Un Esercito che deve migliorare le proprie relazioni pubbliche

Un Esercito che deve migliorare le proprie relazioni pubbliche

A nome del Consiglio di Stato ticinese Vi porgo il benvenuto e Vi ringrazio per l’invito a partecipare all’Assemblea di una Società dinamica qual è la vostra, sempre in prima linea nel promuovere e nel difendere gli interessi del Canton Ticino in ambito militare. 

La volontà di cittadine e cittadini di assumere la funzione di ufficiale di milizia costituisce un evidente valore aggiunto per l’organizzazione pubblica o privata in cui sono attivi o saranno attivi. 

A maggior ragione per gli ufficiali di milizia italofoni, poiché portano con sé maggiori competenze linguistiche e di conoscenza del nostro Paese, oltre alle basilari competenze di organizzazione, pianificazione, conduzione e relazioni sociali. Un valore aggiunto che non dobbiamo perdere d’occhio nel nostro mondo del lavoro; anche e soprattutto come istituzioni pubbliche, le quali dovrebbero maggiormente riconoscere questo ruolo. 

Un passo in questa direzione è stato il recente riconoscimento – tramite un’apposita convenzione – della formazione di condotta appresa durante le scuole militari per i quadri, nell’ambito dei crediti di formazione della SUPSI. L’estensione ad altri istituti scolastici è attualmente in corso e ciò dimostra nuovamente le qualità formative dei quadri di milizia.

Quale Consigliere di Stato posso solo confermare come, nell’ambito dell’Amministrazione cantonale, i quadri e i funzionari che hanno nel loro bagaglio esperienze di formazione e condotta militare dispongano di maggiori strumenti nell’affrontare i loro compiti e assumere il loro ruolo. Questo non vuol essere un discredito degli altri, bensì una valorizzazione della formazione militare nella conduzione della pubblica amministrazione, e come detto in entrata per l’economia privata. 

L’odierno passaggio di testimone tra il colonnello SMG Marco J. Netzer e il colonnello Marco Lucchini è la migliore sintesi di questa riflessione iniziale. 

Marco Netzer è stato, in qualità di presidente della STU, l’espressione dell’economia privata e del settore bancario, con le sue diverse funzioni dirigenziali e la sua attuale presidenza del Consiglio di Amministrazione di una banca privata svizzera; competenze professionali e personali, che gli hanno fruttato la fiducia delle istituzioni con la sua nomina a Presidente dei Fondi di Compensazione AVS/AI/IPG da parte del Consiglio federale nel 2007. Una figura solida che ha dato ulteriore autorevolezza alla voce dell’ufficialità ticinese, dentro e fuori i confini cantonali. Un’autorevolezza che gli ha permesso di entrare nello staff miliziano del Capo dell’Esercito Cdt C Blattmann, e quindi rispondendo agli scopi stessi della STU di contributo agli interessi della politica di sicurezza e di valorizzazione dell’italianità nell’Esercito. In questi due mandati di presidenza, dal 2007 ad oggi, Marco Netzer è stata – unitamente ai nostri alti ufficiali superiori, e in particolare il compianto Div Roberto Fisch – una vistosa, solida ed importante bandiera rossoblù piantata nel cuore del nostro Esercito. A nome del Consiglio di Stato, e in particolare del Dipartimento delle istituzioni, esprimo gratitudine al colonnello SMG Netzer per la sua lealtà nei confronti delle Autorità cantonali, per il suo impegno a favore dell’esercito di milizia e per la capacità di dare visibilità autorevole all’ufficialità italofona. Grazie Marco!

Marco Lucchini è forse ai più una persona poco nota, anche perché d’abitudine rifugge i riflettori mediatici. È un uomo sempre pronto ad assumersi responsabilmente compiti di conduzione, come nel caso odierno. Figura centrale nelle relazioni tra cittadini e Autorità cantonali, dirige da 14 anni il Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato. In questa sua funzione ho avuto la possibilità di conoscerlo meglio, e in questi due anni ne ho apprezzato le sue competenze professionali e umane, come pure il suo innato spirito orientato alla soluzione del problema, con pragmatismo e solidità giuridica. Una figura competente e solida, che partecipa in qualità di esperto al giudizio delle proposte dei vertici dell’Esercito in ambito dello sviluppo ulteriore, nella sua funzione di ufficiale di milizia nello stato maggiore dell’Esercito (Astt 180 WEA). Marco Lucchini darà visibilità all’ufficialità di milizia impegnata nelle organizzazioni pubbliche, fungendo da esempio. All’avvocato e colonnello Lucchini esprimo i migliori auguri del Consiglio di Stato e del mio Dipartimento in questa nuova sfida per il bene dell’ufficialità ticinese. Auguri Marco!

