Nel 2017 lieve diminuzione delle rapine

Nel 2017 lieve diminuzione delle rapine

Nel 2017 si è registrata una lieve diminuzione delle rapine. Le infrazioni per rapina registrate nel corso dell’anno sono state 49 (18% a mano armata), 5 in meno rispetto al 2016. In due casi su tre è stato possibile risalire all’autore. I cambiamenti più significativi riguardano la riduzione di quelle ai danni di gioiellerie (1 tentativo e 3 casi di atti preparatori), e l’aumento degli obiettivi costituiti dalle stazioni di servizio (17). Il settore di Chiasso resta il più colpito da quest’ultimo fenomeno. Per quanto riguarda invece gli omicidi, lo scorso anno se ne contano 3 (1).

Durante il 2017 il Mendrisiotto è stato particolarmente colpito dalle rapine. A Ligornetto, in 5 mesi (da marzo ad agosto), sono state effettuate 5 rapine in stazioni di servizio e due tentativi di rapina sempre in distributori sono emersi a seguito delle inchieste e degli arresti di alcuni autori. In relazione a queste rapine sono stati effettuati 6 arresti, con già 2 condanne, grazie anche alla buona collaborazione con le autorità italiane. Collaborazione che ha pure permesso di chiarire due rapine del dicembre 2016, messe a segno rispettivamente in una banca di Monteggio e in una stazione di servizio di Novazzano. L’ottima collaborazione, anche con altre forze di polizia, ha permesso di arrestare due autori in territorio francese dopo che avevano messo a segno un’ulteriore rapina in Austria. Inoltre a Varese sono stati processati e condannati due rapinatori italiani che avevano colpito anche in Ticino, a danno di un ufficio cambio di Besazio nel giugno 2010 e di una stazione di servizio di Arzo nell’agosto 2011. Colpi che avevano fruttato agli autori circa 200’000 franchi nel primo caso e 7’000 franchi nel secondo. Altri 3 rapinatori italiani sono oggetto di mandati d’arresto per un colpo in un ufficio cambio del Mendrisiotto avvenuto la scorsa primavera. Fra i casi particolari due rapine sulla pubblica via in agosto a Lugano, effettuate in correità da due fratelli marocchini utilizzando un coltellino per minacciare e derubare alcune donne che, a piedi, rientravano ai rispettivi domicili dopo aver passato la serata in centro città. Gli autori sono stati arrestati la notte stessa e successivamente condannati a pene da espiare. Per quanto riguarda le rapine nelle gioiellerie, nel 2017 a livello svizzero vi è stato un incremento del 50%. I casi sono passati infatti dai 10 del 2016 ai 15 del 2017. Per contro in Ticino non vi sono stati casi consumati, ma solo 1 tentativo e 3 casi di atti preparatori non concretizzati.

I reati violenti, sulla base della classificazione fatta dalla statistica criminale, sono tornati a diminuire (1’745, -7%%) per effetto principalmente di quelli di poca entità, numericamente preponderanti (1’087), e delle minacce (563). Anche i reati gravi sono diminuiti da 95 a 72. Fra questi figurano gli omicidi (28, inclusi i tentati), le lesioni personali gravi (28) e le violenze carnali (15). Lo scorso anno sono stati registrati 3 omicidi. In quasi tutti i casi i fatti sono riconducibili a rapporti interpersonali o in ambito famigliare, in cui spesso il fattore scatenante è stato individuato in apparenti futili motivi ed amplificato da abuso di alcolici o stupefacenti. A Gordola, in aprile, all’esterno di una discoteca un uomo ha perso la vita dopo essere stato colpito da un giovane. Ad Ascona, in giugno, un uomo ha atteso la moglie in prossimità del suo posto di lavoro. Dopo averla accompagnata per un breve tratto, all’altezza dell’autosilo di un supermercato improvvisamente l’ha trascinata nella rampa d’accesso e in seguito ha esploso contro di lei diversi colpi di pistola. La donna è deceduta sul posto. L’autore ha tentato in seguito il suicidio sparandosi un colpo alla testa ferendosi in modo leggero. A Bellinzona, in luglio, a seguito di una lite famigliare con il marito, una donna ha perso la vita cadendo dal balcone del 6° piano terminando la caduta nel piazzale sottostante del palazzo. Il marito è stato arrestato poiché si sospetta che l’abbia gettata dal balcone. La cronaca ha registrato anche la morte di un richiedente l’asilo a Brissago nel corso di un intervento di polizia richiesto per un alterco in un edificio del centro. La vittima, brandendo due lame, si è scagliata contro due altri richiedenti l’asilo e gli agenti.

