Verzasca: questo è un ‘sì’ senza appello

Verzasca: questo è un ‘sì’ senza appello

Servizio all’interno dell’edizione di domenica 10 giugno 2018 de Il Quotidiano
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Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 11 giugno 2018 de La Regione

Con l’84,77% di voti favorevoli la popolazione della Valle Verzasca (oltre a quella di tutti i suoi singoli Comuni) ha espresso il suo definitivo assenso all’aggregazione di valle. Lo ha fatto nel modo più netto dopo il repentino “stop” al progetto del 2013, decretato dal Tribunale federale malgrado il “sì” di tutti i Comuni e della frazione di Gerra Piano, e l’unico “no” di Lavertezzo Piano (Lavertezzo che aveva poi ricorso a Losanna contro la disgregazione coatta del suo territorio, costringendo il Cantone a cambiare la legge). In questa tornata invece di sorprese non ce ne saranno: l’aggregazione – unica soluzione alla deriva di una valle periferica, debole e debilitata dallo spopolamento e dalla scarisità di risorse – è stata plebiscitata alle urne dappertutto: a Brione Verzasca dall’89% dei votanti, a Frasco ea Sonogno dal 92%, a Vogorno dal 78%, a Cugnasco-Gerra dall’85%, a Lavertezzo dall’81% e a Corippo, Comune più piccolo non solo della Verzasca e del Ticino, ma dell’intera Svizzera, da un clamoroso 100% dei votanti (7 su 7). Per quanto riguarda gli uffici elettorali delle frazioni al Piano dei due Comuni “sdoppiati”, è curioso segnalare che a Cugnasco-Gerra la percentuale di voto favorevole alla disgregazione è stata dell’85%, superando quella della frazione di valle (79%). Quanto a Lavertezzo Piano, la popolazione ha accettato di separarsi dai concittadini di valle in misura dell’80% (e ancora più netto – con l’89% – è stato il “sì” degli abitanti della frazione vallerana). Stando a quanto comunicato dal Dipartimento delle Istituzioni, l’entrata in funzione del nuovo Comune avverrà con le “comunali” del 2020, dopo che l’aggregazione sarà stata votata e approvata anche dal Gran Consiglio. Il Comune di Verzasca conterà meno di 900 abitanti, avrà un Municipio di 5 elementi e un Consiglio comunale di 20. La sede amministrativa e l’Ufficio tecnico saranno a Vogorno (che è il centro più popoloso della valle) ma sportelli per la cittadinanza saranno aperti in tutte le future singole frazioni.

‘Valorizzata la politica aggregativa’
Nel frattempo il Dipartimento ha espresso la sua soddisfazione per l’esito del voto, salutandolo “molto positivamente”: sancisce la nascita del nuovo Comune dopo che una sentenza del Tribunale federale del 2015 aveva annullato il decreto legislativo che istituiva la nuova entità comunale approvata nel 2013. Il risultato – “raggiunto anche grazie agli sforzi profusi dal Dipartimento delle istituzioni attraverso il dialogo con le comunità e i Municipi più reticenti in passato” – “valorizza la politica aggregativa definita dal Consiglio di Stato nel Piano cantonale delle aggregazioni che predilige i progetti promossi in prima battuta dagli enti locali con il sostegno del Cantone”. Prossimamente, dunque, “il Consiglio di Stato licenzierà il messaggio che consolida il risultato e lo presenterà al Gran Consiglio, che dovrà esprimere la decisione in materia, per poter garantire l’entrata in funzione del nuovo Comune in occasione delle elezioni comunali previste nel 2020”.

