“Un doppio sì che modernizza la giustizia ticinese e rafforza la fiducia dei cittadini”

“Un doppio sì che modernizza la giustizia ticinese e rafforza la fiducia dei cittadini”

La doppia approvazione del Gran Consiglio ticinese, che ha dato luce verde sia alla digitalizzazione della giustizia sia alla reintroduzione della figura del sostituto procuratore pubblico, rappresenta per Norman Gobbi un segnale di maturità istituzionale e di visione strategica. In un momento di forte pressione sulla credibilità del sistema giudiziario, il direttore del Dipartimento delle istituzioni ha definito questo doppio voto “una tappa decisiva per modernizzare la macchina della giustizia, restituendole efficienza e fiducia pubblica”.
Gobbi ha sottolineato come la digitalizzazione non sia solo un aggiornamento tecnologico, ma una riforma culturale dell’intero apparato. L’approvazione del credito di 3,6 milioni di franchi per l’infrastruttura digitale dei tribunali e del Ministero pubblico permetterà di aderire pienamente al progetto nazionale Justitia 4.0, con dossier elettronici e scambio digitale di atti tra autorità. “Ridurre tempi, costi e burocrazia significherà rendere la giustizia più accessibile e trasparente, una giustizia che dialoga con il cittadino”, ha dichiarato.
La trasformazione tecnologica dovrà procedere insieme al rafforzamento delle competenze del personale: “La sfida è duplice, aggiornare strumenti e menti affinché l’innovazione non diventi complicazione”. Il processo sarà graduale e coordinato con la Confederazione, per armonizzare le piattaforme cantonali e federali.
Non meno importante, secondo Gobbi, è la reintroduzione del sostituto procuratore pubblico, approvata a larga maggioranza. “È una risposta concreta al sovraccarico dei procuratori, chiamati a gestire centinaia di incarti. Dare loro sostegno significa restituire efficacia all’azione penale e tempi di giustizia più umani.” I quattro nuovi sostituti, nominati dal Gran Consiglio, si occuperanno dei casi minori, liberando risorse per le indagini più complesse.
Gobbi ha definito questa scelta “un ritorno all’equilibrio”: dopo anni di ridimensionamenti, la giustizia ticinese ritrova strumenti adeguati per affrontare l’aumento dei casi e le nuove forme di criminalità, anche informatica. “Il sostituto procuratore garantisce quella flessibilità operativa necessaria in una società dove i confini tra reato tradizionale e crimine digitale sono sempre più labili.”
Sul piano politico, Gobbi ha ringraziato le forze parlamentari per aver superato le divisioni ideologiche in nome dell’interesse pubblico: “Questo doppio voto dimostra che, quando l’obiettivo è rafforzare lo Stato di diritto, la politica ticinese sa trovare convergenza”.
Guardando avanti, il direttore ha invitato a mantenere il ritmo delle riforme: “Abbiamo imboccato la strada giusta, ma serve continuità. Digitalizzazione e potenziamento della giustizia devono procedere insieme, con visione e pragmatismo. Solo traducendo queste decisioni in risultati concreti per cittadini e professionisti potremo dire di aver davvero modernizzato la giustizia ticinese.”

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 12 ottobre 2025 de Il Mattino della domenica