«Va dato nuovo slancio alla democrazia diretta»

«Va dato nuovo slancio alla democrazia diretta»

Dopo un anno di stop a causa dell’emergenza sanitaria è tornato il Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni
Sotto la lente le relazioni tra gli Enti locali e i cittadini
Norman Gobbi: «Spesso ci sono difficoltà nel trovare cittadini disposti a candidarsi»
Marzio Della Santa: «Il Buon governo richiede una comunità forte»

Il Buon governo dei Comuni: quali strumenti e procedure adottare per assicurare un’adeguata conduzione politica e amministrativa del Comune? Come coinvolgere i cittadini e gli attori economici presenti sul territorio? Il tema è da tempo nell’agenda del Dipartimento delle istituzioni, che lo scorso ottobre aveva lanciato il progetto «Buon Governo» – i cui risultati finali saranno disponibili nella seconda metà della prossima Legislatura comunale (2024-2028) – con l’obiettivo di aumentare la partecipazione dei cittadini in modo da arrivare a scelte politiche il più possibile condivise dalla popolazione. In contemporanea era pure stato avviato un progetto pilota con i Comuni di Tresa e Faido. E proprio il tema del «Buon Governo» e le quattro funzioni che caratterizzano gli Enti locali (funzione di servizio, politica, democratica e comunitaria) sono stati al centro del Simposio sui rapporti tra il Cantone e i Comuni, l’evento di scambio svoltosi ieri pomeriggio nell’auditorium della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona al quale hanno partecipato circa 300 attori dei due livelli istituzionali.

Il ruolo della società civile
«Con questo terzo simposio si è voluto continuare una riflessione iniziata ormai tre anni fa. Dopo aver messo a fuoco il ruolo e la missione del Comune, oggi la stessa si concentra sulle sue reali capacità funzionali, legate principalmente al Buon governo politico e amministrativo – ha spiegato al CdT il capo della Sezione Enti locali Marzio Della Santa a margine dell’incontro – Il Buon governo richiede una comunità forte, con un senso di appartenenza e con una volontà del cittadino di candidarsi per la cosa pubblica». Questo però non basta: «Spesso ci sono persone che vengono elette e dopo quattro anni abbandonano perché subentra una certa frustrazione. L’aspettativa è di poter contribuire al benessere comune e questo è possibile solo se la voce dei cittadini è ascoltata. Il quadro normativo, oggi, è tale per cui nei rapporti tra Legislativo ed Esecutivo forse questo parlare e ascoltarsi non funziona ». Capita infatti che ci sia una sovrapposizione delle competenze del Municipio e del Consiglio comunale con quelle dell’Amministrazione comunale, il che può generare frustrazione. E proprio per questo motivo, prosegue Della Santa, «le riflessioni sul Buon governo vanno nella direzione di un maggior coinvolgimento del Legislativo e della società civile anche in quelle che sono le scelte fondamentali e strategiche». Importanti, dunque, saranno gli spunti del progetto pilota: a inizio aprile verranno presentatele conclusioni più significative sul piano politico dell’esperienza pratica di Faido.

Il progetto pilota
Il progetto pilota «Buon governo » è uno dei tre assi di intervento sui quali sta lavorando il Dipartimento delle istituzioni per ridefinire il ruolo e il funzionamento del Comune dopo la riforma della dimensione (le aggregazioni) e la riforma dei compiti (il progetto Ticino2020). E anche per quanto riguarda quest’ultima riforma saranno fondamentali la collaborazione e il dialogo su più livelli. «Ticino 2020 è sicuramente un progetto che potrebbe contribuire a dare un maggior margine di manovra ai Comuni. Se gli amministratori comunali sapranno coinvolgere la cittadinanza, anche quegli spazi di autonomia funzionali potranno essere sfruttati al meglio», conclude Della Santa.

Tendenza da invertire
Intervenuto via Skype, il consigliere di Stato Norman Gobbi ha citato uno studio dell’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna, il quale ha evidenziato che un 40% circa dei cittadini interpellati si astiene dall’esercitare il proprio diritto. «Come responsabile del Dipartimento delle istituzioni osservo che ogni cittadino che si astiene dal votare costituisce idealmente una minaccia alla democrazia, nella misura in cui assume un atteggiamento passivo». Ma gli astensionisti, ha proseguito, «non sono il solo indicatore di un malessere crescente nei confronti delle istituzioni ». «Le difficoltà di partiti e gruppi politici nel trovare cittadine e cittadini disposti a candidarsi, assumere e mantenere una carica pubblica, in modo particolare nel Legislativo, attestano ulteriormente un atteggiamento che cambia e che trova parzialmente le sue origini nei mutamenti socio economici osservati nelle ultime decadi». Come agire, dunque, per invertire la rotta? «Personalmente sono convinto della necessità di provare a dare nuovo slancio alla democrazia diretta». E l’aspetto centrale è e resta uno: il coinvolgimento.

