Discorso pronunciato in occasione dell’Assemblea dell’Alleanza Patriziale Ticinese

Discorso pronunciato in occasione dell’Assemblea dell’Alleanza Patriziale Ticinese

– Fa stato il discorso orale –  

Egregio Presidente dell’Alleanza patriziale ticinese (caro Tiziano),
Gentili Signore ed egregi Signori membri del Consiglio direttivo,
care e cari concittadini patrizi,  

l’annuale assemblea dell’ALPA rappresenta un appuntamento fisso e tradizionale nell’agenda del Direttore del Dipartimento delle istituzioni, che in virtù della sua responsabilità istituzionale e politica è chiamato ad esprimere il punto di vista cantonale sulla realtà dei patriziati ticinesi, sia su quanto viene fatto sia – in prospettiva – su quanto si vorrà fare.  
È sempre un vero piacere per me partecipare alla vostra assemblea, che anche quest’anno vede la partecipazione di numerosi aderenti, a testimonianza del ruolo ricoperto dall’Alleanza patriziale e, soprattutto, del grande attaccamento che molte cittadine e molti cittadini ticinesi hanno per il mondo patriziale.
Quest’anno un ringraziamento particolare va sicuramente rivolto ai 15 Patriziati presenti nel comprensorio della Città di Lugano, che si sono assunti l’onere – e sicuramente anche l’onore – di organizzare l’assemblea dell’ALPA. Credo si possa affermare che la realtà luganese rispecchi sotto molti aspetti, in scala ridotta, l’eterogeneità del mondo patriziale a livello cantonale: patriziati urbani e di montagna, enti finanziariamente fragili ed altri con basi più solide, realtà che si dedicano prevalentemente alla gestione e cura del territorio ed altre che si concentrano ad esempio su attività culturali e comunitarie, e gli esempi potrebbero continuare. Insomma, una ricchezza di approcci e di iniziative che, in forma ancora più ricca e più ampia, troviamo in tutto il Cantone Ticino. Questa ricchezza e questa eterogeneità (e forse anche una certa ignoranza – nel senso di non conoscenza – di tutto quello che sono, rappresentano e fanno i patriziati) sono state tra i motivi che hanno indotto la Città di Lugano, in collaborazione con i patriziati del suo comprensorio, a promuovere negli scorsi anni la lodevole iniziativa denominata “PatriziAmo”, un’occasione di incontro con i cittadini (patrizi e non) e una vetrina di presentazione della variegata realtà patriziale e delle molteplici attività svolte dai Patriziati luganesi. Trovo particolarmente azzeccato il nome che è stato scelto per quell’evento: “PatriziAmo”. Da un lato perché rappresenta, con questa sorta di “neologismo verbale”, un richiamo collettivo a voler conoscere (ed apprezzare) il lavoro dei patriziati; d’altro lato, “PatriziAmo” contiene al suo interno il concetto di amore, di attaccamento, di identificazione con il nostro territorio e con la nostra storia.
Ecco, questo forte attaccamento e questa identificazione credo rappresentino il comune denominatore di tutti i patriziati ticinesi: è un valore importante, molto prezioso, che non deve essere tradotto in sterili rivendicazioni di eventuali privilegi, bensì nella difesa di valori collettivi di pubblico interesse. È quanto prevede, del resto, l’art. 1 della legge di riferimento per i patriziati ticinesi, la LOP: “Il patriziato è una corporazione di diritto pubblico, autonoma nei limiti stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi, proprietaria di beni d’uso comune da conservare e utilizzare con spirito viciniale a favore della comunità”.  
Sono perfettamente cosciente del fatto che l’esecuzione di questo compito pubblico richiede spesso molto impegno e quindi anche in questa sede, come più volte ho già fatto in passato, ringrazio sinceramente tutte le cittadine e i cittadini che si mettono a disposizione (il più delle volte a titolo volontario) per permettere il funzionamento dei nostri Enti locali. Sono altresì cosciente delle difficoltà pratiche, nonché delle ristrettezze finanziarie e in termini di risorse umane che alcuni patriziati si trovano costretti a dover affrontare.
Come dicevo poc’anzi, la realtà patriziale ticinese è estremamente eterogenea e questo genera anche una marcata diversità di esigenze: quello che comunque accomuna tutti i 199 patriziati ticinesi è la qualifica di ente pubblico, con i suoi diritti e i suoi doveri.
Il Cantone, il Dipartimento delle istituzioni che dirigo crede fermamente nell’importanza dei patriziati e continuerà quindi ad investire concretamente nella loro difesa e promozione.
L’anno scorso, ad Airolo, vi presentavo la visione definita nello Studio strategico recentemente elaborato: in Ticino vogliamo avere dei Patriziati che siano protagonisti dello sviluppo economico, ambientale e culturale del proprio territorio.
I riscontri che osservo quotidianamente e le relazioni di chi mi seguirà nel prosieguo dell’assemblea indicano che tanto si sta già facendo e molte sono le lodevoli iniziative. Evidentemente, anche in questo ambito come in qualsiasi altro, si può ancora migliorare. Noi ci siamo, siamo al vostro fianco per aiutarvi, per consigliarvi e, laddove necessario, anche per correggervi, perché questo è il compito che la legge ci affida.
La mia vicinanza personale alle problematiche dei patriziati porta poi a iniziative puntuali. Un esempio è legato alle prevedibili difficoltà che gli alpeggi ticinesi conosceranno questa estate a causa della prolungata siccità di questo inverno e di questa primavera, con scarsissime precipitazioni nevose anche in alta quota. In modo preventivo ho così chiesto al collega Vitta, responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia, di proporre attraverso la Sezione cantonale dell’agricoltura eventuali misure di sostegno, pronti a fare la nostra parte.
Non posso, né tanto meno voglio, esimermi, prima di concludere il mio intervento, dall’affrontare due tematiche che sicuramente stanno a cuore (e in un certo senso anche preoccupano) a molti di voi: l’allestimento e l’aggiornamento dei registri patriziali (e quindi l’accesso a Movpop) e il tema delle cave di proprietà patriziale.  

