Matteo Salvini vuole Baragiola in galera in Italia

Matteo Salvini vuole Baragiola in galera in Italia

Da www.laregione.ch

Molto difficilmente la Confederazione darà luce verde all’estradizione dell’ex brigatista elvetico per scontare la pena per la strage Moro

“Salvini lo trovo politicamente allucinante. Paura non me ne fa, non temo possa venire qua”. Sono le parole dell’ex brigatista Alvaro Lojacono-Baragiola, condannato all’ergastolo in Italia per il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro e attualmente in Svizzera.
L’ex brigatista, oggi 63enne, ha rotto il silenzio rilasciando varie interviste, anche sulla politica “allucinante” di Salvini contro i migranti. E sulla sua eventuale estradizione: “Di grandi dichiarazioni di impegni di arresti di esuli ce n’è a pacchi. È chiaro che adesso io sono il secondo in lista…”.

La reazione inviperita del ministro dell’Interno Matteo Salvini, sui propri profili social, è stata immediata: “Essere insultato da un assassino terrorista in vacanza in Svizzera per me è una medaglia: rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia”, ha commentato.

Anche, la Lega dei ticinesi chiede che l’ex brigatista – arrestato nel giugno del 1988 a Lugano e condannato nell’ottobre dell’anno successivo – venga riconsegnato alle autorità italiane. “La giustizia anche se lunga dev’essere fatta: l’invito di Salvini di far scontare la pena a Lojacono-Baragiola è più che giusto” ha detto il consigliere di Stato uscente Norman Gobbi al ritrovo leghista a Pregassona. Mentre dal “Mattino”, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri anticipa una mozione “per cambiare le norme che impediscono le estradizioni di svizzeri di carta, quando ci sono di mezzo terroristi assassini”.

Alvaro Lojacono-Baragiola è cittadino svizzero e difficilmente la Confederazione darà il via libera alla sua estradizione. L’ex brigatista – che partecipò al rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro – ha concesso un’intervista anche a ticinonline in cui si dichiara pronto sia ad essere giudicato in Svizzera sia a scontare le pene inflitte in Italia, anche l’ergastolo cui è stato condannato nel 1996 per il Moro Quater.

Lui, oggi assistente all’Università di Friborgo, non nega le sue responsabilità: «Non mi nascondo, le scelte le ho fatte io: se l’Italia fa una domanda per tutto il cumulo delle pene che ho, io l’accetto». Starebbe dunque all’Italia presentare alla Svizzera una richiesta di esecuzione della pena.

Ricordiamo i fatti. Nato a Roma, da padre italiano e madre svizzera, nel 1986 ottenne la cittadinanza svizzera e riuscì a cambiare il suo cognome da Lojacono a Baragiola (quello della madre). Nel 1988 – come ricostruisce ‘il Caffè’ – la Svizzera scoprì la presenza sul proprio territorio del brigatista ricercato in Italia. Abitava a Castelrotto, insieme alla madre, e lavorava alla Rsi come ideatore di quiz. Fu processato e condannato a Lugano nel 1989, per l’omicidio del giudice Girolamo Tartaglione avvenuto a Roma nel 1978. Scontò 11 anni alla Stampa. Da quando è uscito dal carcere fa una vita lontano dai riflettori.

Quando il tribunale di Berna respinse la rogatoria

Baragiola ha trascorso 11 anni di carcere alla Stampa, per l’omicidio del giudice italiano Tartaglione, avvenuto nel 1978. Ergastolo ridotto in appello a 17 anni, di cui 11 scontati. L’ex brigatista potrebbe tuttavia dover tornare dietro le sbarre per scontare la sua pena legata al delitto Moro. C’è effettivamente stata la richiesta di eseguire la pena in Svizzera per Moro, come ci spiegano dal Dipartimento federale di giustizia e polizia: «Il 30 settembre 2011 il Tribunale d’appello del Canton Berna ha deciso di non entrare nel merito di una rogatoria italiana del 2006 che chiedeva l’esecuzione, da parte della Svizzera, di una sentenza italiana del 1996 la quale condannava all’ergastolo un ex brigatista per omicidio plurimo, e in particolare per l’omicidio dell’importante esponente politico Aldo Moro nel 1978. La Svizzera non ha potuto estradare l’interessato perché di nazionalità svizzera», ci spiega la portavoce Ingrid Ryser.

Ma c’era stata una precedente richiesta alla Svizzera. Nel 1988 l’Italia chiedeva di perseguire l’ex brigatista in via sostitutiva, per duplice omicidio e altri reati. In base a tale rogatoria, l’interessato è stato condannato in Ticino a 17 anni. «In tale occasione – precisano sempre da Berna – il procedimento riguardante l’omicidio di Aldo Moro è stato archiviato per mancanza di prove. Nel 1991 il Tribunale federale ha confermato in ultima istanza la pena di 17 anni per omicidio e tentata rapina. Nel 1999 l’ex brigatista, avendo scontato i due terzi della pena, è stato rilasciato con la condizionale per un periodo di prova di 4 anni, poi trascorso senza dare adito a reclami».

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