Comunicato stampa
Il Dipartimento delle istituzioni (DI), il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) hanno presentato nel corso di una conferenza stampa il bilancio d’attività sul fronte della lotta alla violenza domestica nel corso dell’ultimo anno, soffermandosi su alcune misure: il disegno di Legge cantonale sulla prevenzione e il contrasto alla violenza domestica, l’entrata in funzione a livello svizzero del numero unico a tre cifre e la campagna nazionale di prevenzione “L’uguaglianza previene la violenza”.
Lo scorso anno su 563’633 reati complessivi registrati in Svizzera, 21’127 si riferivano a violenza domestica. I dati di polizia svizzeri mostrano che ogni due settimane una persona muore per violenza domestica, 26 persone nel 2024, in gran parte donne. Le vittime sono 70% donne e 30% uomini. Le persone con disabilità e gli anziani risultano particolarmente vulnerabili. Nel Canton Ticino, nel 2024 si sono registrati 982 interventi di polizia per situazioni di disagio famigliare; sono stati 60 gli allontanamenti coattivi degli autori dall’abitazione comune e 142 gli allontanamenti volontari. L’Ufficio dell’assistenza riabilitativa ha seguito 108 autori di violenza, avviando percorsi di sostegno. Le Case protette hanno accolto 48 donne e 52 bambini vittime di violenza domestica. Il Servizio per l’aiuto alle vittime ha registrato consulenze rivolte a 330 persone circa per violenza domestica (79% donne). I dati 2025 per il Ticino confermano oggi sostanzialmente quelli del 2024, con una lieve flessione per il secondo anno consecutivo.
Il bilancio del Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica è complessivamente positivo: delle 80 misure previste, 79 sono state realizzate, attivate o sono in fase di sviluppo. Molte di queste prevedono continuità e aggiornamenti costanti. Le misure attuate in questi quattro anni hanno permesso un rafforzamento significativo dei servizi coinvolti, una migliore capacità di intervento e una più efficace protezione delle vittime. Tra le misure principali figurano: formazione del personale di farmacia, sensibilizzazione di medici di famiglia, avvocati e magistrati; diffusione della guida «Contatti dopo la violenza domestica» ai professionisti della protezione dei minori; creazione del Centro di competenza violenza della Polizia cantonale e riorganizzazione del servizio dedicato; introduzione della gestione della minaccia nella revisione della legge sulla polizia, formazione dei primi infermieri forensi presso la SUPSI; diffusione delle campagne nazionali di sensibilizzazione; incontri strutturati tra istituzioni e società civile.
Il Presidente del Consiglio di Stato ha comunicato che il bilancio finale del Piano d’azione presentato nel 2021 e aggiornato del 2022, inizialmente previsto per quest’anno, viene rinviato al prossimo anno per allinearsi alle strategie nazionali (Roadmap Violenza domestica e Piano d’azione nazionale 2022-26). ll Governo intende consolidare quanto ottenuto e sviluppare entro il 2027 una quarantina di nuove misure che verranno inserite nel Piano d’azione.
