“Aree di sosta solo per i nomadi svizzeri!”

“Aree di sosta solo per i nomadi svizzeri!”

Gobbi sul tentativo di Berna di imporre ai Cantoni spazi per rom stranieri

Venerdì, sul sito dell’Amministrazione cantonale, nelle pagine dedicate alla pubblicazione delle risposte alle consultazioni dell’autorità federale, il Governo ticinese ha ribadito la sua posizione in merito alle aree di sosta dedicate ai nomadi. “In sostanza il Consiglio di Stato rimanda al mittente la richiesta dell’Ufficio federale della cultura di voler assimilare le aree di sosta dedicate alla minoranza nazionale Jenisch, Manuš e Sinti con le aree di sosta per nomadi (rom) stranieri. La minoranza nazionale è protetta dalla Costituzione e per questo anche i Cantoni si impegnano a trovare gli spazi adeguati per le loro soste. Si tratta di concittadini che generalmente non creano problemi e che anzi costituiscono una ricchezza culturale per la Svizzera”, afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. “Il Ticino ha ribadito come non abbia alcuna intenzione di creare degli spazi dedicati ai rom stranieri. Anche perché nessuna legge ci obbliga a concedere aree di sosta a quest’ultimi. Anzi: una sentenza del Tribunale federale del 2019 chiarisce questo concetto. Sottolineo che da almeno un decennio non riscontriamo il bisogno di creare aree di transito per nomadi stranieri in Ticino. Ciò è dimostrato anche dal fatto che in questo lasso di tempo non abbiamo rilevato occupazioni abusive. L’interesse da parte dei rom stranieri per la nostra regione è probabilmente effimero proprio perché applichiamo e controlliamo il buon rispetto delle norme vigenti in merito ai permessi di lavoro. Queste norme sono emanate a livello federale dalla SECO”, precisa il nostro interlocutore.
“L’Ufficio federale della cultura con la sua consultazione ha cercato di intorbidire le acque. In particolare, a più riprese i nomadi svizzeri (Jenisch, Manuš e Sinti svizzeri) sono stati assimilati ai rom svizzeri (che non sono nomadi) e persino ai rom stranieri nomadi. Questa imprecisione potrebbe indurre a riconoscere, come ho detto, alle altre categorie i diritti riservati agli Jenisch, Manuš e Sinti svizzeri in quanto minoranza nazionale riconosciuta. Per questo il Consiglio di Stato ha ribadito l’importanza di differenziare giuridicamente e anche culturalmente gli Jenisch, Manuš e Sinti dai rom proprio perché essi stessi lo richiedono e poiché effettivamente condividono un unico tratto in comune: lo stile di vita itinerante. Sono però completamente differenti sul piano geografico, linguistico e sociale. Da quasi vent’anni nel Cantone Ticino è attiva una Cellula operativa nomadi coordinata da una mediatrice culturale, con un dottorato sul tema, in stretta collaborazione con la Polizia cantonale. La Cellula operativa nomadi funge da riferimento e piattaforma di dialogo per le minoranze nomadi in transito nella Svizzera italiana. La Polizia cantonale, in presenza di nomadi, verifica la validità dei documenti personali e l’autorizzazione a soggiornare in Svizzera, la copertura assicurativa dei veicoli utilizzati, l’occupazione non abusiva del territorio, l’attività lavorativa rispettosa delle norme vigenti, la gestione di eventuali incassi e il rispetto e decoro dell’ordine pubblico. Sottolineo che il Governo ticinese continuerà la sua massima collaborazione con la minoranza nazionale Jenisch, Manuš e Sinti, che apprezza il rapporto instaurato nel nostro Cantone”, conclude il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 19 maggio 2024 de Il Mattino della domenica