Accesso a Movpop
Come vi è stato comunicato negli scorsi mesi, a seguito di una verifica della conformità giuridica (legata in particolare al tema della protezione dei dati personali) della Convenzione stipulata nel 2010 tra il Cantone e Inclusione andicap (ex FTIA) per l’accesso alla banca dati Movpop, la stessa è stata disdetta, con effetto al 31.12.2022. Coscienti del fatto che numerosi patriziati (oltre 100) fanno capo a Inclusione andicap per lavori amministrativi di diverso genere, fra cui anche l’allestimento e l’aggiornamento dei registri patriziali, e che quindi la disdetta della Convenzione avrebbe causato disagi a molti patriziati, il DI, attraverso la SP (con la collaborazione della SEL) ha messo in atto delle “misure accompagnatorie” con l’obiettivo di risolvere, o perlomeno mitigare fortemente, i problemi con i quali i patriziati si potrebbero trovare confrontati. In sostanza, nelle prossime settimane tutti i Patriziati riceveranno una comunicazione da parte della Sezione della popolazione in cui si ricorderà in primo luogo che la modalità principale per aggiornare i dati dei vostri patrizi è quella in cui il patriziato effettua autonomamente tale compito. Tutti i patriziati che attualmente svolgono in prima persona l’aggiornamento dei dati dei propri patrizi – mediante l’accesso diretto alla banca dati MovPop – potranno naturalmente proseguire in tale modalità. In via subordinata, al fine di facilitare la transizione dopo il termine della succitata convenzione, i patriziati che non dispongono delle condizioni per svolgere in modo autonomo l’aggiornamento dei dati dei propri patrizi potranno, per giustificati motivi, affidare tale compito ad un ente di pubblica utilità senza scopo di lucro, come per esempio inclusione andicap ticino. La delega di tale compito (ma non della competenza decisionale in merito, che rimane del Patriziato) avverrà attraverso la sottoscrizione di una specifica convenzione tra la Sezione della popolazione (Servizio Movpop), il Patriziato e l’ente di pubblica utilità che svolgerà concretamente il mandato. La firma di tale convenzione, di cui tutti i Patriziati che ne faranno richiesta riceveranno un modello-tipo, sarà di competenza dell’Ufficio patriziale (non sarà quindi necessario sottoporre la questione al Legislativo). Approfitto di questa occasione per aggiornarvi inoltre sul tema della banca dati cantonale dei cittadini patrizi. Anche a seguito delle richieste della vostra Associazione, ma soprattutto per concretizzare un compito di legge (art. 57a LOP) e per dotare i Patriziati di un moderno strumento di gestione amministrativa, nelle scorse settimane ho deciso di chiedere un’accelerazione del progetto, che come ben sapete comporterà difficoltà e un impegno non indifferenti (soprattutto da parte dei Patriziati), ma che nondimeno voglio che sia avviato e portato a compimento. So che proprio negli scorsi giorni la SEL e il CSI – responsabile per la parte tecnico-informatica del progetto – si sono sentiti per attualizzare ed avviare concretamente il progetto.  

