Migranti a Como, la polemica politica non conosce confini

Migranti a Como, la polemica politica non conosce confini

Da tio.ch, 9 agosto 2016 | Alla richiesta del consigliere regionale PD Luca Gaffuri di fare passare i migranti attraverso un corridoio umanitario risponde Gobbi: «Politica del bla bla, la Germania non lo permetterebbe»

Mentre da Como vi è ancora un nulla di fatto sui provvedimenti da adottare per fronteggiare l’emergenza migranti, a livello politico la polemica non conosce confini. Alla richiesta di un corridoio umanitario espressa alla Rsi dal consigliere regionale lombardo del PD, Luca Gaffuri, per fare in modo che i migranti accampati alla stazione ferroviaria di Como abbiano la possibilità di transitare, attraverso la Svizzera, verso la Germania, il Consigliere di Stato Norman Gobbi, su Facebook, risponde a tono all’esponente politico lariano, accusandolo di fare una «politica fatta di bla bla» che di fatto, vorrebbe «semplicemente scaricare tutto sulle spalle della Svizzera». Una richiesta, infatti, che non sarebbe possibile da accogliere, visto che la «Germania ha allestito a Costanza un centro per il rinvio dei migranti illegali provenienti dalla Svizzera, simile a quello previsto nel Mendrisiotto».

«Quindi – prosegue Gobbi, non un corridoio bensì un “cul de sac” che termina la sua via in Svizzera».

Preferisco la politica dell’azione – «A questo bla bla illusorio della sinistra – conclude il Consigliere di Stato leghista – preferisco la politica dell’azione che garantisce il rispetto dell’ordine e della legge sul nostro territorio, con un rinvio sistematico dei migranti illegali».

«Rafforzati i controlli alla frontiera tedesca»  Intanto in Germania è stato rafforzato il dispositivo di polizia alla frontiera con la Svizzera. In particolare a Weil am Rhein, al confine con Basilea, dove tre settimane fa è stata istituita un’unita di “controllo e sorveglianza mobile” per contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare.

La legge tedesca – La Costituzione tedesca prevede condizioni molto restrittive per il riconoscimento dello statuto di profugo. Se il richiedente asilo raggiunge uno Stato terzo ritenuto sicuro, per legge la Germania non è tenuta a prendere in esame la domanda di asilo e quindi la sua richiesta non è ritenuta ammissibile. Inoltre, per essere considerato profugo, il richiedente deve dimostrare di essere perseguitato dalle autorità dello Stato da cui proviene a livello individuale. Non basta che il richiedente arrivi da uno Stato in cui vi è una guerra civile in corso.

La Convenzione di Ginevra – Come ha ricordato in un recente seminario l’Ifo, l’Istituto di ricerche economiche tedesco, per bocca del suo ormai ex presidente, Hans Werner Sinn, (è andato in pensione nel marzo di quest’anno a 68 anni per raggiunti limiti di età) la Convenzione di Ginevra sui rifugiati prevede che siano gli Stati confinanti allo Stato in guerra ad ospitare coloro che ricercano protezione. Infatti, secondo la Convenzione di Ginevra, la Germania, (come tutti gli altri Paesi), non avrebbe l’obbligo giuridico di ospitare i richiedenti asilo provenienti da Paesi lontani, in questo caso specifico siriani, afghani o iracheni.

La Convenzione di Dublino – Infine c’è la Convenzione di Dublino. In Germania la legge prevede che «il richiedente asilo che arriva in Germania attraverso Stati terzi sicuri è da espellere». Una formulazione chiaramente restrittiva, ma che il Governo della Cancelliera ha voluto cambiare, con il nuovo corso deciso nell’estate dell’anno scorso per motivi umanitari.

Lo stato di urgenza  – Infatti la legge tedesca sull’asilo prevede un’eccezione che dà la possibilità al Governo di sospendere a titolo eccezionale e provvisorio il regolamento sull’accettazione e il riconoscimento dei profughi. Una sospensione che sta comunque dividendo i giuristi. Infatti c’è chi sostiene che lo “stato d’urgenza” sia da adottare per un breve periodo e non così a lungo come sta facendo in questo ultimo anno il Governo tedesco che, nelle ultime settimane sta conoscendo un calo di popolarità proprio a causa della politica sull’asilo.

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