“Si parlava di fine anno”

“Si parlava di fine anno”

Da www.tio.ch

Secondo il Presidente del Governo cantonale, la decisione porrà molte competenze e costi sulle spalle dei cantoni

Il Consiglio federale ha deciso oggi che dal 1° ottobre saranno di nuovo autorizzate le manifestazioni con oltre 1’000 persone. 

Il Presidente del Governo ticinese, Norman Gobbi, si è dichiarato «sorpreso» dalla decisione. Una scelta inaspettata, come ha spiegato ai microfoni della RSI, «perché nelle scorse settimane, i Direttori della Sanità pubblica avevano espresso un forte scetticismo su un allentamento, e gli scenari parlavano di fine anno, rispettivamente del 31 marzo 2021».
Gobbi ha poi sottolineato che quella odierna «è una decisione che porrà molte competenze e costi sulle spalle dei cantoni, che dovranno poi anche coordinarsi tra loro».
«Non si può considerare un azzardo perché non è esecutiva subito», ha poi aggiunto il Consigliere, spiegando che «bisognerà capire se è solo un ‘contentino’ nei confronti soprattutto degli organizzatori di grandi eventi, come fiere, partite sportive ed eventi culturali, per prendere tempo».
Infatti, la decisione potrebbe presto cambiare: «Hanno deciso oggi di allentare, ma visto che il virus può evolvere molto velocemente, domani la decisione potrebbe non valere già più».

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Da www.cdt.ch

I dubbi di Gobbi: «Non vorrei che fosse un contentino ai club»

Il presidente del Governo ticinese commenta la mossa del Consiglio federale sul limite degli spettatori: «Da qui a ottobre potrebbe cambiare tutto e se del caso non avremo paura a prendere decisioni forti»

Porte aperte a più di 1.000 tifosi negli stadi a partire da ottobre. Il Consiglio federale ha indicato la via. Oneri non indifferenti, tuttavia, ricadranno sui Cantoni. «Ancora una volta, Berna dispone e i singoli governi devono eseguire con tutte le conseguenze del caso in termini di responsabilità e oneri organizzativi» rileva il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi. Che poi ammette: «La decisione del Consiglio federale ci ha un po’ sorpresi. Il motivo? Beh innanzitutto la conferenza dei direttori cantonali della sanità spingeva per un’altra soluzione. Inoltre tra gli scenari che erano stati posti in consultazione un simile allentamento era immaginato per la fine dell’anno o a marzo 2021». Quale, dunque, la lettura da dare a questa nuova accelerazione? Gobbi non usa tanti giri di parole: «Non vorrei che il Consiglio federale abbia voluto dare un contentino ai club sportivi, con il rischio però che a ottobre – dopo aver investito tempo e soldi – le cose prendano tutta un’altra piega».

Già, la variabile impazzita resta l’evoluzione del virus nei vari angoli del Paese. «Detto che nel prossimo mese e mezzo potrebbe cambiare tutto, ora cruciale sarà il coordinamento tra i vari attori. L’obiettivo è quello di impedire che si producano regimi troppo differenti da loro. Se penso all’integrità di un campionato sportivo, sarebbe infatti difficilmente comprensibile accettare partite con zero tifosi e altre con più di 5.000». In questo quadro il Governo ticinese non parte comunque da zero. Per più ragioni. Gobbi fa un esempio concreto: «Le prime partite amichevoli delle squadre di hockey disputate a Biasca hanno rappresentato un primo test sul piano dei concetti di protezione. Poi, naturalmente, sappiamo bene che molto dipenderà dal tipo di infrastruttura chiamata ad accogliere le singole manifestazioni». Aperto questo spiraglio, non si teme però che le società sportive alzeranno il pressing su Palazzo delle Orsoline? Sentite Gobbi: «Lo abbiamo già dimostrato in febbraio, chiudendo per primi le porte degli stadi. Prendere decisioni forti o imporre limitazioni non ci spaventa. E in futuro le cose non cambieranno». No, non è ancora tempo di lasciapassare e del «liberi tutti».