«In 47 anni 2.000 sedute. Per ricordo, un posacenere»

«In 47 anni 2.000 sedute. Per ricordo, un posacenere»

Intervista a Jole Agostinetti (già responsabile amministrazione Gran Consiglio) pubblicata nell’edizione di martedì 2 febbraio 2021 del Corriere del Ticino

Ha lavorato all’ombra della politica di Palazzo delle Orsoline e nessuno come lei ha conosciuto tanti parlamentari. Jole Agostinetti a Bellinzona era ormai un’istituzione. Ora, dopo 47 anni di servizio, terminando come responsabile della gestione amministrativa dei Servizi del Gran Consiglio, è passata al beneficio della pensione. L’abbiamo intervistata.

Per 47 anni è stata il punto di riferimento per i numerosi parlamentari che (più o meno a lungo) sono stati a Palazzo delle Orsoline. Quali sono stati gli aspetti più arricchenti della sua esperienza?
«Ho avuto la fortuna di conoscere tantissime persone molto diverse tra loro e il fatto di averle potute aiutare nello svolgimento dei loro compiti è stato (e lo è ancora, pur lasciando) un grande piacere. Questo mio lungo percorso lavorativo mi ha donato un enorme bagaglio di esperienza, fiducia in me stessa, nelle mie capacità e mi ha insegnato a guardare sempre avanti. In poche parole, l’essere capitata (nel vero senso della parola) in questo Servizio è stata per me una grande opportunità di crescere».

E quelli che invece non faticherà di certo a dimenticare?
«Devo dire che tutti i deputati al Gran Consiglio mi hanno sempre trattata con rispetto; quindi non ho episodi spiacevoli da dimenticare».

Il suo ruolo neutrale, in un Parlamento di milizia nel quale ogni tanto scoccava una scintilla, è stato complicato da svolgere?
«Sono una persona molto schietta e fin troppo diretta, di conseguenza a volte fatico un po’ a mantenere il mio ruolo neutrale. Credo però di aver sempre trattato tutti allo stesso modo, senza favoritismi o rivalse».

Ha assistito a innumerevoli sedute del Gran Consiglio ricorda quante?
«Forse posso dire che nessuno come me ne ha seguite tante. Il numero esatto non lo so, ma diciamo che sono state circa 2.000».

Cosa è cambiato nel rapporto tra i parlamentari di ieri e quelli di oggi?
«A mio modo di vedere i parlamentari di ieri erano un po’ più pronti al compromesso. Ho l’impressione che le attuali continue critiche siano poco o per niente costruttive. Purtroppo però questo è lo specchio della società di oggi».

Ha osservato il cambiamento del costume della politica ticinese: come descriverebbe in poche parole questo mutamento?
«Il modo di fare politica è in continua evoluzione. Credo che una grande svolta l’abbia data l’avvento della Lega dei Ticinesi e soprattutto (la prego di non volermene) il ruolo dei media e dei social sempre più (troppo?) presenti».

L’aula nella quale ha iniziato a lavorare era tutta in legno con addirittura il posacenere (i parlamentari fumavano in aula!). Da fumatrice apprezzava quella realtà, oppure meglio quella odierna che costringe (pandemia a parte) i deputati ad andare in una saletta fumoir?
«Devo purtroppo ammettere che allora apprezzavo quella realtà. Ora (da ex fumatrice, anche se ogni tanto ahimè qualche sigaretta me la concedo ancora), apprezzo molto il fatto di non essere costretta a vivere in un ambiente fumoso. Questo ovviamente vale non solo per quanto riguarda l’aula del Gran Consiglio, ma anche per tutti gli altri ambienti (pubblici e non). Confesso di essermi portata a casa uno dei posacenere di quell’aula smantellata quale ricordo».

Ha lavorato anche con quattro segretari del Gran Consiglio. Quali i ricordi?
«Ho dei bellissimi ricordi degli ex-segretari del Gran Consiglio ai quali devo moltissimo. Il signor Geo Solari (un “classico gentleman inglese”, come mi piaceva definirlo), che mi ha accolta e trattata come una delle sue figlie, pur dandomi sempre del lei, e che mi ha insegnato moltissimo (nei primi mesi, nei ritagli di tempo, mi dava lezioni di civica!) soprattutto il rispetto delle istituzioni».

Poi è arrivato Rodolfo Schnyder…
«“Rodo” mi ha permesso di evolvere e di acquisire tantissime conoscenze, lasciandomi molto spazio nell’organizzazione e nella gestione del mio lavoro. Ricordo con un po’ di nostalgia le nostre innumerevoli e piacevoli “discussioni” sempre costruttive e arricchenti. Poi c’è stato Gionata Buzzini con il quale ho avuto un rapporto breve, ma molto collegiale contraddistinto da molti scambi di opinioni dettati dalle nostre esperienze lavorative molto diverse. Infine, dell’attuale Segretario, Tiziano Veronelli, entrato in carica da poco, posso dire di aver apprezzato la capacità di mediazione nelle sempre più complesse dinamiche istituzionali».

Da poche ore si è lasciata alle spalle una lunga carriera fatta di molti contatti. Ha qualcosa da dire (in maniera collettiva) a tutti i parlamentari che ha conosciuto?
«Ringrazio tutti gli ex-deputati per avermi accettata e rispettata nonostante (o proprio per) il mio carattere un po’ spigoloso, ma sempre ammorbidito dal sorriso, e molto diretto, Ai “nuovi” vorrei dire, sperando che non me ne vogliano, che forse qualche parola in meno e qualche decisione in più farebbero bene al nostro Paese, soprattutto in questo momento così difficile»