«Con una puntura torniamo alla vita»

«Con una puntura torniamo alla vita»

 

Il centro della Protezione civile di Rivera ha accolto i primi ultraottantacinquenni
Gobbi: «Tappa importante di un lungo percorso» – De Rosa: «Puntiamo a 200 dosi al giorno» Pedevilla: «Tutto ha funzionato bene, l’approccio empatico con gli anziani è fondamentale»

Al centro della Protezione civile di Rivera ieri li si vedeva arrivare a coppie; chi col marito, chi con la figlia o con il genero. Era la loro giornata: gli over 85 che si sono annunciati hanno potuto ricevere la prima dose di vaccino. «Il medico che mi ha fatto l’iniezione aveva una mano fatata», ci ha raccontato Gianna, 95 anni, una volta uscita. «Tutti bravi, molto gentili. Non ho avuto nemmeno un po’ di paura», ci confida. «Quando ho saputo che potevo vaccinarmi non ho esitato un attimo, anche perché vivo con la famiglia di mia figlia e avevo paura che si ammalassero per colpa mia». «Lei non aspettava altro – ha continuato la figlia – e anche noi siamo molto sollevati. Abbiamo vissuto quasi un anno col timore di poterla contagiare. Le vietavo di fare tutto e adesso sono contenta che con il vaccino i nostri anziani potranno piano piano riacquistare un po’ di libertà. Devono poter vivere, davvero».

Mancanza di normalità
Poter riprendere in mano un po’ la propria vita è anche la speranza di Aldo e Nicla, 90 e 84 anni. «Lui, non appena ha saputo che poteva prenotarsi, è partito come un razzo», racconta lei scherzando. «È vero – conferma il marito -, ero abituato ad uscire alle 8.30 al mattino. Andavo in centro un paio d’ore, lasciando libera la mia signora di sbrigare le faccende domestiche. Incontravo gli amici al bar, leggevo il giornale». «Era la normalità, e a lui tutto questo manca molto», aggiunge Nicla. Ad accompagnarli c’era la figlia, che con questa prima iniezione tira un sospiro di sollievo: «Sono contenta, perché sono stati mesi di grande preoccupazione. Ho anche una figlia che va a scuola e avevo il timore che potesse infettarli, quindi abbiamo ridotto al massimo le visite, ma è molto legata ai nonni e sente la loro mancanza. Oggi invece mi tolgo un peso, anche se so che è solo il primo di due step».

«Sono felice di potermi vaccinare», ci ha raccontato invece un altro signore, arrivato da Chiasso con la moglie e la figlia. «Abbiamo 90 anni, cerchiamo di essere prudenti e uscire il meno possibile. Ma non è facile stare sempre a casa», confessa. «In tanti anni di vita non abbiamo mai vissuto niente di simile», gli fa eco la moglie, anche lei pronta a farsi somministrare il siero. «Con questa iniezione vediamo un po’ la luce in fondo al tunnel. Timori per il vaccino? Nessuno, appena abbiamo saputo che era possibile prenotare un appuntamento non abbiamo esitato, anzi ne siamo stati felici: così ci possiamo sentire un po’ più sicuri».

Tutto è filato liscio
In occasione del primo giorno di vaccinazione erano presenti a Rivera anche il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi e il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa. «Abbiamo avuto modo di visitare il centro, vedere che funziona ed è accogliente», ha spiegato Gobbi. «Questa – ha proseguito – è solo una della prime tappe di un processo che si estenderà con i centri di Tesserete e Ascona, per poi proseguire con il coinvolgimento degli studi medici, in attesa della vaccinazione di massa». Girando per il centro, Gobbi ha potuto anche parlare con alcuni anziani, per assicurarsi che tutto stesse filando liscio: «Ho persino incrociato una signora che abitava vicino a mio nonno, a Piotta. In generale mi sembrava che fossero tutti abbastanza tranquilli, ma soprattutto spinti da una grande voglia di proteggersi». «Ho notato un’ottima organizzazione e un grande impegno. Soprattutto, ho visto il desiderio di occuparsi dell’anziano e del suo accompagnatore in tutta sicurezza e senza fretta», ha detto da parte sua Raffaele De Rosa. «Gli ospiti mi sono parsi sereni e anche un po’ incuriositi. In queste prime ore i numeri sono ancora contenuti perché vogliamo testare il sistema, poi si arriverà a 200 vaccinazioni al giorno. Numeri importanti e calibrati in funzione della disponibilità del vaccino», ha concluso il direttore del DSS.

I numeri del primo giorno
Nel corso della mattinata sono state vaccinate 64 persone, ha evidenziato Ryan Pedevilla, capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione (SMPP). «Tutte le persone sono arrivate puntuali e hanno osservato le indicazioni del personale», ha evidenziato. «Negli ultimi giorni ci siamo organizzati per poter offrire un servizio di qualità. Il nostro obiettivo era proprio far sì che tutto si svolgesse nel migliore dei modi: il personale è molto attento e soprattutto cerca di mettere gli ospiti a proprio agio». Tornando ai numeri, dopo la prima giornata di test che ha permesso di somministrare 130 dosi, nei giorni successivi si conta di poter vaccinare oltre 200 persone. In un secondo momento, «quando andremo a vaccinare la popolazione più giovane, si procederà a un ritmo diverso. Con gli anziani, invece, l’approccio empatico è fondamentale», conclude Pedevilla.