«Dossier PolCom, se ne deve occupare la Città»

«Dossier PolCom, se ne deve occupare la Città»

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni esclude un intervento «dall’alto» per risolvere i problemi della Polizia comunale

La Polizia cittadina di Locarno è sempre più nell’occhio del ciclone, considerando le inchieste interne, l’audit e soprattutto l’indagine del Procuratore generale che recentemente ha interrogato cinque agenti ipotizzando per loro il reato di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Sugli ultimi sviluppi, che se confermati sarebbero delle aggravanti per chi è deputato a combattere il consumo e lo spaccio di droga, abbiamo interpellato il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, che ha la responsabilità politica della Polizia cantonale. Direttore, è preoccupato della situazione venutasi a creare nella PolCom di Locarno? «Mi sembra ancora troppo prematuro esprimersi, essendo l’inchiesta gestita dal Procuratore generale Andrea Pagani ancora all’inizio. E invito comunque alla prudenza e a non voler fare processi mediatici e politici prima che i fatti siano davvero chiariti», sottolinea. Ma la situazione che s’è venuta a creare in questi mesi a Locarno non necessiterebbe forse di un intervento autorevole, dall’alto, ad esempio direttamente dal suo Dipartimento: qualche settimana fa, dopo i fatti della Rotonda, lei s’è confrontato con il sindaco Alain Scherrer… «Quella discussa con il sindaco era la possibilità di un incontro sul tema della sicurezza in alcuni spazi pubblici cittadini, in particolare all’indomani delle immagini del brutale pestaggio alla Rotonda di Locarno. Non ha nulla a che vedere con la fattispecie attuale. Ricordo che la competenza sulla Polizia comunale è e rimane della Città», evidenzia il consigliere di Stato.

Polizia unica
La situazione piuttosto critica di Locarno spinge verso il progetto di una Polizia unica o suddivisa in due grandi regioni: Sopraceneri e Sottoceneri. «Il discorso sulla Polizia unica è oggi nelle mani del Parlamento cantonale, che deve esprimersi in merito agli atti parlamentari presentati (come ad esempio l’iniziativa generica presentata dal deputato socialista Raoul Ghisletta, responsabile del “Gruppo polizia” del sindacato Vpod, ndr). Anche qui invito a non mischiare le carte. Capisco il ragionamento di chi vuole giudicare le difficoltà contingenti mettendole in relazione con il discorso più generale della Polizia unica. Però il dibattito deve essere fatto su altre basi. Continua invece l’impegno del Gruppo di lavoro “Polizia ticinese” che vede allo stesso tavolo il Cantone e i Comuni per definire competenze e ruoli tra Polizia cantonale e polizie comunali, nell’ottica di essere ancora di più efficaci ed efficienti nel garantire la sicurezza sul territorio ticinese», conclude Gobbi.

Da www.cdt.ch