Aggregazioni: partono i colloqui in 11 Comuni

Aggregazioni: partono i colloqui in 11 Comuni

Fino al 24 giugno, sono in programma momenti di scambio e di incontro da Losone a Cugnasco-Gerra Il consigliere di Stato Norman Gobbi, titolare del Dipartimento delle istituzioni: «Troviamo le potenzialità di sviluppo»

Nel Locarnese il tema delle aggregazioni comunali torna sotto i riflettori e questa volta con una serie di appuntamenti dedicati all’incontro e alla discussione, in programma da martedì 21 maggio fino a lunedì 24 giugno, in undici Comuni. La situazione attuale – lo ricordiamo – vede in particolare il Comune di Lavertezzo in una posizione particolarmente scettica rispetto a un possibile matrimonio con Locarno. Appena un mese fa, subito dopo le elezioni comunali, la situazione tornava a un «punto e a capo». Il neoeletto sindaco di Lavertezzo Andrea Berri intende infatti affossare sul nascere il progetto di aggregazione con Locarno. Progetto necessario per far fronte alla «situazione finanziaria fragile», aveva giustificato il precedente Esecutivo, guidato dall’uscente Tamara Bettazza, in una lettera aperta in risposta alla raccolta firme promossa dai contrari all’aggregazione, nella quale si citava anche il fatto di aver «approfondito altri scenari, ma senza la garanzia che siano realistici e realizzabili». Dello scenario aggregativo fanno anche parte i Comuni di Losone e Gordola con i rispettivi sindaci Ivan Catarin e Damiano Vignuta che, per il momento, stanno ancora soppesando la questione aggregativa: « Ci vuole tempo ma siamo pronti a discuterne».

Approfondire i dossier
Ma torniamo agli incontri per discutere di aggregazione. A tal proposito si è espresso il direttore del Dipartimento delle istituzioni e consigliere di Stato Norman Gobbi: «Nei primi mesi del 2024, attraverso la Sezione degli enti locali, ho preso contatto con undici Comuni del comprensorio del Locarnese e abbiamo fissato altrettante riunioni per approfondire il dossier delle aggregazioni comunali. I momenti di scambio e di incontro con i Municipi di ogni parte del Ticino, intrapresi nel 2018, avranno quindi in questa tornata l’obiettivo di conoscere le aspettative future sul coinvolgimento degli enti locali in un’eventuale ipotesi di aggregazione». Nello specifico il Dipartimento delle istituzioni incontrerà gli Esecutivi di Gordola, Losone, Brione Sopra Minusio, Orselina, Muralto, Verzasca, Tenero-Contra, Minusio, Cugnasco-Gerra, Locarno e Lavertezzo.

Sguardi sul futuro del territorio
Il Piano cantonale delle aggregazioni (PCA), aggiunge inoltre Gobbi, definisce una serie di scenari aggregativi per l’intero Cantone. «Si tratta di uno strumento orientativo voluto dal Parlamento e messo a disposizione dei Comuni, che contempla la possibilità di evolvere e adattarsi alle esigenze comunali e ai cambiamenti della società nella quale viviamo». Uno strumento capace dunque anche di adattarsi alle necessità degli enti presenti sul territorio: «Proprio in quest’ottica, il PCA prevede che possano essere avviati progetti aggregativi promossi dalle autorità locali anche se divergono dalle visioni contenute nel documento strategico». «Ciò detto – prosegue Gobbi – negli ultimi anni il Dipartimento delle istituzioni ha appoggiato e sostenuto le iniziative di aggregazione volute direttamente dalle realtà comunali». E l’ultima in ordine di tempo è proprio quella che coinvolge i Comuni di Lavertezzo e Locarno, formalizzata dal Consiglio di Stato il 18 gennaio scorso. «È chiaro quindi che questo nuovo scenario che inizia a delinearsi pone le basi per aprire una discussione sul futuro dell’intero comprensorio».

Esperienza ultraventennale
Il consigliere di Stato ha in seguito riflettuto anche sull’attuazione effettiva del PCA allo stato attuale: «Dopo un incontro con la Commissione parlamentare Costituzione e leggi lo scorso mese di marzo, è piuttosto evidente che il Piano cantonale delle aggregazioni così come è stato concepito non sarà attuato». E questo nella speranza che tale documento possa definire una linea guida senza risultare troppo restrittivo: «Il nostro auspicio come Dipartimento è che il dossier venga trasformato in una sorta di strumento che possa stabilire i criteri entro i quali muoversi senza più definire un numero di Comuni da raggiungere come obiettivo. Questa è la nostra raccomandazione alla Commissione che è basata sull’esperienza ultraventennale di politica delle aggregazioni e arricchita anche dagli ultimi progetti intrapresi per stimolare il processo democratico a livello locale. Ma su questo, come detto, dovrà ancora esprimersi il Parlamento».

Ragionare con gli enti locali
Infine, Gobbi proporrà agli undici Comuni del Locarnese anche un paio di giornate dedicate all’individuazione delle potenzialità di sviluppo e criticità del territorio. «È nostra intenzione proporre loro di partecipare a una o più giornate di riflessione strategica dove rappresentanti della società civile, delle aziende e le autorità politiche si trovino per individuare le potenzialità di sviluppo e le criticità del

Il Piano cantonale
comprensorio. Poi, sulla scorta dei risultati di questo momento di incontro, i Municipi potranno valutare in tutta autonomia e senza forzature se il santo vale la candela». E precisa: «L’approccio del mio Dipartimento è quindi quello di ragionare insieme agli enti locali e a coloro che vivono il Comune per capire insieme il potenziale di crescita e sviluppo di un’intera regione». E questo, aggiunge ancora Gobbi, sulla base dell’esperienza maturata con i Comuni del Basso Mendrisiotto e grazie alle competenze che la Sezione degli enti locali sta acquisendo nell’utilizzo di strumenti per facilitare il coinvolgimento della popolazione e delle aziende che vivono sul territorio, «che sono il motore della nostra democrazia».

Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 18 maggio 2024 del Corriere del Ticino

(Immagine: www.muralto.ch)