L’Esercito continua a investire in Ticino

L’Esercito continua a investire in Ticino

Dal Giornale del Popolo l In Ticino gli abili al servizio sono sei su dieci. In linea con la media nazionale. Grazie anche al lavoro di Norman Gobbi , malgrado i tagli fatti altrove, nel Cantone sono state mantenute molte strutture.

L’estate è un periodo di vacanze, ma anche, per i giovani in età, di servizio militare. Osservando i dati del Rendiconto cantonale relativi al 2015 abbiamo notato alcune nuove tendenze. Ne abbiamo approfittato per parlarne con il capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione Fabio Conti.

Da qualche anno gli abili al servizio si aggirano attorno al 60%. È un dato in linea con la media nazionale?

Si tratta di una percentuale stabile per il Ticino che è in media con le cifre del resto del Paese. Tendenzialmente la percentuale di incorporati è più elevata nei Cantoni di montagna mentre quelli “di città” il numero è inferiore. Inoltre i militi provenienti dalla Svizzera tedesca sono generalmente più numerosi di quelli della Svizzera francese. Anche se ci sono casi come Giura e Ginevra dove la Storia ha il suo peso e la vicinanza all’esercito è meno pronunciata.

Come giudica, in generale, l’interesse dei giovani per il servizio militare? E quello delle ragazze?

In generale l’interesse è buono e l’attitudine dei giovani verso il militare è positivo. I ticinesi sono sempre “dei buoni soldati”. E devo dire che pure le ragazze hanno sempre maggiore interesse per l’esercito, anche se il loro numero resta pur sempre molto limitato. Detto ciò occorre aggiungere che tra poco sarà presentato al Consiglio federale un rapporto sull’obbligo del servizio che prevede una serie di scenari innovativi tra cui anche alcune differenti proposte sulla possibilità di assolvere un obbligo di servizio per lo Stato. Varianti che interessano uomini e donne.

La “concorrenza” con il servizio civile vi ha penalizzato? In che modo?

Evidentemente il cambiamento di legge avvenuto nel 2008 ha facilitato di molto l’accesso al servizio civile. In particolare a causa dell’abbandono dell’obbligo di giustificare la scelta per motivi etici davanti a una commissione ad hoc. A partire da tale momento vi è stato un importante aumento dei giovani che hanno scelto il servizio civile. Se prima erano mediamente 1.500 l’anno, poi sono passati a 7.000-7.500 per attestarsi a 5.000-5.500.

Questa situazione porta sicuramente a delle difficoltà di alimentazione delle formazioni militari ed è una delle ragioni che hanno spinto alla recente riforma dell’esercito (“ulteriore sviluppo dell’esercito” la cui implementazione è prevista a partire dal 2018). Da notare che la Legge sul servizio civile è recentemente stata modificata proprio per questo motivo introducendo delle restrizioni sulle modalità relative al deposito di una richiesta per il Servizio civile.

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