Perequazione e critiche: il Cantone risponde

Perequazione e critiche: il Cantone risponde

Vanno riviste “alcune leggi settoriali che non premiano l’efficienza dei vari sistemi”, afferma Norman Gobbi, dopo le dichiarazioni di Michele Foletti

Le nuove critiche sollevate da Michele Foletti, durante la presentazione del preventivo 2024 della Città di Lugano, hanno rilanciato nelle ultime ore il dibattito sul meccanismo di perequazione e dei flussi finanziari fra i comuni e il Cantone. Da un lato, a pagare, ci sono comuni finanziariamente più forti, con un gettito maggiore, come appunto Lugano. Dall’altro, quelli più deboli che ricevono invece soldi. Il sindaco di Lugano ha citato ieri l’ambito sanitario, per il quale la città versa ogni anno al Cantone una sessantina di milioni di franchi. Di questi, è stato detto, solo la metà torna, per così dire, alle strutture come Spitex e case anziani sul territorio cittadino, mentre l’altra metà finanzia strutture in altri comuni più deboli. Di per sé non è il principio della solidarietà intercomunale a essere criticato, ma l’efficienza con cui chi beneficia dei contributi spende quanto ha ricevuto.

Norman Gobbi afferma di capire Foletti. Ma come risponde allora il Cantone a questa sua rimostranza? “Da un lato, sicuramente si devono rivedere alcune leggi settoriali che non premiano l’efficienza dei vari sistemi”, risponde il consigliere di Stato, osservando che “se è vero che la Città di Lugano, riorganizzando tutto il settore delle proprie case anziani, oggi è in grado di garantire le diarie per le degenze più basse del cantone, deve essere da stimolo e anzi da sforzo per gli altri a fare altrettanto”. Ma fintanto che non si avrà “uno strumento che impone questo sistema, evidentemente mancheremo l’obiettivo di essere più efficienti e quindi anche meno costosi e meno impattanti sul fisco dei nostri contribuenti”. Ma per procedere ad un cambio di paradigma, precisa il direttore del Dipartimento delle istituzioni (DI), occorre la collaborazione di tutti. “Ci vuole anche una volontà politica, non solo del Governo, mi permetto di dire, ma soprattutto anche del Parlamento”, che invece talvolta “chiede una parità, un livellamento di tutti i parametri sull’intero territorio” del cantone. Intanto sul tavolo c’è la riforma “Ticino 2020”, la cui consultazione fra i comuni si chiuderà fra pochi giorni: essa dovrebbe regolare anche i flussi finanziari fra Cantone e comuni e permettere soprattutto più trasparenza.

Sul versante dei comuni che ricevono dal contributo di livellamento, c’è anche Bellinzona. Cosa fa la città per ottimizzare le spese con questi soldi? Per il sindaco Mario Branda va sottolineato che i cittadini “dei comuni paganti generalmente versano molte meno imposte, rispetto ai cittadini dei comuni riceventi”. Il differenziale “di moltiplicatore è anche molto importante”, aggiunge, spiegando che, se consideriamo Lugano e Bellinzona, “la differenza è di circa 16 punti di moltiplicatore per le persone fisiche”. Inoltre bisogna anche ritenere che la spesa pro capite generalmente presente nei comuni riceventi “è sensibilmente inferiore rispetto a quella prevista per i comuni paganti”. Branda, quindi, preannuncia che col preventivo 2024, anche grazie al consolidamento dell’aggregazione, il contributo versato alla città si ridurrà in modo massiccio: “Vedremo una riduzione del contributo di livellamento compreso fra i 3 e i 5 milioni di franchi”, precisa il sindaco. Un risultato, che definisce già ora storico.

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