“Abbiamo la struttura, ma il Ticino ha già dato”

“Abbiamo la struttura, ma il Ticino ha già dato”

Il Consigliere di Stato Norman Gobbi si esprime sulla richiesta federale di garantire 1800 posti supplementari in tutta la Svizzera: “Abbiamo chiesto ad altri Cantoni e alla Confederazione di assumersi le loro responsabilità”.
Per affrontare la pressione migratoria attesa per l’autunno, i Cantoni metteranno a disposizione 1’800 posti supplementari, di cui 600 utilizzabili da subito. È quanto è stato stabilito dal Dipartimento federale di giustizia e polizia e dai diretti interessati. Anche il Ticino è chiamato a fare la sua parte. “Prima però spetta agli altri”, mette in chiaro il consigliere di Stato, Norman Gobbi, interpellato da Ticinonews. 

Un centro federale anche in Svizzera centrale
“Tutti i Cantoni dovrebbero essere implicati e il Canton Ticino lo è da sempre, visto che siamo uno dei pochi Cantoni che ha un Centro federale che è stato utilizzato ed in seguito sviluppato dal punto di vista della capacità”, sottolinea il direttore del Dipartimento delle Istituzioni. “Abbiamo chiesto ad altri Cantoni e alla Confederazione di assumersi le loro responsabilità”. Delle responsabilità che, secondo il consigliere di Stato, la Confederazione non si sarebbe presa: “Negli ultimi 12 anni, da quando sono capo del Dipartimento, non è la prima potenziale crisi che dobbiamo affrontare. Significa che la Confederazione non ha predisposto o allestito delle strutture che possano rispondere alla gestione dei picchi migratori”.

La risposta della Svizzera centrale
La risposta a queste richieste e alla domanda di predisporre nella Svizzera centrale un Centro federale ha però creato dei silenzi. “Questo purtroppo è la realtà che mi vede confrontato con i colleghi di oltre Gottardo. Ed è giunto il momento che escano un po’ dal loro buco e realizzino il centro, che sarebbe di sgravio anche al Ticino”.

La situazione di Chiasso
Per quanto riguarda invece la situazione creatasi a Chiasso, secondo Gobbi, la Confederazione starebbe “approfondendo dal punto di vista legale e giuridico quali possono essere le misure di carattere amministrativo che possono essere prese”. Il consigliere di Stato richiede però un intervento all’interno dei Centri federali “con misure di limitazione delle uscite per gestire quei richiedenti che non si comportano correttamente all’interno come all’esterno del Centro”.