Progettare il Ticino che verrà

Progettare il Ticino che verrà

Una nuova convivenza. Al via il progetto per riassegnare i compiti tra Cantone e Comuni. «È già positivo il fatto di aver condiviso il punto di partenza così come il metodo di viaggio, anche se ancora non sappiamo quale sarà la destinazione finale». Con questa immagine il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi ha definito «l’ambizioso» progetto di riforma dei compiti e dei flussi finanziari tra Cantone e Comune presentato ieri a Bellinzona. Una riforma richiesta da più parti, più volte al centro di discussioni ma che fino ad oggi non è mai stata concretizzata e che non sarà facile da mettere in atto, nessuno lo nega.

«Il riordino è però necessario perché in questi anni c’è stata una tendenza all’accentramento dei compiti vista l’eccessiva frammentazione degli enti locali» ha evidenziato il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli . La riorganizzazione istituzionale verrà fatta su più livelli, che comprenderà anche quello territoriale con il Piano delle aggregazioni, con l’obiettivo temporale fissato al 2020. L’intenzione è quella di rivedere criticamente quanto viene fatto ora e riassegnare i compiti a chi tra i due enti istituzionali è in grado di erogarli in modo migliore, garantendo la qualità del servizio e secondo il principio di chi se ne assume i costi deve pure poter decidere. «Lo scopo non è scaricare i compiti sui Comuni ma decidere quale livello istituzionale sia più adeguato» ha sottolineato Gobbi.

A livello pratico, a partire da gennaio 2015, il gruppo di lavoro – che sarà composto da entrambi gli enti– valuterà e definirà le future competenze con un presupposto: i costi totali non dovranno aumentare ma, se possibile, diminuire. In quest’ottica verrà rivista anche la perequazione finanziaria perché chi eroga il servizio se ne assumerà il costo, ma pure l’autonomia. «Il progetto per noi è il benvenuto, siamo d’accordo con l’obiettivo di ridistribuire i compiti a un livello più adeguato» ha sottolineato il presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi (ACT) Riccardo Calastri , aggiungendo di essere pronti a lavorare «senza pregiudizi». Calastri ha però sottolineato come per i Comuni, al contrario del Governo, la riorganizzazione territoriale non sia prioritaria rispetto alla ripartizione dei compiti. «Speriamo che il Cantone dia la precedenza ai flussi finanziari rispetto al piano delle aggregazioni, o per lo meno che porti avanti in parallelo entrambe le riforme».

A tal proposito Gobbi ha ribadito che i lavori dovranno proseguire assieme, sottolineando comunque che se il Piano delle aggregazioni dovesse incagliarsi, la riforma dei compiti non decadrà. L’obiettivo è il 2020, tempi lunghi dunque ma, ha sottolineato il responsabile della Sezione degli enti locali Elio Genazzi , non è escluso che nei prossimi anni alcuni provvedimenti possano già essere introdotti una volta condivisi da tutti.

Netoska Rizzi, Corriere del Ticino, 24.06.2014 


La fase d’attuazione dovrebbe iniziare nel 2020. Il Governo lancia un’importante riforma per riorganizzare i compiti e i flussi tra Cantone e Comuni. Il Consiglio di Stato ticinese dà avvio a una riforma istituzionale, che prevede una riorganizzazione dei compiti e dei flussi finanziari tra cantone e comuni. I contenuti sono stati presentati oggi, lunedi, dal presidente dell’Esecutivo Manuele Bertoli, dal collega di Governo Norman Gobbi e dal capo degli Enti locali Elio Genazzi.

L’intenzione, è stato sottolineato nel corso di una conferenza stampa, è quella di ridisegnare le competenze di comuni e cantoni, a partire dal 2020, toccando vari ambiti: dal territorio fino ai compiti istituzionali, dai flussi finanziari alla perequazione, passando dalle aggregazioni. L’attuale sistema è stato giudicato anacronistico da molti addetti ai lavori. La progettazione, che verrà accompagnata dagli enti interessati, dovrebbe iniziare nel 2015.

“È una riforma benvenuta. Si tratterà di lavorare assieme per mettere ordine a questi flussi, assegnando i compiti a chi spetta, garantendo buone prestazioni a costi possibilmente più contenuti”, ha spiegato alle Cronache della Svizzera italiana Riccardo Calastri, presidente dell’Associazione dei comuni ticinese.

Red. MM/CSI, http://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Progettare-il-Ticino-che-verr%C3%A0-1211911.html

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