‘La sicurezza rappresenta anche un fattore di attrattiva’

‘La sicurezza rappresenta anche un fattore di attrattiva’

Scuola di polizia, in 59 hanno ottenuto il diploma

“La sicurezza rappresenta anche un fattore di attrattiva di un Paese”. A sostenerlo è il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta, partecipando sabato 11 maggio alla Cerimonia di dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi da parte dei diplomati e delle diplomate alla Scuola di polizia del V circondario d’esame (Scp 2022), che ha avuto luogo al Palazzo dei Congressi di Lugano.
Nel suo discorso, Vitta ha sottolineato “il ruolo di responsabilità degli agenti di polizia quali punto di contatto fra lo Stato e la cittadinanza. Un rapporto che le neo e i neo agenti avranno il compito di mantenere e consolidare”. Nel comunicato diffuso alla stampa, si continua a leggere che il presidente del governo ha proseguito evidenziando come “la sicurezza rappresenta anche un fattore di attrattiva di un Paese”, dicevamo. “Lo è per i suoi cittadini, che possono così godere di una qualità di vita elevata. Lo è per chi opera nel tessuto economico: dagli artigiani, passando per i piccoli e grandi imprenditori, alle aziende internazionali insediate sul nostro territorio. Lo è per chi viene a trascorrere le vacanze nella nostra regione e scoprirne le bellezze paesaggistiche e culturali. Ecco quindi che la sicurezza contribuisce a migliorare ulteriormente il benessere di tutta la collettività”.

Gobbi: ‘La sfida di essere un punto di riferimento stabile e sicuro’
Nel suo intervento, il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, “dopo aver ringraziato gli ospiti presenti ed espresso il proprio compiacimento in particolare per la presenza e l’intervento del presidente del Consiglio di Stato, che ha subito accettato l’invito di onorare la cerimonia, ha sottolineato la necessità di evolversi nella funzione di agenti di polizia, in modo da tenere il passo rispetto alla complessità e alla fragilità della nostra comunità”. In particolare Gobbi ha rimarcato che “la gente ha sempre più perso la capacità di essere resiliente in momenti difficili. Qui sta la sfida per i Corpi di polizia: essere in questi momenti un punto di riferimento stabile e sicuro, in grado di rispondere anche a necessità primordiali e ormai date per scontate, come la sicurezza pubblica a 360 gradi. Le donne e gli uomini al servizio delle forze dell’ordine e delle istituzioni devono in ogni istante essere pronti a minacce e crisi anche inimmaginabili fino a qualche anno fa”.

Cocchi: ‘Un ruolo fondamentale’
Rivolgendosi a sua volta alle e ai neo agenti, il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi “si è dapprima congratulato con loro per l’importante traguardo raggiunto a livello di formazione”, evidenziando pure che “il vostro duro lavoro e la vostra dedizione vi hanno preparato a servire come parte integrante del nostro sistema giudiziario e della società. In qualità di membri delle forze di polizia, ricoprite un ruolo fondamentale nel mantenere la sicurezza e il benessere dei nostri cittadini. Vi esorto a essere orgogliosi della vostra posizione, pur essendo consapevoli della responsabilità e del dovere che ne derivano”.
Dopo un percorso formativo sviluppatosi sull’arco di due anni, 59 neodiplomati e neodiplomate (41 della Polizia cantonale, due della Polizia cantonale Grigioni, uno della Polizia Città Bellinzona, tre della Polizia Città Lugano, due della Polizia Città Mendrisio, uno della Polizia Città Locarno, due della Polizia comunale Ceresio Sud, tre della Polizia comunale Chiasso, uno della Polizia comunale Losone e tre della Polizia militare) sono ora “pronti/e ad affrontare una nuova realtà professionale in qualità di agenti formati/e presso i propri Corpi di appartenenza”.
Alla cerimonia, oltre a Vitta, Gobbi e Cocchi, hanno partecipato il capo della Sezione formazione, capitano Christophe Cerinotti, e il direttore del Centro formazione di polizia (Cfp) Andrea Pronzini. Pure presenti, i rappresentanti delle Autorità politiche e giudiziarie come pure i comandanti, o loro delegati, dei Corpi di polizia con agenti neodiplomati/e.

