Politici locali (soprattutto giovani) cercansi

Politici locali (soprattutto giovani) cercansi

Quasi nessuno vuole fare il politico, soprattutto fra i più giovani; e sempre più persone non solo non hanno nessuna intenzione di ricoprire una carica pubblica ma mostrano un totale disinteresse per l’argomento.

 
Cittadini sempre più lontani dalla politica – Un sondaggio condotto nel 2019 dalla Sezione enti locali del Dipartimento delle istituzioni mise in luce anche numericamente i termini di questa disaffezione: tra le persone ticinesi di età compresa fra i 18 e i 34 anni, solo il 38% degli interpellati affermava di essere interessato alla politica e solamente il 22% invece prendeva in considerazione la remota possibilità di assumere una carica pubblica. Quest’ultima percentuale, già poco confortante, diminuiva ancora di più se si chiedevano notizie di qualche infatuazione per la politica alle persone di età più avanzata: ritrosia su larga scala.

Alla luce di questi dati – e dei risultati del terzo Simposio sulle relazioni tra Cantone e Comuni, organizzato lo scorso 17 marzo – il Dipartimento delle istituzioni corre ai ripari.

Il progetto Democrazia viva – «Sulla scorta delle positive esperienze ricavate dal progetto Buon governo proposto a Faido e Tresa, il dipartimento ha incaricato la Sezione degli enti locali di elaborare una serie di proposte concrete che confluiranno nel progetto Democrazia viva – spiega Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni – con il quale miriamo a coinvolgere le comunità. Oggi consideriamo prioritario incoraggiare i cittadini a prendere parte alla vita politica locale e, in particolare, a mettersi a disposizione per assumere una carica pubblica».

Gobbi, «molti vorrebbero entrare in politica ma sono frenati dalle critiche che l’impegno in prima persona potrebbe attirare – Gobbi evidenzia anche il fatto che «molti cittadini vorrebbero entrare in politica ma spesso sono frenati dall’impegno anche oneroso dal punto di vista del tempo che l’impiego in politica comporta». Non solo: «tanti sono anche frenati da eventuali critiche che l’impegno politico può attirare. Ma dobbiamo e possiamo infrangere questa diffidenza – si dice convinto – e mettere nelle migliori condizioni anche legislative i nuovi arrivati».

Un coinvolgimento sempre maggiore della società civile – È per questo che – preannuncia – nei prossimi mesi «la Sezione degli enti locali, coinvolgendo rappresentanti della società civile, della politica e delle istituzioni, si occuperà di individuare le azioni più efficaci da mettere in atto a breve e medio termine, per riaccendere nei cittadini la curiosità per il funzionamento della democrazia diretta e incrementare la partecipazione al voto».

Il primo test di sensibilizzazione alle prossime elezioni comunali – Una prima misura è però già stata identificata: «consisterà nel lancio di una campagna di sensibilizzazione in vista delle prossime elezioni comunali» dice.

La Giornata mondiale della democrazia – L’annuncio del nuovo progetto Democrazia viva arriva nel giorno in cui si celebra la quindicesima edizione della Giornata mondiale della democrazia. «Il sistema politico svizzero prevede che siano i cittadini a fare lo Stato – spiega – partecipando in modo attivo alla gestione della cosa pubblica. Questo è evidente soprattutto a livello comunale, la dimensione in cui il sistema di milizia dimostra la sua centralità per la nostra democrazia diretta. I delicati meccanismi delle istituzioni locali permettono infatti di ridurre la distanza tra classe politica e cittadinanza, favorire la coesione sociale e rafforzare la fiducia nelle istituzioni».

La fase della raccolta di idee – Ma a che fase è il nuovo progetto su cui sta lavorando il dipartimento? E come avverrà il “reclutamento” dei nuovi politici? «Non siamo ancora nello step del “reclutamento” come lei lo definisce – risponde Gobbi – ma in quello della raccolta di idee e della posa di quelle ipotesi progettuali che faranno scaturire le azioni per riportare fra i cittadini l’interesse per la politica, stimolandoli su base personale a un coinvolgimento in prima persona».  

Disaffezione mette a rischio la progettualità – Questa disaffezione – conclude il direttore del dipartimento – «impedisce infatti a diversi Comuni di procedere a un regolare ricambio delle persone elette negli organi esecutivi e legislativi, mettendone a rischio la progettualità».

Da www.tio.ch