Il Direttore del DSS, Raffaele De Rosa ha ricordato che la violenza domestica è un fatto drammatico per chi lo vive, e anche un fallimento di tutta la comunità, perché mina la fiducia, la sicurezza e la dignità all’interno delle relazioni più intime. Contrastare la violenza domestica significa proteggere chi subisce e costruire un futuro diverso per bambine e bambini che hanno il diritto di crescere in un ambiente sicuro. La violenza tra le mura di casa non è mai una questione privata: riguarda tutti noi. E ognuno di noi – istituzioni, enti partner, comunità – ha una parte di responsabilità nel garantire che le vittime trovino ascolto, protezione e una via d’uscita concreta. Per questo è essenziale rafforzare l’impegno nelle politiche coordinate e nella rete di intervento che negli anni si è consolidata grazie al lavoro congiunto di istituzioni, enti partner, fondazioni, associazioni, professioniste e professionisti, volontarie e volontari. Una rete che non è un concetto astratto, ma è fatta di persone che ogni giorno ascoltano, accolgono, accompagnano e lavorano con competenza per fermare la spirale della violenza. Fra le novità, il direttore del DSS, ha aggiornato sull’avanzamento dell’introduzione del numero unico nazionale a tre cifre, che a livello federale si prevede sarà attivo dal 1° maggio 2026. Uno strumento semplice, immediato e riconoscibile per chi cerca aiuto o per chi assiste a situazioni di pericolo e che permetterà di orientare rapidamente le vittime verso i servizi adeguati in tutto il Paese. Un numero unico significa meno esitazione, più rapidità, più chiarezza. È un tassello che potrà davvero fare la differenza nei momenti in cui ogni secondo pesa, ha spiegato De Rosa, rimarcando la chiara volontà politica di contrastare con forza e determinazione la violenza in tutte le sue forme e di continuare a lavorare con serietà e senso di responsabilità per proteggere chi è più fragile e per rafforzare gli strumenti che funzionano.
“La violenza di domestica, sessuale e di genere è purtroppo una triste realtà che tocca in misura prevalente le donne ed è in aumento. Il fatto che molti episodi non vegano denunciati rende questa piaga sociale ancora più preoccupate. È una sconfitta per l’intera società e per tutti noi, ecco perché dobbiamo impegnarci ancora di più per prevenirla e contrastarla”, ha dichiarato la Direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti. La Consigliera di Stato ha poi espresso soddisfazione per l’avvio della campagna nazionale di prevenzione della violenza domestica, sessuale e di genere “L’uguaglianza previene la violenza”. Lanciata la scorsa settimana dalla Confederazione, verrà promossa per i prossimi tre anni, a scadenza semestrale, con regolari nuovi contenuti. Il Consiglio di Stato si sta impegnando per diffondere in modo capillare gli importanti messaggi della campagna, unendo le forze con rappresentanti del Parlamento cantonale, dei Comuni, come pure di enti e di associazioni. La direttrice del DECS ha quindi messo in evidenza il ruolo centrale dell’educazione, ambito essenziale per prevenire la violenza di genere poiché contribuisce a contrastare gli stereotipi e a promuovere relazioni fondate sulla parità, sul consenso e sul rispetto reciproco. Marina Carobbio Guscetti ha illustrato alcune delle attività realizzate nelle scuole in occasione del 25 novembre e durante i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. Ha infine ricordato che anche nei settori della cultura e dello sport gli sforzi vanno ulteriormente moltiplicati, per garantire ambienti improntati a rispetto ed equità.
Il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi si è infine soffermato su una misura particolarmente attesa del Piano d’azione cantonale: la Legge cantonale per la prevenzione e il contrasto della violenza domestica, attualmente in fase di consultazione interna all’Amministrazione cantonale. Essa s’inserisce nell’ambito dell’asse d’intervento politiche coordinate e concretizza l’adesione all’iniziativa parlamentare presentata nella forma generica da Roberta Soldati e cofirmatari per una “Legge cantonale contro la violenza domestica” da parte del Parlamento il 13 giugno scorso. La legge, che si fonda sul quadro legislativo internazionale, nazionale e trova ispirazione da quelle esistenti in altri Cantoni, ha quale scopo quello di favorire la collaborazione delle autorità competenti, dei servizi e della società civile al fine di adottare un approccio integrato volto a prevenire e contrastare la violenza domestica e attuare le misure di intervento in ambito di prevenzione, protezione e perseguimento. Essa si applica ai casi di violenza domestica subiti sia da donne che da uomini. È composta da 19 articoli, organizzati in sei titoli. La lotta alla violenza domestica richiede un impegno costante e una visione comune: il Consiglio di Stato esprime la propria gratitudine a tutte le persone che, a titolo professionale o volontario, operano quotidianamente in questo ambito con competenza e impegno. Invita infine la popolazione ad aderire alle varie manifestazioni della campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”