«Chi frequenta i bordelli deve avere paura di altre malattie oltre al covid»

«Chi frequenta i bordelli deve avere paura di altre malattie oltre al covid»

Da www.tio.ch
Gobbi a tutto tondo sul tema coronavirus: «Varchiamo il confine solo se strettamente necessario».
Quindi un barlume di ottimismo: «Sempre più persone in cure acute, ma fortunatamente i più vengono dimessi»

Cerca di stemperare un po’ le polemiche degli ultimi giorni Norman Gobbi, interpellato sulla decisione di tenere aperti i bordelli quando gli altri locali devono chiudere i battenti. «Il fenomeno della prostituzione non è limitato ai postriboli e ai locali erotici – spiega ai microfoni di Radio Ticino -, ma viene anche praticato in appartamenti da professionisti e professioniste in maniera indipendente. Credo che questo sia un aspetto da considerare».
Il presidente del Governo ticinese non manca di esprimere un’opinione personale sull’argomento, sostenendo che chi frequenta questi posti «dovrebbe preoccuparsi di altre malattie e non solo del covid».
Uno spiraglio di ottimismo – Non nasconde quindi un certo ottimismo guardando alle cifre degli ultimi giorni: «Aldilà dei casi positivi, leggermente in calo forse anche grazie alle misure prese nelle ultime settimane, bisogna tenere conto delle prese a carico, quindi dei posti disponibili sia in cure acute che intense. Questo è il termometro che dobbiamo guardare per capire se stiamo andando verso un “full booking”, che porterebbe di riflesso a ulteriori misure restrittive». Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni fa notare che, se è vero che aumentano le prese a carico, «assistiamo anche a un numero di dimessi che è regolare. Quindi la gente entra in cure acute, ma ne riesce a uscire».
Gli anziani – Non manca un cenno agli anziani, categoria a rischio e che quindi occorre tutelare: «Già in primavera avevamo preso misure a loro tutela – aggiunge -. Se ce ne sarà bisogno lo faremo di nuovo».
«In Italia solo se necessario» – Sull’Italia e l’atteso DPCM di Conte, Gobbi non esclude ripercussioni anche per i ticinesi: «La svolta restrittiva potrebbe esserci, ma non come accaduto in maggio. Prevedo qualche restrizioni in più per Milano, oggi la zona maggiormente colpita assieme al basso varesotto. Potrebbe cambiare qualcosa anche per noi. Io invito comunque alla prudenza: se quelle sono inserite come regioni ad alto rischio, forse è il caso di varcare il confine solo se strettamente necessario».