 

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 11 giugno 2018 del Corriere del Ticino

 

Aggregazioni Verzasca, riuscito il matrimonio a sette
Plebiscito per l’unione tra Brione, Corippo, Frasco, Sonogno, Vogorno e i territori in valle di Cugnasco-Gerra e Lavertezzo

È stato un fidanzamento lungo e travagliato, ma alla fine l’unione tra Brione Verzasca, Corippo, Frasco, Sonogno, Vogorno e i territori in valle di Cugnasco-Gerra e Lavertezzo ha ottenuto il benestare necessario alla sua concretizzazione. Gli abitanti delle sette località hanno espresso ieri in votazione consultiva (con una partecipazione pari al 42,03%) la loro piena approvazione alla fusione – con 1202 (84,77%) sì, contro 216 (15,23%) no – e, quindi, all’istituzione del Comune unico di Verzasca. Ecco, dunque, che dopo avere ricevuto a fine gennaio la benedizione del Governo, il progetto di aggregazione (affinato dal profilo finanziario rispetto a quello proposto e approvato nel 2013 da tutti i Comuni interessati, tranne che da Lavertezzo) ha ottenuto il benestare della popolazione della valle. Preso atto con soddisfazione del risultato della votazione consultiva, il Dipartimento delle istituzioni (DI) fa sapere tramite una nota che «prossimamente il Consiglio di Stato licenzierà il messaggio che consolida il risultato della votazione e lo presenterà al Gran Consiglio». Presumibilmente la concretizzazione del matrimonio tra le sette località della valle Verzasca dovrebbe avvenire con le prossime elezioni comunali, ovvero nella primavera del 2020.

Il progetto, lo ricordiamo, era già stato sottoposto a votazione nell’aprile del 2013, ottenendo circa il 70% dei favori, ma trovando anche l’opposizione di Lavertezzo (contrario alla separazione del proprio territorio), che la spuntò poi di fronte al Tribunale federale in virtù del fatto che nella Legge cantonale sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni mancasse una base legale che permettesse lo smembramento coatto di parti di territorio da un paese. Legge in seguito modificata, permettendo così di riattivare il processo congelato in Verzasca. Il risultato scaturito dalla votazione di ieri «valorizza la politica aggregativa definita dal Consiglio di Stato nel Piano cantonale delle aggregazioni che predilige i progetti promossi in prima battuta dagli enti locali con il sostegno del Cantone», sottolinea il DI. «Siamo molto contenti per il risultato raggiunto, inizialmente eravamo un poco preoccupati dato che il dibattito che ha preceduto la votazione non è mai entrato veramente nel vivo», commenta il presidente della Commissione di studio per l’aggregazione Fabio Badasci, spiegando che «una volta ottenuta l’approvazione del Gran Consiglio si procederà con l’allestimento di quanto necessario all’istituzione del Comune». Il paese di Verzasca conterà 855 abitanti e avrà una superficie di 291 chilometri quadrati. Sarà amministrato da 5 membri di Municipio e 20 consiglieri comunali. La sede amministrativa sarà ubicata a Vogorno, mantenendo comunque attivi gli attuali sportelli. Sul fronte dei finanziamenti, lo ricordiamo, il Governo si impegna a presentare al Parlamento una cospicua richiesta di credito: 11 milioni di franchi quale risanamento finanziario, comprensivo degli indennizzi a Lavertezzo e Cugnasco-Gerra per i territori in valle; 2,4 milioni quale contributo (massimo) per il centro scolastico di Brione; 2 milioni (massimo) a sostegno di investimenti di sviluppo socioeconomico e territoriale di valenza regionale. Tutto questo permetterà al nuovo Comune di partire con una situazione finanziaria «risanata e stabilizzata, che consentirà una gestione equilibrata e sostenibile». In particolare un moltiplicatore del 95%, una gestione corrente in attivo di circa 140.000 franchi; un autofinanziamento di circa 600.000 franchi; la costituzione di un capitale proprio iniziale di circa 1 milione; e un debito pubblico pro capite di circa 2.000 franchi. Cugnasco-Gerra, come accennato, riceverà mezzo milione per la perdita dei suoi territori di valle. Mentre Lavertezzo (che ieri ha approvato l’unione con 269 voti favorevoli contro 61 contrari) incasserà complessivamente 3,9 milioni, i quali consentiranno di ritoccare al ribasso il moltiplicatore: 1,3 come indennizzo per le aree vallerane e 2,6 milioni come contributo di risanamento.

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