Permettetemi ora, anche alla luce della votazione del prossimo settembre una piccola riflessione sull’importanza della comunicazione e delle relazioni pubbliche che il nostro Esercito deve intrattenere con i parlamentari federali, con l’opinione pubblica e con i cittadini. 

Risulta evidente, anche a margine delle continue e numerose iniziative popolari “anti-militariste” e del continuo ridimensionamento delle risorse attribuite alla nostra armata, che il nostro Esercito debba intensificare ulteriormente le relazioni pubbliche allo scopo di far (ri)scoprire alle Cittadine ed ai Cittadini il valore ed il significato delle nostre forze armate. Il contatto della popolazione ticinese, ma anche svizzera, con le attività dell’Esercito si sta affievolendo complice, da un lato la riduzione degli effettivi, e dall’altro la riduzione del numero di corsi di ripetizione che si svolgono oggi prevalentemente sulle piazze d’armi. 

Questa situazione ha portato a una minor visibilità del grigioverde nella popolazione civile.

Per colmare questa lacuna è necessario aumentare il numero dei corsi di ripetizione che si svolgono in Ticino, ma anche evidenziare quanto basilare sia il ruolo dell’Esercito nell’ambito della protezione della popolazione e quale riserva strategica del nostro Paese in caso di necessità. 

Una popolazione ticinese e svizzera, che lo ricordo, apprezza enormemente le nostre forze armate specie nell’impiego a sostegno della popolazione civile durante calamità naturali quali le alluvioni del 2000 in Ticino, nel 2011 nell’Oberland bernese ed in Vallese o recentemente avvenute a Donat/Ems. 

In questo senso è importante soprattutto che la popolazione si renda conto dell’insostituibile ruolo che le nostre truppe svolgono nel supporto alle Autorità civili in caso di catastrofi o eventi straordinari. Tutte le strutture civili d’intervento, infatti, sono calibrate per la gestione quotidiana di eventi, che oserei dire, sono di normale amministrazione. Di fronte a calamità naturali, ma anche solo ad eventi sportivi di media importanza, il supporto dell’Esercito si rivela non solo necessario, ma addirittura indispensabile.

Anche a livello parlamentare il nostro Esercito vive un deficit di comunicazione che è emerso con tutta evidenza durante la recente votazione per i Gripen, peraltro influenzata da una lotta commerciale tra i vari produttori. I nostri Parlamentari non sono insensibili all’Esercito, ma semplicemente lo conoscono sempre meno non avendo frequentato la scuola reclute o intrapreso una carriera di milizia oppure vivendo di ricordi di un Esercito che non c’è più.

Un percorso dunque lungo, tortuoso e pieno di rischi quello della difesa del nostro Esercito di milizia. Il primo ostacolo lo affronteremo in settembre con la votazione popolare sull’abolizione dell’obbligo di servire. 

I responsabili cantonali degli affari militari, che mi pregerò di presiedere a partire dal prossimo 1. giugno nella Conferenza governativa degli affari militari, della protezione civile e dei pompieri, hanno espresso una chiara e ferma opposizione a questa proposta, in quanto minerebbe il principio di milizia e di impegno del cittadino a favore della politica di sicurezza. 

I direttori cantonali hanno altresì espresso fermamente che – per essere credibile – l’Esercito svizzero debba poter disporre di un budget annuo di 5 miliardi di franchi, un budget attualmente messo in discussione dallo stesso Consiglio federale.

Si tratta quindi di sbaragliare il campo da tutti questi ostacoli, affinché il nostro Paese possa ancora disporre di un sistema credibile di difesa e una riserva strategica per la propria sicurezza. 

I segnali preoccupanti per la stabilità del Continente europeo stanno aumentando e non dobbiamo sottovalutare i rischi, anche quelli reconditi. Con il vostro e nostro impegno dobbiamo evitare di non farci trovare pronti. 

Con voi, vogliamo continuare a vivere in una Svizzera democratica, libera e sicura.

Vi ringrazio.

Didascalia: Da sinistra: Br Denis Froidevaux (presidente SSU), col SMG Marco Netzer (presidente uscente STU), Norman Gobbi (Direttore DI), col Marco Lucchini (presidente entrante STU), Cdt C André Blattmann (Capo dell’Esercito)

Assemblea Generale Ordinaria della Società Ticinese degli Ufficiali (STU)
Un Esercito che deve migliorare le proprie relazioni pubbliche
4 maggio 2013, Palazzo dei Congressi di Lugano, ore 09:30
Intervento di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni

Lascia un commento