Comunicato stampa Alleanza Sicurezza Svizzera
I disordini dell’11 ottobre 2025 a Berna, con 18 membri delle forze dell’ordine feriti, hanno messo in luce in modo drammatico la minaccia alla sicurezza interna. Anche in altre città svizzere, individui violenti sfruttano la massa durante le manifestazioni come scudo per scatenarsi senza controllo, lasciando dietro di sé paura, spavento e distruzione. La prevenzione e la persecuzione penale di tali atti risultano difficili anche a causa di lacune legislative, che ora devono essere colmate. A questo scopo, un gruppo di lavoro interpartitico composto da parlamentari nazionali ha lanciato un pacchetto di misure a livello nazionale.
Gli episodi di violenza che si ripetono da decenni nel contesto di manifestazioni non autorizzate hanno raggiunto, con i disordini dell’11 ottobre 2025 a Berna, un nuovo livello di aggressività e di disponibilità al rischio. Diversi membri del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati ritengono che tale evoluzione minacci la sicurezza interna e hanno proposto un pacchetto di misure contro l’estremismo violento a livello nazionale, vagliando diverse misure per adeguare la legislazione.
«L’origine di tali eccessi di violenza è chiaramente evidenziata dai dati statistici del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Nel 2024, circa un quarto delle manifestazioni di estrema sinistra è sfociato in violenza», ha spiegato il Consigliere nazionale Reto Nause (Il Centro, BE), presidente dell’Alleanza Sicurezza Svizzera, durante una conferenza stampa presso il ristorante Della Casa a Berna.
Inasprimento delle leggi e chiusura delle lacune
Il fenomeno è noto. Individui violenti e rivoltosi cercano la copertura della massa durante una manifestazione per compiere atti di violenza personali. Il risultato sono devastazione, distruzione, indignazione e danni materiali, che ricadono su commercianti, ristoratori e contribuenti. «Conosciamo tutti il problema: anche quando vi sono degli arresti, le condanne poi sono rare. Spesso la causa sono le lacune legislative. Con il pacchetto nazionale “Stop all’estremismo violento” vogliamo finalmente cambiare questa situazione», ha sottolineato Reto Nause.
Migliori basi legislative per prevenire e perseguire reati
Il Consigliere agli Stati Werner Salzmann (UDC, BE) ha spiegato che, secondo l’articolo 260 del Codice penale, già la partecipazione a una manifestazione non autorizzata e violenta è punibile, anche se la persona non usa violenza in prima persona. «Finora non era regolato il porto di oggetti pericolosi e chiaramente destinati a creare disordini. Questo deve cambiare tramite un adeguamento legislativo», ha affermato Salzmann. «Chi porta casco e maschera subacquea, manganelli, petardi, fuochi d’artificio o laser durante una manifestazione difficilmente ha intenzioni pacifiche.» La legge deve quindi intervenire già prima dell’utilizzo di tali oggetti. Inoltre, un’altra misura prevede una distinzione chiara tra partecipanti e agitatori che conducono le azioni.
«Chi accetta volontariamente la possibilità di ferire o addirittura uccidere membri delle forze dell’ordine deve essere punito più severamente», ha dichiarato il Consigliere nazionale Michael Götte (UDC, SG). «In caso di violenza intenzionale e consapevole con oggetti pericolosi contro le forze dell’ordine, deve essere prevista obbligatoriamente una pena detentiva minima di un anno. Le autorità, in qualità di datori di lavoro, hanno la responsabilità di proteggere i propri dipendenti.»
Ampliamento degli strumenti investigativi
La persecuzione penale nell’ambito dell’estremismo violento è spesso limitata dalla restrizione alla sorveglianza. Il SIC può monitorare solamente tramite fonti pubblicamente accessibili. «A causa dell’incappucciamento, l’attribuzione chiara dei reati non è spesso possibile. A seguito di appelli alla violenza, le sorveglianze mirate devono poter essere effettuate – naturalmente previa autorizzazione,» ha dichiarato la Consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR, VD). Un’ulteriore misura prevede l’impiego del riconoscimento facciale basato sull’IA. «Il suo utilizzo avrebbe un effetto preventivo in situazioni con potenziale di violenza e faciliterebbe l’identificazione dei responsabili», ne è convinto Reto Nause.
Quando delle persone vengono fermate nel contesto di una manifestazione, oggi possono essere trattenute dalla polizia per un massimo di 24 ore. «Questo limite non è più adeguato. Per evitare l’inquinamento delle prove, garantirne la raccolta e documentare i reati, nell’attuale mondo digitale è necessario più tempo », ha dichiarato il Consigliere nazionale Christian Wasserfallen (PLR, BE). «Un’estensione a 48 ore è appropriata.» Inoltre, questo avrebbe un effetto sulla società: «Chi viene arrestato durante una manifestazione il sabato, mancherebbe così al lavoro o alle lezioni il lunedì.»
Riduzione dell’impatto su economia locale e popolazione
I disordini violenti lasciano sempre un’immagine di devastazione. A causa delle lacune legislative, commercianti, ristoratori e proprietari di edifici devono sobbarcarsi loro stessi i costi. «L’obiettivo deve essere quello di far passare alla cassa i partecipanti alle manifestazioni non autorizzate e violente», ha spiegato la Consigliera agli Stati Brigitte Häberli (Il Centro, TG). Gli episodi violenti hanno anche un impatto diretto e rilevante sulla vita pubblica. Il servizio dei trasporti pubblici non può operare regolarmente durante manifestazioni violente non autorizzate. «Non è accettabile che persone estranee ai fatti restino bloccate, perdano coincidenze o che addirittura intere linee ferroviarie vengano paralizzate», ha affermato il Consigliere nazionale Heinz Theiler (PLR, SZ). «Per questo motivo, l’articolo 239 del Codice penale (perturbamento di pubblici servizi) deve essere precisato ed integrato.»