Montagna, ecco cosa vuol dire crederci per davvero

Montagna, ecco cosa vuol dire crederci per davvero

Per capire meglio le valli bisogna viverle. Solamente così si possono comprendere in profondità i loro pregi, le problematiche e soprattutto le sfide con le quali sono confrontate. Vivere le valli in prima persona è una scelta di vita a livello personale e professionale; una scelta di cui, però, come può testimoniare il sottoscritto che ha fatto delle valli – e della Leventina in particolare – la sua casa, è difficile pentirsi, visti gli aspetti positivi che contraddistinguono la vita in queste splendide zone. Ed è proprio poiché “tocco con mano” ogni giorno gli atout di queste regioni che, sin dal mio arrivo al Dipartimento delle istituzioni, ho promosso una serie di misure, possibili anche grazie allo sviluppo dell’informatica, a sostegno di un’adeguata e, per volontà politica, rafforzata presenza di posti di lavoro statali nelle regioni periferiche; fondamentale per accrescere la loro attrattiva dal punto di vista socio-economico. Misure che non devono in alcun modo peggiorare il servizio ai cittadini e alle aziende; anzi, grazie alle nuove tecnologie, senza compiere notevoli sforzi e senza abbassare il livello qualitativo dei servizi, vi sono diverse attività che possono essere svolte in maniera ottimale anche al di fuori dei centri urbani.

Il primo sostanziale passo intrapreso dal mio Dipartimento è stata la dislocazione dell’Ufficio del registro di commercio a Biasca, che fece molto discutere ma che oggi possiamo affermare fieramente essere un successo: il servizio è di qualità e con tempi rapidi di evasione delle richieste. È altresì da notare che tutti i nuovi collaboratori dell’Ufficio abitano nelle Tre Valli, oltre al fatto che il personale allora occupato a Lugano, è stato reintegrato in altri settori pubblici. A seguito di questa esperienza certamente positiva, benché criticata e combattuta, ho proposto al Consiglio di Stato di studiare quali servizi potessero essere dislocati nelle regioni periferiche. Non nego che questo approccio abbia trovato poco entusiasmo nei funzionari dirigenti dell’amministrazione e il dossier, dopo essere stato elaborato, è ancora pendente sul tavolo del Governo. Non per questo ho deciso di fermarmi e nuove misure, come quella del futuro centralino telefonico del settore esecuzione a Faido, sono previste dal mio Dipartimento, l’unico attivatosi concretamente su questo fronte. La dislocazione o la centralizzazione dei servizi nelle zone periferiche ha infatti il vantaggio di creare occupazione proprio laddove ogni posto di lavoro ha un duplice valore: dare un lavoro e permettere alle famiglie di vivere in valle.

Mi fa quindi molto piacere il “risveglio montanaro” del PPD, che ha però bisogno di esempi concreti da parte dei politici stessi, che oltre ad appellarsi alle valli dovrebbero anche viverci. La migliore strategia che si possa volere per mantenere vive le regioni periferiche è quella che non ha bisogno di articoli costituzionali, ma solo di un po’ di buona volontà da parte di tutti. Parola di un vallerano.

Norman Gobbi
(Giornale del Popolo, 26.08.2015)

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