Discorso pronunciato in occasione dello Swiss Israel Day a Lugano

Discorso pronunciato in occasione dello Swiss Israel Day a Lugano

27 maggio 2018

Gentili signore, egregi signori

Vi saluto a nome del Consiglio di Stato e vi ringrazio per l’invito a partecipare a questo evento annuale dello Swiss Isreal Day, a conclusione quest’anno dell’Assemblea nazionale dei delegati dell’Associazione Svizzera-Israele, nell’anniversario della celebrazione per i 70 anni dalla costituzione dello Stato di Israele.
Il significativo sodalizio di amicizia tra i due paesi, fondato nel 1958 dall’Associazione Svizzera-Israele con Sezioni in ogni Cantone, testimonia la vitalità e il merito di questa modalità aggregativa che favorisce la conoscenza reciproca e la condivisione di culture e valori fondamentali sui quali si basa la nostra società.

Così facendo l’ASI interpreta e contribuisce fattivamente al raggiungimento dei tre obiettivi principali fissati in maniera congiunta da Confederazione e Cantoni nell’ambito del Programma di integrazione cantonale (PIC): il primo è di rafforzare la coesione sociale sulla base dei valori sanciti dalla Costituzione federale, il secondo è di promuovere un atteggiamento di reciproca attenzione e tolleranza nella popolazione residente autoctona e straniera e infine il terzo è di garantire pari opportunità di partecipazione degli stranieri alla vita economica, sociale e culturale della Svizzera.

Il lavoro finora svolto dal mio Dipartimento con il Servizio per l’integrazione degli stranieri, ha permesso di concretizzare questi obiettivi generali con la realizzazione di oltre 90 progetti promossi da enti, associazioni, organizzazioni, comunità di stranieri e strutture ordinarie.

Uno degli obiettivi principali del nuovo PIC (2018-2021) è il maggiore e migliore coinvolgimento dei Comuni, il primo punto di contatto tra la popolazione straniera e le istituzioni, che rivestono un ruolo fondamentale nel processo d’integrazione sul nostro territorio.

Fra i progetti sostenuti dal Programma di integrazione cantonale troviamo anche quelli proposti dall’Associazione Svizzera-Israele Sezione Ticino, con incontri, conferenze, ricerche, momenti di condivisione di carattere socio-culturale, come per esempio, lo spettacolo di quest’anno presso il Teatro Foce di Lugano “ La farfalla risorsa” con letture e musiche ebraiche tra i primi del Novecento e gli anni della Shoah a Terezin.
Di particolare rilievo e importanza evidenzio la commemorazione annuale della Giornata della Memoria del 27 gennaio, che nel 2016 ha registrato un evento eccezionale presso il LAC con il concerto della German Radio Symphony Orchestra con due cori (israeliano e tedesco) per un totale di 150 elementi.

Con piacere saluto e ringrazio Adrian Weiss, presidente dell’ASI Ticino dal 2010, sempre attivo e propositivo anche quale membro autorevole della rinnovata Commissione cantonale per l’integrazione degli stranieri presieduta dal 2017 da Omar Gianora che saluto cordialmente.
La Svizzera è e rimane il frutto dell’unione fra popoli di lingua, religione e cultura differenti, che ha voluto affermare il principio dell’uguaglianza pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità.
Dal 1291 il nostro paese è unito nella diversità, fonte di ricchezza per tutti.
Ed è proprio facendo convivere pacificamente persone diversissime fra loro che abbiamo costruito la nostra democrazia unica al mondo e invidiata a molti.
Il nostro è un paese nel quale la diversità non ci fa paura e dove l’uguaglianza non è definita dall’appiattimento delle identità regionali, bensì dai diritti ai quali tutti possono accedere se rispettano le regole.
Siamo un Paese che rappresenta un modello riuscito di integrazione: un processo quello dell’integrazione più che mai necessario ai giorni nostri.
Grazie agli strumenti che abbiamo messo a disposizione dei numerosi stranieri presenti sul nostro territorio, diamo loro l’opportunità di conoscere chi siamo, apprezzare le nostre tradizioni e farle proprie, senza per questo chiedere loro di dimenticare la loro storia e la loro provenienza.

Come Cantone stiamo lavorando per poter garantire un’adeguata coesione sociale.
Dobbiamo insistere per evitare fenomeni di ghettizzazione, di esclusione e di emarginazione che potrebbero sfociare in forme di radicalizzazione violenta e rappresentare una possibile minaccia per tutti noi, se non scoperte per tempo e gestite correttamente.
Nei prossimi mesi il mio Dipartimento metterà a disposizione della popolazione un portale internet di prevenzione su questo tema.

In questo modo sono certo che potremo scongiurare anche la possibilità che si creino delle pericolose società parallele, nelle quali si potrebbero istaurare delle ideologie estremiste, e impegnarci quindi a favore di una maggiore sicurezza per tutta la popolazione residente in Ticino.

Il mio appello è di affrontare il presente e il futuro con razionalità ed equilibrio, identificando le paure senza banalizzarle, assicurando l’incontro fra culture diverse e chiedendo a tutti il rispetto della convivenza civile democratica e liberale.

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