Cave patriziali
Il tema delle cave patriziali è tanto importante (non da ultimo per le entrate finanziarie che garantisce a diversi Patriziati), quanto complesso e delicato. Il Cantone, da diversi anni, si sta adoperando affinché anche questo ambito possa essere correttamente regolamentato, in primo luogo da un profilo pianificatorio, ambientale ed edilizio. Si tratta di un’esigenza imprescindibile, se si vuole garantire stabilità a lungo termine al settore, a beneficio evidentemente di tutti gli attori (tra cui i Patriziati). Sappiamo tutti molto bene quale destino ha avuto il recente tentativo di introdurre una legislazione specifica: un naufragio. Ciò nondimeno, deve rimanere l’obiettivo di regolamentare – in primis dal profilo pianificatorio – il settore. Cosciente delle difficoltà oggettive che in molti comparti si incontrano, con il collega Direttore del Dipartimento del territorio ho discusso a più riprese la problematica, giungendo a un accordo, che forzatamente è e deve essere provvisorio, ritenuto che l’obiettivo finale è una regolamentazione secondo quanto stabilito nella scheda V8 del Piano direttore. In sostanza, per riconoscere gli sforzi e le buone intenzioni di quegli attori (Comuni in primis, quali enti responsabili della pianificazione locale) che concretamente hanno avviato la procedura pianificatoria, verrà concessa la possibilità (ovviamente in caso di richiesta e qualora i requisiti di legge siano adempiuti) di ottenere l’esonero dal pubblico concorso per contratti d’affitto di media durata (5 anni). Per contro, nei comparti in cui concretamente non è stato fatto nulla per ottemperare agli obblighi sanciti dal PD, il rinnovo dei contratti potrà essere al massimo annuale. Non ci saranno particolari limitazioni temporali imposte dal Cantone, per contro, in quei Comuni in cui è consolidata una pianificazione locale specifica. Nell’esecuzione dei compiti che la legge – ed ancor prima di essa l’attaccamento ai vostri patriziati e il senso di responsabilità verso di essi – vi attribuisce potete sempre contare sul supporto e la collaborazione, e laddove necessario anche la vigilanza, del Dipartimento che dirigo, ma anche – e questo è doveroso sottolinearlo in questa sede – del Consiglio direttivo dell’ALPA. Nel corso dei vostri lavori assembleari procederete alla nomina del vostro presidente e del vostro organo direttivo: non è mio compito, evidentemente, esprimermi nel merito, tuttavia ritengo opportuno in primo luogo pronunciare parole di sincero ringraziamento per le persone che hanno deciso di non più postulare una candidatura (Rachele Allidi di Ascona, Germano Mattei di Cavergno, Rino Poma di Riva San Vitale e Carlo Scheggia di Novaggio).
A tutti gli altri formulo i migliori auguri, nella convinzione che anche in futuro il mio Dipartimento e i suoi Servizi potranno contare sulla schietta collaborazione dell’Alleanza patriziale ticinese.   Termino il mio intervento ringraziando nuovamente tutte le persone che si dedicano costantemente alla cura e alla promozione del nostro magnifico territorio, alla salvaguardia dei valori comunitari e di solidarietà viciniale che ci sono stati tramandati dai nostri avi, alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Voglio altresì rinnovare un accorato appello a tutte le cittadine e a tutti i cittadini patrizi affinché colgano quella che già in passato ho definito la sfida della modernità. Bisogna avere ben presente nel proprio cuore le radici secolari che ci ancorano al territorio ticinese e che fanno scorrere la linfa vitale nelle nostre vene, ma al contempo bisogna permettere a questa linfa di giungere fino ai rami più piccoli e far così germogliare sempre nuove gemme. I piedi ben piantati per terra, quindi, ma gli occhi e lo sguardo rivolti verso il futuro! Conosco e apprezzo già numerosi esempi di Patriziati che si sono dotati di moderni strumenti di gestione amministrativa, che accolgono tra i loro ranghi nuove leve pronte a riprendere il testimone patriziale, che si dimostrano in grado di promuovere con successo progetti di valorizzazione del territorio, di riconversione di proprietà patriziali in nuove attività economiche (dall’ambito agricolo a quello turistico, per esempio). Ecco, questi sono esempi virtuosi di Patriziati che hanno raccolto e stanno vincendo la sfida della modernità, che – detto in altri termini – si stanno dimostrando protagonisti dello sviluppo economico, ambientale e culturale del proprio territorio. Sono convinto che tanti altri Patriziati sapranno seguire questo esempio: il Dipartimento delle istituzioni, in collaborazione anche con l’Alleanza patriziale ticinese, è pronto ad affiancarvi e a sostenervi, perché crede fermamente nell’importante compito pubblico che i Patriziati ticinesi ricoprono nel nostro panorama istituzionale. Vi ringrazio per l’attenzione.