«Serve la volontà dal basso per la fusione in alta valle»

«Serve la volontà dal basso per la fusione in alta valle»

Non è tempo di aggregazione per l’alta Leventina. Così ci hanno risposto i sindaci di Airolo, Bedretto, Dalpe, Prato e Quinto. C’è chi lo ritiene un passo prematuro, altri restano scettici, mentre per Prato non sarebbe male una mini-fusione tanto per iniziare. Cosa ne pensa il leventinese DOC Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni?
I sindaci, dalle nostre colonne, ritengono che attualmente la fusione non sia una priorità, considerando l’impegno profuso in altri dossier. L’aggregazione nell’alta Leventina è per contro ancora una priorità del suo dipartimento? Se sì, oggi come oggi è tuttora ipotizzabile un’unione di tutti e cinque i Comuni?
«L’orientamento della politica aggregativa in Ticino è definito nel Piano cantonale delle aggregazioni (PCA), che il Consiglio di Stato ha presentato nell’ottobre 2018. Quel documento propone una visione per il futuro dell’organizzazione comunale e un’impostazione dei principi e delle modalità per conseguirla. Uno dei fondamenti consiste nella volontà delle comunità locali e quindi dall’iniziativa “dal basso” che, salvo laddove si riscontrano situazioni di dissesto finanziario o amministrativo, guida la riorganizzazione. L’aggregazione è infatti prima di tutto nell’interesse dei Comuni e della loro cittadinanza. I cinque Comuni dell’Alta Leventina sono indicati nel PCA come uno scenario aggregativo e tutti riconoscono quanto siano forti le interdipendenze e quanto sia necessario lavorare insieme. L’unione dei cinque enti locali dell’alta valle è certamente ipotizzabile, senz’altro logica e un possibile strumento per rafforzare questo comprensorio nel contesto cantonale. Ma, come ribadito poc’anzi, la volontà deve arrivare dal basso e le autorità locali devono essere protagoniste di un’eventuale aggregazione ».

Il sindaco di Prato Leventina Davide Gendotti si dice favorevole – per iniziare – ad una fusione a due o a tre che comprenderebbe il suo Comune, Quinto e Dalpe. Come valuta questa soluzione intermedia: è fattibile? L’aggregazione a tappe potrebbe essere una via percorribile?
«La possibilità di aggregazioni a tappe è esplicitamente prevista dal PCA e peraltro è già stata attuata più volte; pensiamo ad esempio ai casi di Capriasca e Faido, che sono cresciuti in fasi successive, tenuto conto anche delle diverse sensibilità e situazioni delle comunità locali ».

Sta per partire il masterplan Leventina, con orizzonte 2030. Alla luce degli importanti progetti in fase di elaborazione (si veda la scheda a lato) non sarebbe auspicabile unire al più presto le forze per gestire poi al meglio queste iniziative che cambieranno il volto della valle? Oppure è preferibile attendere le prime risultanze del masterplan per poi sedersi allo stesso tavolo e discutere di un’eventuale fusione?
«Affrontare sfide di tali dimensione e complessità come enti pubblici frastagliati implica un importante investimento di concertazione per affermare le aspettative della regione verso gli interlocutori che portano avanti progetti determinanti per il futuro della valle. Da parte del Dipartimento c’è sempre disponibilità alla discussione, come del resto già è stato il caso in passato».

Spostiamoci verso sud. Il progetto aggregativo della bassa Leventina interessa Bodio, Giornico, Personico e Pollegio. La votazione consultiva si terrà il 13 febbraio 2022; serate informative dal 28 settembre prossimo. I Consigli comunali degli ultimi due paesi, in febbraio, hanno preavvisato negativamente il matrimonio. Se dalle urne dovesse uscire lo stesso risultato la fusione sarebbe destinata a naufragare? O potrebbe entrare in linea di conto un’aggregazione solo a due o a tre?
«In primo luogo è importante che la popolazione possa infine esprimersi su questo progetto di aggregazione di cui si parla ormai da tempo. La cittadinanza sarà chiamata ad esprimersi su quanto proposto dalla Commissione di studio, cioè l’unione dei quattro Comuni della bassa valle. Alla luce del risultato della votazione consultiva, il Governo farà la sua proposta al Gran Consiglio; la legge determina dei paletti che dipendono anche dall’esito della votazione consultiva».

 

Intervista pubblicata nell’edizione di martedì 7 settembre 2021 del Corriere del Ticino

(Foto: www.airolo.ch)