“Siamo arrivati all’overtime  ma abbiamo fatto gol”

“Siamo arrivati all’overtime ma abbiamo fatto gol”

Norman Gobbi soddisfatto per l’approvazione della nuova imposta di circolazione 2023

Tenacia e costanza vengono sempre premiate. E in politica serve anche avere la capacità di mediare e di dialogare. Tutto questo non ha fatto difetto nel corso delle ultime settimane al Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, dopo il voto popolare sull’accoglimento dell’iniziativa sull’imposta di circolazione del 30 ottobre. “Davanti a un voto popolare era importante non perdere tempo e introdurre la nuova imposta di circolazione già a partire dal 2023, per rispettare la volontà della maggioranza delle cittadine e dei cittadini ticinesi”, afferma il Consigliere di Stato. “In quest’ottica, grazie al lavoro dei collaboratori del Dipartimento che dirigo, siamo riusciti a trovare le giuste coordinate. Eravamo confrontati con oggettive difficoltà, legate alla formula della nuova imposta approvata dal popolo. Anche perché quella formula era stata pensata ben 5 anni fa, nel 2017 e nel frattempo dal punto di vista tecnico sono cambiate diverse cose. In particolare i famosi “cicli di omologazione” di cui si è tanto detto e scritto negli ultimi mesi, che fissano il dato di consumo di CO2 su cui proprio fa leva l’iniziativa popolare. Il concetto di fondo della formula era: “chi meno inquina con la propria auto, meno deve pagare di imposta di circolazione”. Ci siamo quindi adoperati per raggiungere questo obiettivo, nell’intento di non creare disparità di trattamento tra possessori di auto più nuove, e quindi tendenzialmente meno inquinanti, e auto più “datate”, sottolinea il Consigliere di Stato Norman Gobbi.

A un certo punto, di fronte alla volontà del Consiglio di Stato di proporre una formula che togliesse la disparità di trattamento, che rispondesse alla volontà popolare e che mantenesse il corretto importo globale generato dalla riscossione dell’imposta di circolazione, sembrava che le forze in parlamento non riuscissero a trovare una concordanza. “È stato questo il momento più delicato. Come Governo abbiamo quindi dovuto ritirare le nostre tre proposte. A quel punto sarebbe entrata in vigore “telle quelle” la formula dell’iniziativa. Ma sapevamo – tutti sapevano – che avrebbe creato gravi disparità di trattamento. E allora ha prevalso – e ne sono davvero contento – il buon senso. Ciò vuol dire che la commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, grazie al deputato Maurizio Agustoni, ha trovato una via mediana su cui vi è stata convergenza. Come ho detto in Parlamento giovedì, eravamo giunti all’overtime, che è previsto quando la partita finisce in parità. E ai tempi supplementari non ha vinto una squadra, ma ha vinto appunto il buon senso, la capacità di dialogare e di comunicare. In definitiva ha vinto la politica. Anche se per raggiungere il risultato finale abbiamo dovuto sudare un po’”, conclude il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

Nel 2023, quindi, verrà introdotta una nuova imposta di circolazione solo per quell’anno, con un incasso globale di 81,5 milioni di franchi, contro i 106 milioni che vengono incassati quest’anno (risparmio complessivo dunque di 25 milioni per gli automobilisti, chi più chi meno). Poi il Parlamento dovrà trovare la nuova formula definitiva per il 2024 e gli anni successivi. Ma questa sarà un’altra storia da scrivere.     

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 18 dicembre 2022 de Il Mattino