Carceri piene: “Sforzi mirati per sostenere il personale”

Carceri piene: “Sforzi mirati per sostenere il personale”

Norman Gobbi segue da vicino la situazione, tra misure concrete e proposte

È un momento difficile per le carceri cantonali. Infatti la Stampa e la Farera sono confrontate con il “tutto esaurito”, 0 posti liberi. “Non è solo un momento, perché con questa situazione ci confrontiamo ormai da un anno. Un’emergenza che oggi conoscono tutte le strutture penitenziarie in Svizzera. Non possiamo dire “mal comune mezzo gaudio”, perché in altri momenti se in Ticino non vi erano più posti in carcere almeno si potevano trovare soluzioni trasferendo in altri Cantoni i detenuti. Oggi questo non è più possibile”, afferma il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

Perché siamo giunti a questa situazione? “Le cause dell’aumento di detenuti sono da ricercare in più fattori. I flussi migratori: sono aumentati i crimini commessi da falsi richiedenti l’asilo presenti sul nostro territorio. Inoltre Polizia e Magistratura devono bloccare traffici internazionali di droga, i cui corrieri usano sempre di più il Ticino quale via di transito tra il nord e l’Italia. A ciò si aggiunge un costante aumento della criminalità di importazione dall’Italia, con delinquenti che scelgono il nostro Cantone per commettere furti e truffe. I mezzi di contrasto alla criminalità a disposizione della nostra Polizia e della Magistratura sono sempre più performanti, per cui è difficile farla franca sul nostro territorio. Questo è ottimo, però ciò comporta anche un aumento delle persone che finiscono in carcere”, sottolinea il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.

E a essere messo sotto pressione è in particolare il personale che lavora per le Strutture carcerarie cantonali. “Esatto. Oggi gli agenti di custodia e tutti coloro che sono attivi nel sistema carcerario sono chiamati agli straordinari, perché la popolazione carceraria è giunta al livello massimo. Vorrei anche da queste colonne ringraziare tutte e tutti i nostri collaboratori, dal direttore in giù, per l’impegno che ci stanno mettendo. Da parte del Dipartimento delle istituzioni, e per esso dalla Divisione della giustizia, e del Consiglio di Stato stiamo cercando soluzioni, anche discutendo con i rappresentanti dei dipendenti e con i sindacati. Uno sforzo congiunto. Cercheremo di liberare risorse a favore dell’impegno primario di controllo e gestione dei detenuti all’interno delle strutture, In questo senso si inseriscono le propose di affidare a ditte private di sicurezza la sorveglianza esterna del penitenziario, con le ronde fuori dalle strutture, così come il controllo della sicurezza al Palazzo di Giustizia di Lugano, oggi garantito anche da agenti di custodia in collaborazione con la Polizia. Abbiamo prolungato sino all’11 marzo il termine del concorso per partecipare alla nuova scuola agenti di custodia. Assumeremo 15 nuovi agenti, donne e uomini, per svolgere un lavoro importante per la Giustizia: invito tutti gli interessati a volersi candidare.

Tra le altre cose, ho inoltre proposto alla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia l’introduzione del cosiddetto “processo per direttissima” sulla scorta di quanto avviene in altri Stati. Una misura che sarebbe davvero efficace, ma che comporterà tempi lunghi per essere introdotta. Intanto la situazione è monitorata giorno dopo giorno”, conclude il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. 

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 3 marzo 2024 de Il Mattino della domenica