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 18 marzo 2022 del Corriere del Ticino

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Enti locali, le sfide di un buon governo

L‘interesse non è certo mancato. Politici, amministratori locali, funzionari: in circa trecento, in rappresentanza dei due livelli istituzionali (Comuni e Cantone), hanno seguito ieri, in presenza e in diretta streaming, il convegno. Ossia il terzo Simposio sui rapporti fra Cantone e Comuni organizzato all’Auditorium della Scuola cantonale di commercio a Bellinzona dal Dipartimento istituzioni attraverso la Sezione enti locali (Sel). Al centro dei lavori: ‘Il buon governo dei Comuni’. Durante i lavori si è così cercato di rispondere ad alcuni quesiti: quali strumenti e procedure adottare per un’adeguata conduzione politica e amministrativa del Comune, come coinvolgere cittadini e attori economici presenti sul territorio…
«Si è continuato un percorso di riflessione iniziato tre anni fa – spiega il capo della Sel Marzio Della Santa da noi avvicinato –. Dopo aver messo a fuoco ruolo e missione del Comune, nonché i compiti fondamentale di un ente locale, stavolta ci si è concentrati sostanzialmente sulle sue reali capacità funzionali, legate principalmente a quello che definiamo il buon governo, sia sul piano politico sia su quello amministrativo. Ciò che richiede anche e soprattutto una comunità forte, con un forte senso di appartenenza al Comune, al suo territorio». È pure da questo senso di appartenenza che «dipende la propensione del cittadino a mettersi a disposizione per la cosa pubblica, a candidarsi per il legislativo o per l’esecutivo». Ma buon governo significa anche «maggior coinvolgimento della società civile in quelle che sono le scelte fondamentali e strategiche del Comune». Preoccupa, in prospettiva, l‘astensionismo, quella tendenza alla bassa partecipazione agli appuntamenti elettorali evidenziata anche dall’Osservatorio della vita politica regionale in un suo recente studio sulle ‘cantonali’ del 2019. «La democrazia abbisogna di cittadini propensi a dare contributi per il bene comune, consapevoli dei propri diritti e coscienti degli strumenti a loro disposizione: stiamo parlando della cittadinanza attiva – ha affermato il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, intervenendo in videoconferenza al Simposio –. Per questa ragione è mia intenzione promuovere un nuovo progetto, denominato ‘Democrazia sicura’, il cui scopo è di cercare di riavvicinare la popolazione alle istituzioni comunali». Questo però «non basta», secondo Gobbi: «Perché il Comune e i suoi organi decisionali definiscano e conducano politiche locali capaci di soddisfare i bisogni della comunità potrebbe essere utile reinterpretare il ruolo del legislativo e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politico-strategiche del Comune».

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Il non sempre facile rapporto cantone-comune
Si è tenuto giovedì all’Auditorium della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona la terza edizione del Simposio sulle relazioni tra queste istituzioni

Il difficile rapporto tra cantone e comune è stato argomento di un Simposio ormai giunto alla terza edizione tenutosi ieri, giovedì, alla Scuola di Commercio di Bellinzona.
Al centro delle discussioni soprattutto il crescente difficile rapporto che sembrano avere i comuni con i cittadini e viceversa. Si va dalla questione identitaria a quella della partecipazione, sia dal punto di vista di votazioni ed elezioni sia per quanto riguarda la difficoltà di trovare chi si mette a disposizione. Sono problemi concreti per gli enti locali su cui si sono confrontati quattro gruppi di lavoro, formati da amministratori comunali e del Cantone. Ieri hanno presentato le loro proposte di soluzione.
Moltissimi gli spunti emersi. In generale tutti hanno ammesso che non esistono ricette facili, uniche e soprattutto immutabili. Essenziale è coinvolgere i cittadini il più possibile nelle decisioni. Ma anche farli sentire – per così dire – a casa. 

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Il-non-sempre-facile-rapporto-cantone-comune-15172087.html