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 13 maggio 2024 de La Regione

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Polizia: “un corpo unico? È una delle opzioni. E sui tagli …”

59 nuovi agenti della Scuola di Polizia del V circondario hanno giurato fedeltà alla costituzione e alle leggi. È stata l’occasione di parlare del futuro.

La Polizia, come tutti i settori, dovrà trovare il modo di ottimizzare le sue risorse, tenendo presente l’importante compito di garantire la sicurezza cantonale. Non è escluso un corpo unico, con guida centralizzata e presenza decentralizzata, ma se ne deve ancora discutere. Nel frattempo, sebbene l’interesse per la professione di agente pare essere in calo generale, il Ticino ha ancora abbastanza candidati per formare le classi delle annuali scuole, con un trend costante tra le donne. Oggi, con una certa emozione, 59 nuovi poliziotti, appena diplomati alla Scuola di Polizia del V circondario, hanno giurato fedeltà alla costituzione e alle leggi.

“Quest’anno un numero eccezionale di allievi”
“Bisogna crederci profondamente, chi non è convinto molla dopo pochi anni”, ha spiegato il capo sezione formazione Cristoph Cerinotti a Ticinonews. “Quest’anno sono quasi sessanta gli agenti formati, un numero più alto del solito in quanto abbiamo avuto bisogno di reperire più poliziotti rispetto al consueto, anche per la necessità di recuperare personale dopo gli aumenti degli effettivi in alcuni corpi”. Non è preoccupato di un trend di interesse definito in decrescita, soprattutto perché il Ticino ha abbastanza agenti anche per garantire la prossima scuola, quella del 2024-25. Le donne sono circa il 25%, un numero che rimane costante da anni. “In molte mostrano interesse durante le serate informative ma poi il loro numero resta fermo”, aggiunge Cerinotti.

Cerinotti: “Non ci servono Rambo o esaltati. Chiunque può diventare agente”
Secondo il capo formazione, non c’è un profilo ideale per chi vuole frequentare la scuola, della durata di due anni, con sbocchi nella Polizia cantonale, comunale, ferroviaria e militare, con due anni che mischiano formazione pratica e teorica e lavoro nei reparti. “Sicuramente non ci servono i Rambo o gli esaltati. Gli aspiranti agenti seguono anche diverse lezioni psicologiche, per imparare a confrontarsi con diverse situazioni che poi dovranno affrontare. Chi vuole iscriversi deve essere duro con sè stesso, deve crederci, deve volerlo: tutto possono farcela”. 

Vitta: “Anche la Polizia sta guardando dove può risparmiare”
Alla cerimonia, con una coreografia provata e riprovata, erano presenti anche diverse autorità. Christian Vitta ha sottolineato quanto la Polizia garantisca la sicurezza sul territorio e come servano delle forze nuove per sostituire chi va in pensione o sceglie altre strade, esigenza soddisfatta dalla classe di quest’anno. E in merito a possibili risparmi imposti dal preventivo dello scorso anno, sostiene che “si tratta di uno sforzo per contenere la crescita della spesa che interessa ogni settore, ciascuno deve vedere dove poter migliorare. Dunque anche la Polizia sta guardando dove ci sono i margini per risparmiare, senza dover smettere di garantire i servizi”.

Gobbi: “Polizia unica? Bisogna discutere con i Comuni”
Gli fa eco Norman Gobbi: “La sicurezza pubblica è uno dei compiti primordiali di uno stato. In questa ottica bisogna discutere di come meglio gestire le risorse sul territorio, è anche una necessità finanziaria. Polizia unica? Potranno esserci più scenari. Come visto durante il Covid, una condotta centrale con presenza decentralizzata può essere una risposta, che va discussa coi comuni, anche per capire chi potrebbe assumersi quale compito”.