Norman Gobbi commenta l’avvenuta inaugurazione del Centro Polifunzionale di Camorino
L’apertura, avvenuta lo scorso 27 settembre, del Centro cantonale polivalente di Camorino rappresenta per Norman Gobbi molto più di una nuova struttura ricettiva. Il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni ha definito questo progetto da 13,5 milioni di franchi “una svolta storica nel modo in cui il Ticino gestisce l’accoglienza dei migranti, restituendo il controllo al Cantone, allo scopo di ridurre i costi operativi e assistenziali”.
Gobbi ha sottolineato come il nuovo centro segni un approccio innovativo: “con questa struttura fuori terra, moderna e funzionale, dimostriamo che è possibile coniugare efficienza amministrativa e percorso integrativo“. I 175 posti letto distribuiti su tre livelli, con camere per famiglie e spazi comuni, sostituiranno non solo il rifugio sotterraneo, ma anche i collocamenti in Hotel o pensioni.
La vera innovazione, secondo Gobbi, sta nel modello gestionale: “Per la prima volta in Ticino un centro d’accoglienza è gestito direttamente dall’Amministrazione cantonale, attraverso un ufficio dedicato. Questo ci permette un presidio più ravvicinato, una razionalizzazione dei costi e soprattutto un controllo diretto sui processi di integrazione“. La collaborazione con la Croce Rossa del Sottoceneri garantisce comunque competenze specifiche mantenendo la regia pubblica.
Il direttore ha evidenziato l’importanza del percorso integrativo: “Gli ospiti non vengono parcheggiati in attesa senza che abbiano nulla da fare, ma seguono attività formative, occupazionali e corsi che li preparano all’autonomia. È un investimento per evitare che dipendano dalla pubblica assistenza e per la sicurezza del territorio“.
Sul fronte della sicurezza interna, Gobbi ha rassicurato la popolazione di Camorino, coinvolta fin dall’inizio nel progetto: “Non ci sono divise, ma personale formato professionalmente. Il dialogo con i cittadini è stato fondamentale, continua e continuerà ad esserlo“.
Guardando al futuro, Gobbi ha voluto lanciare un messaggio chiaro: “Questo centro dimostra che accoglienza efficiente e controllo del territorio non sono incompatibili. È la prova che con trasparenza, gestione pubblica e visione strategica si possono superare le divisioni ideologiche. Il Ticino ha scelto la strada della modernità e della responsabilità, ed è un modello da cui altri cantoni potranno trarre ispirazione“.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 19 ottobre 2025 de Il Mattino della domenica