Per quanto riguarda l’attività della Sezione TESEU, le persone che nel 2017 si sono annunciate per l’ esercizio della prostituzione sono state 281. Le nazionalità più rappresentate sono quella rumena (61%), italiana (27%) e spagnola (4%). Nell’ambito delle verifiche, sia nei locali autorizzati sia negli appartamenti, sono state controllate 224 persone. Fra queste, 20 donne, in possesso di un’autorizzazione per attività lucrativa indipendente di breve durata valida o senza permessi di lavoro per stranieri, hanno omesso di annunciarsi alla Polizia cantonale oppure praticavano la prostituzione in esercizi pubblici. Le stesse sono pertanto state denunciate al Ministero pubblico anche per esercizio illecito della prostituzione. Un particolare degno di nota è che 18 di queste donne erano attive in due esercizi pubblici oggetto di intervento da parte di Magistratura e Polizia. Il numero degli appartamenti attivi a disposizione delle professioniste del sesso è stabile, stimabile a 97 per il 2017 (95 nel 2015 e 92 nel 2016). La maggior parte di questi appartamenti resta concentrata nei principali centri urbani. I controlli e i contatti regolari con l’ambiente della prostituzione hanno permesso di individuare quattro situazioni di potenziali vittime di tratta d’esseri umani o di sfruttamento della prostituzione. In una di queste situazioni si sono ottenuti gli elementi per avviare un’inchiesta penale nei confronti degli autori. I saloni di massaggio erotico rilevati nel 2017 sono 10. I locali notturni sono 15, dei quali 10 nel Sottoceneri e 5 nel Sopraceneri. In questi esercizi pubblici sono attive circa 100 donne, in maggioranza provenienti dall’est europeo.

È proseguita  l’azione coordinata contro il fenomeno dello sfruttamento della forza lavoro, più comunemente conosciuto come “caporalato”. La Polizia cantonale ticinese ha collaborato attivamente con il Ministero pubblico, i sindacati, le varie commissioni paritetiche, l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro e l’Ufficio sorveglianza mercato del lavoro. I reati emersi da queste inchieste sono l’usura, l’estorsione, la truffa, la falsità in documenti, l’infrazione alla Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione e l’infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Le persone arrestate in questo contesto sono 2, mentre ulteriori 8 sono state denunciate a piede libero. Da rimarcare inoltre che il numero delle vittime di sfruttamento della forza lavoro è quantificabile in almeno 40 persone.

L’attività di contrasto dello sfruttamento dei flussi di migranti da parte del Gruppo Interforze Repressione Passatori (GIRP), che vede al lavoro Polizia cantonale, fedpol e Guardie di confine, ha portato nel 2017 all’arresto di 35 persone denunciate per infrazioni alla Legge Stranieri, in particolare per aiuto all’entrata illegale. Contro circa la metà di queste persone è stata chiesta la conferma d’arresto al Giudice dei Provvedimenti Coercitivi. Per 4 di questi casi, le susseguenti ricostruzioni ed inchieste hanno permesso di denunciare le persone coinvolte anche per il reato di usura.

Infine, al capitolo furti di veicolo (1’029, -12%) occorsi in Ticino, anche nel 2017 la bicicletta è stata l’obiettivo più ricorrente (818 casi) mentre quelli di auto hanno raggiunto quota 40 (55 nel 2016). Da segnalare il sensibile aumento dei furti di ciclomotori con motore elettrico (21,+281%)

 

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