“Mettiamo la persona al centro della riforma delle ARP”

“Mettiamo la persona al centro della riforma delle ARP”

Le novità che riguardano le autorità di protezione

“Al centro mettiamo la persona, ossia ogni individuo, minorenne o adulto, che ha bisogno di protezione. Che ha bisogno di un intervento da parte dell’autorità per essere tutelato in un momento delicato della sua esistenza”. Così si è espresso il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi nel corso della conferenza stampa con la quale questa settimana è stato annunciato l’avvio della consultazione relativa al messaggio sulla riorganizzazione delle Autorità di protezione (ARP). “Stiamo parlando di uno dei settori più delicati dell’attività statale e che storicamente ha visto protagonisti i Comuni con le loro Delegazioni tutorie comunali e in seguito con le commissioni tutorie regionali. Alla luce dell’evoluzione conosciuta dalla società, oggi proponiamo l’istituzione di una nuova Autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione: le nuove Preture di protezione”.

Ma di che cosa si tratta concretamente? “Il nuovo modello organizzativo – spiega il presidente del Governo Norman Gobbi – si basa sulla “cantonalizzazione” delle Autorità di protezione, con il passaggio delle competenze sul loro funzionamento dai Comuni al Cantone, e sulla “giudiziarizzazione” del sistema mediante una nuova Autorità giudiziaria. In Ticino vi sono attualmente 16 Autorità regionali di protezione presenti sul territorio di natura amministrativa e con un’organizzazione comunale-intercomunale. L’indirizzo innovativo permetterà alla nuova autorità di disporre di competenze interdisciplinari in altri ambiti oltre al diritto quali ad esempio il lavoro sociale, la psicologia o la pedagogia e il campo medico. Un approccio indispensabile se si pensa alla società odierna”.

È una riforma, diciamo così, radicale, che si inserisce in un disegno più grande che tocca il settore della Giustizia ticinese. “Questa riorganizzazione rappresenta una priorità del Consiglio di Stato nonché un tassello essenziale nella riforma della Giustizia cantonale promossa dal Dipartimento delle istituzioni. È il frutto delle riflessioni e del lavoro condotto con il progetto “Giustizia 2018”. Altre riorganizzazioni seguiranno o sono già in corso, come il potenziamento del Ministero pubblico. Senza dimenticare gli aspetti logistici e di innovazione digitale che fanno parte anch’essi di questa riforma. E qui sto parlando dell’acquisto dell’ex Banca del Gottardo, dove intendiamo creare il polo luganese della Giustizia, assieme al rinnovamento dell’attuale palazzo di Giustizia di via Bossi a Lugano. Come pure i lavori che interesseranno l’ex Pretorio a Bellinzona e quello di Locarno. Per quanto riguarda invece la digitalizzazione è in corso il progetto di digitalizzazione dell’archivio notarile elettronico che si concluderà nel febbraio dell’anno prossimo. Il tutto inserito nel più vasto capitolo nazionale di Justitia 4.0 che sfocerà nello scambio di atti giuridici per via elettronica in sostituzione dei dossier cartacei presso tutte le istanze federali e cantonali in ambito penale, civile e amministrativo”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

Torniamo alle ARP. Quando questa riforma potrà essere introdotta? “Non si parla di domani, ma del 2024 se vogliamo essere ottimisti. E personalmente lo voglio essere perché questa riforma è necessaria. Sarà poi in ultima battuta il popolo a decidere, perché occorre cambiare un passaggio della costituzione cantonale. Ed è importante che siano proprio le cittadine e i cittadini a decidere su questo cambiamento”, conclude il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi.