Discorso pronunciato in occasione del Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni

Discorso pronunciato in occasione del Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni

Gentili signore, egregi signori

è con immenso piacere che vi do il mio più caloroso benvenuto alla quarta edizione del Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni. Un momento che ho voluto istituire quattro anni fa per favorire il dialogo così come la conoscenza reciproca tra il livello istituzionale cantonale e quello comunale.  

Quando parlo di rapporti tra il Cantone e i Comuni, nell’immaginario comune ticinese – perdonatemi il gioco di parole – si pensa al progetto Ticino2020. È vero si tratta di un importante riforma che presto giungerà – finalmente – a un punto di svolta con l’avvio di una consultazione.  

Ma, in realtà, io mi riferisco a 360 gradi ai rapporti tra i due livelli istituzionali. Un tema al quale – da quando sono diventato Consigliere di Stato ormai 12 anni fa – ho sempre prestato particolare attenzione e che ho reso concreto grazie a una serie di azioni mirate: gli eventi – tra cui quello odierno – organizzati annualmente, le visite che sto svolgendo nei Comuni ticinesi accompagnato dal Capo Sezione Marzio Della Santa e dalle sue collaboratrici e dai suoi collaboratori, la consulenza che sempre più la SEL offre agli enti locali, e la revisione della formazione per renderla più efficace.  

Tuttavia, non si deve pensare che questi momenti di dialogo e di scambio rimangano fini a sé stessi: e non si tratta nemmeno di un esercizio alibi. Abbiamo raccolto molti spunti, molte considerazioni, alcune critiche e anche dei sentiti ringraziamenti per il lavoro che abbiamo svolto come Dipartimento, soprattutto durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria.

Il tutto ci porterà nel prossimo quadriennio a proporre anche una revisione della Legge organica comunale (LOC), ammodernandola e riconoscendo che i Comuni ticinesi sono differentemente strutturati tra loro.  

Così anche il momento di oggi per me, per noi, diventa di fondamentale importanza. Infatti a breve inizierà una discussione alla quale parteciperà una delegazione del Consiglio di Stato, alcuni rappresentanti dei Comuni e il professor Francesco Veri che la maggior parte di voi ha potuto ascoltare durante il pomeriggio sul tema della crisi della democrazia. È davvero un momento unico e privilegiato dove sono sicuro emergeranno considerazioni e suggestioni costruttive che a noi serviranno per calibrare le riforme che stiamo portando avanti con e per gli enti locali.

Ma veniamo al dunque, quale sarà il focus della discussione? Siamo partiti dalla crisi sanitaria che ci siamo lasciati alle spalle ma le cui conseguenze sono visibili ancora oggi. Le persone e le istituzioni hanno dovuto reagire e prendere delle decisioni per il bene della collettività. Scelte imperative – diranno alcuni – ma che dovevano essere prese. Ci stavamo lasciando alle spalle la pandemia e lo scoppio del conflitto in Ucraina e la crisi energetica che ne è conseguita hanno inciso ancora una volta sull’operato delle Autorità e hanno messo a dura prova la nostra capacità di adattamento.

Gli strascichi di questa situazione non consistono unicamente nella crisi finanziaria che stiamo attraversando. Hanno messo alla prova i cittadini – pensiamo soprattutto ai nostri giovani – anche sotto l’aspetto educativo, sociale e psicologico. E hanno messo a dura prova la nostra capacità di resilienza.  

Sul fronte della democrazia le conseguenze sono lì da vedere. L’ho sentito in prima persona negli incontri con i Municipi: il nostro sistema democratico sta facendo fatica. Guardiamo la risposta dei cittadini alle urne anche su temi che li toccano in prima persona – come la votazione sull’imposta di circolazione quando ha votato solo il 35% degli aventi diritto di voto – e guardiamo cosa succede con i referendum locali. Il nostro sistema democratico sta vivendo una crisi, è un dato di fatto. Da una parte i cittadini non vanno a votare e dall’altra contestano le decisioni delle autorità avvalendosi del diritto di referendum. Anche per questo il mio Dipartimento – avvertiti i primi campanelli di allarme – ha avviato una serie di progetti come il “Buon Governo” e la “Responsabilità sociale dei Comuni” che vogliono migliorare la partecipazione della cittadinanza, la conduzione e la gestione del Comune.  

Attraverso questi progetti si vuole rilanciare il nostro sistema di democrazia diretta, adeguandolo a una società che si muove in maniera diversa rispetto al passato, rendendolo capace di gestire cambiamenti sempre più simili a delle crisi. D’altra parte un’istituzione pubblica si può dire resiliente nella misura in cui riesce anche a cogliere le opportunità che si celano dietro il cambiamento.  
E mentre mi avvio alla conclusione del mio intervento, lasciatemi un’ultima considerazione che si basa sulla mia esperienza politica che mi ha permesso di militare in tutti i livelli istituzionali del nostro sistema federale. Si tratta di un punto di vista privilegiato che mi ha fatto conoscere a fondo il funzionamento delle nostre istituzionali comunali, cantonali e federali.

Sulla scorta di questo prezioso bagaglio posso affermare che per uscire da situazioni di crisi come quelle vissute negli ultimi tre anni, come ha evidenziato Marzio Della Santa nel suo intervento introduttivo, bisogna essere coerenti, saper lavorare insieme, saper trovare soluzioni utili e avere un’ottima qualità delle relazioni interne. Tutti questi elementi ci hanno permesso di affrontare e uscire dallo stato di emergenza. Ed è di questo che è importante parlare oggi. Il dialogo rimane la ricetta vincente e per questo ritengo di assoluta importanza investire energie e tempo in momenti come quello odierno.

I nostri sforzi tra l’altro sono anche stati riconosciuti dalla Confederazione e questo è sicuramente un motivo di orgoglio per il nostro Cantone. Infatti, di recente l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ha deciso di sostenere e promuovere un progetto pilota con alcuni comuni che mira a identificare insieme politiche condivise per fare in modo che i cittadini che vivono il territorio siano attori attivi nei processi decisionali.

La strada è tracciata, si tratta di consolidare il rapporto tra Cantone e Comuni rendendo i Comuni partner principali. Perché Comuni più forti fanno un Cantone più forte. E lo costruiremo insieme.  

Grazie a tutte e a tutti per l’attenzione. Buona continuazione di questo Simposio.