruttoria è della Polizia cantonale e del Ministero pubblico». L’agente della Comunale «fa così intervenire, possibilmente subito, la Cantonale cui trasmette un rapporto di segnalazione dell’accaduto». Perugini ha invitato ad agire comunque con «buon senso», anche «per evitare eventuali incidenti diplomatici», nel far osservare il divieto di indossare burqa o niqab in pubblico. Oltre all’attività repressiva, «bisogna far passare, soprattutto nei primi mesi di applicazione delle disposizioni, il messaggio che in Ticino ci sono delle norme che proibiscono di dissimulare il volto nei luoghi pubblici». Questo «per motivi di sicurezza e per motivi di interazione sociale», ha indicato Catenazzi richiamando gli obiettivi delle due leggi votate dal parlamento. Di qui un consiglio di Perugini alle polizie comunali, quello «di procurarsi copia del recente comunicato in arabo dell’ambasciata saudita a Berna, che informa delle novità legislative ticinesi, e di esibirlo ai potenziali contravventori».

Dal 1° luglio polcomunali e Municipi non dovranno solo far rispettare il divieto di celare il viso in pubblico: dovranno occuparsi di perseguire anche le altre contravvenzioni alla rivista Legge sull’ordine pubblico. La ‘formularistica’ è pronta e ieri il responsabile della sezione Polizia amministrativa, il tenente Elia Arrigoni , ha spiegato come allestire i rapporti. Il conto alla rovescia è cominciato.

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