Sicurezza, politica e assunzione di responsabilità

Sicurezza, politica e assunzione di responsabilità

Gentili Signore, Egregi Signori,
porto volentieri il saluto del Consiglio di Stato e del Dipartimento delle istituzioni. Desidero sottolineare la proficua collaborazione e lo stretto legame condiviso con la vostra associazione, i vostri corpi di polizia e le vostre autorità comunali.

Dallo scorso anno, come Dipartimento ci stiamo occupando del regolamento d’applicazione della Legge cantonale sulla collaborazione tra la Polizia cantonale e le Polizie comunali LCPol. Un tema che – dopo avere ereditato l’impianto frutto della precedente legislatura e delle discussioni parlamentari – va sviluppato con la dovuta cura e attenzione del dettaglio, in modo da non lasciare nulla al caso. Per questo motivo, rispetto ad un iniziale ottimismo sulla tempistica, ora l’obiettivo aggiornato è di poter porre in esecuzione la Legge, il suo regolamento e le relative direttive dipartimentali durante l’estate 2012.

Il regolamento è di per sé fatto, e come ha spiegato correttamente il vostro presidente, il primotenente Dimitri Bossalini, ha seguito un iter corretto, in cui le Polizie comunali sono state coinvolte fino a giungere alla condivisione da parte dei responsabili politici dei Comuni polo. Mancano le direttive, che sono diventate però il punto focale.

Il regolamento è stato concepito da un gruppo di lavoro, completato dalle riflessioni della commissione per l’intensificazione della collaborazione tra le polizie (CICP), affinato dal Dipartimento che dirigo, sottoposto ai capi dicastero comunali dei Comuni polo delle regioni di Polizia comunale, e ulteriormente reso conforme, esaustivo e solido dalla Direzione dipartimentale.
Le direttive, unitamente agli allegati 1 (comprensori delle regioni di polizia comunale) e 2 (deleghe di polizia), sono oggi oggetto di un intenso lavoro tra Direzione dipartimentale e Comando della Polizia cantonale, in modo da poter offrire dei documenti utili e intelligenti ai Comuni.
Penso in particolare alla questione della definizione del fabbisogno di polizia, che terrà conto di aspetti territoriali, socio-economici e di potenziali rischi presenti in un determinato territorio comunale. Infatti, se tutti i Comuni sono uguali, non lo è il loro fabbisogno di forze di polizia. Prendo un esempio dal vicino Piano di Magadino: i Comuni di Sant’Antonino e Cugnasco-Gerra, che hanno un territorio e una popolazione simile, ma con necessità diverse a seguito della presenza di numerose aziende e posti di lavoro da una parte, e di case secondarie dall’altra. Obiettivo del Dipartimento è evitare inutili confronti tra Comuni in materia di sicurezza, poiché – come ben ricorda la Legge cantonale – la sicurezza è compito di tutti e va quindi assunta responsabilmente.
Il secondo elemento congiunto al fabbisogno riguarda i costi e il suo finanziamento, che vogliamo come Dipartimento indicare in parametri chiari e rispettosi. Parametri che saranno più alti nei centri capoluogo di un corpo di Polizia, siccome beneficiano della presenza “maggiore”, anche se i Comuni convenzionati dovranno pagare il giusto ed equo prezzo della sicurezza, di cui – ancora oggi – molti si sentono in diritto di esserne esentati. Il grande passo fatto con questa Legge è: rendere obbligatoria l’assunzione di un costo collettivo.

Il presidente della vostra associazione ha perfettamente compreso come il recente rinnovo dei poteri comunali possa essere preso come spunto di riflessione e di nuovi pensieri. Il tema della sicurezza è spesso affrontato in politica a parole, ma poi mancano i fatti. Anzi, la sicurezza – e per essa la polizia – diventano campo di lotta politica e peggio ancora partitica.

Lo abbiamo vissuto all’indomani della nomina del comandante della Polizia cantonale, a Bellinzona e anche in altri Cantoni. Le scelte vanno fatte su elementi oggettivi e sulle potenzialità offerte, tanto che oggi posso confermare quale azzeccata quella fatta 10 mesi or sono; una scelta valida e gratificante, confermata in questi primi sei mesi di attività con il colonnello Matteo Cocchi.

A livello comunale, l’organizzazione della sicurezza assume una forma diversa dovuta alla grandezza del territorio, dalla morfologia, dalla popolazione presente domiciliata e alle problematiche di carattere locale, non per questo meno importanti ma gestibili diversamente. . Importante è essere lungimiranti, tener fede agli impegni assunti (anche in campagna elettorale) e mirare ad obiettivi chiari e raggiungibili. Il nostro Paese è cresciuto ed è diventato forte grazie al senso di responsabilità e alla sicurezza, in cui quali punti cardine predominanti sono tutt’oggi il controllo e il presidio del territorio, fattori determinanti  e che hanno permesso di evitare il diffondersi di società parallele o attività criminali.

La sicurezza e la politica comunale sono vitali, così come la responsabilità individuale. Penso alla recente richiesta di un commerciante per una maggior presenza di polizia davanti al suo negozio; richiesta forse legittima. Come ogni caso va considerato con il giusto senno; i fatti accaduti al commerciante citato ci pongono comunque dei quesiti: cosa ha fatto questo commerciante per evitare il ripetersi di eventi come lo scasso della vetrina? Ha assunto misure per evitare di attirare l’attenzione, come ritirare gli oggetti esposti durante la notte e la domenica? Discorsi e punti che devono essere presi in considerazione in ogni analoga situazione: quando una persona si assume un rischio, ne subisce pure le conseguenze. Ognuno dunque deve assumersi una parte principale parte nel compito di sicurezza, in base alla valutazione dei rischi e delle conseguenze, che partono dall’individuo e arrivano alla collettività.

Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato, Direttore del Dipartimento delle istituzioni e Presidente della Regio Insubrica

Associazione delle Polizie comunali ticinesi APCTi – Assemblea annuale

18 aprile 2012, Sementina – sala Consiglio comunale
Intervento di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni

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