Falsi allarmi, tra dispiacere e mancanza di rispetto

Falsi allarmi, tra dispiacere e mancanza di rispetto

La Segreteria di Stato della migrazione si dice dispiaciuta per il comportamento dei richiedenti l’asilo
Norman Gobbi: «Gli interventi “a vuoto” potrebbero andare a discapito di altre contemporanee emergenze»

I riflettori sono tornati ad accendersi attorno al Centro federale d’asilo di Pasture, situato tra Novazzano e Balerna. Nell’edizione di ieri abbiamo riportato quanto siano stati sollecitati i militi del Centro Cantonale Soccorso Pompieri Mendrisiotto in questo 2023. Da gennaio, infatti, per quasi un’ottantina di volte i pompieri si sono dovuti recare al Centro per quelli che, in realtà, si sono rivelati essere dei falsi allarme incendio. Allarmi attivati – ha spiegato il presidente della delegazione del Consorzio Samuel Maffi – dagli ospiti: «per inavvertenza, per ignoranza, rispettivamente per dispetto, hanno schiacciato questo tasto il quale innesca una procedura di emergenza ». Il problema è noto anche alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) la quale, da noi interpellata, ieri ci ha risposto dicendosi dispiaciuta per l’accaduto: «Ci dispiace molto che negli ultimi mesi alcuni richiedenti l’asilo abbiano fatto scattare l’allarme antincendio senza motivo. Il risultato sono stati numerosi interventi inutili dei pompieri, che hanno comportato costi altrettanto inutili. Siamo in costante contatto con i pompieri e stiamo cercando di adottare diverse misure per evitare che in futuro si verifichino questi falsi allarmi».

Tre misure da adottare
Si punta innazitutto sulla prevenzione attraverso la sensibilizzazione: «Nei colloqui individuali o di gruppo, che si tengono comunque regolarmente, i richiedenti asilo sono stati e sono ulteriormente sensibilizzati su questo tema». Un’altra misura verte sulla collaborazione con la polizia. «In tutti i casi in cui è possibile identificare i colpevoli, viene sporta denuncia» ci viene spiegato da Berna. Infine, si è al lavoro anche per una modifica del sistema di allarme. Sono in atto verifiche per comprendere se l’inoltro automatico della chiamata «possa essere ritardato di qualche minuto, in modo che gli addetti alla sicurezza possano verificare in prima battuta se si tratti di un falso allarme o meno».

«Ci sono regole da rispettare»
Sull’asse Mendrisiotto-Berna si è dunque al lavoro per cercare di risolvere quello che a tutti gli effetti è un problema. Problema che sino ad ora non era giunto sul tavolo del Consiglio di Stato.
Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, in tal senso, conferma che «il tema non è di competenza cantonale, ma del Consorzio Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto che se ne sta occupando; per questo sinora non è mai giunto sul tavolo del Governo. Ciò nonostante, il consigliere di Stato esprime comunque un parere deciso: «Se gli allarmi scattano a Pasture perché i richiedenti l’asilo di proposito vogliono fare un “dispetto”; siamo di fronte all’ennesima conferma dell’assoluta mancanza di rispetto di alcuni di loro nei confronti delle regole anche minime che devono essere tenute quando si è ospiti di uno Stato. Oltre a provocare ingenti costi, gli interventi “a vuoto” potrebbero andare a discapito di altre contemporanee emergenze e mettere quindi in pericolo persone e cose».

Oltre ai falsi allarme, la cronaca riporta pure interventi da parte della Polizia. L’ultimo in ordine di tempo si è verificato mercoledì sera. A tal proposito, il direttore del Dipartimento delle Istituzioni evidenzia come «le richieste di intervento alla Polizia cantonale sono sempre state purtroppo numerose. In periodi in cui vi è una maggiore affluenza di richiedenti l’asilo anche i momenti di tensione all’interno dei Centri aumentano. Risse tra gli stessi richiedenti l’asilo, con la messa in pericolo sia delle famiglie presenti con i loro bambini, sia degli agenti della sicurezza privata e del personale addetto all’assistenza».

Episodi «intollerabili»
Per Gobbi si tratta di una «situazione nota, ma che non può essere tollerata. Per questo abbiamo chiesto – il Ticino e altri Cantoni sede di Centri federali – di disporre di basi legali che possano limitare e contenere questi intollerabili comportamenti». Il discorso, a questo punto, si estende anche all’esterno delle strutture e agli episodi che possono verificarsi, in questo caso, nella cittadina. Episodi che comportano un aumento della mole di lavoro per le pattuglie. «Episodi di vandalismo o furti e furti d’uso sono ricorrenti all’esterno del Centro – rileva il nostro interlocutore –. Per le Polizie, sia cantonale sia comunali ciò fa parte del lavoro quotidiano e del contributo necessario legato alla presenza dei centri di registrazione e di accoglienza per richiedenti l’asilo. Il Ticino – evidenzia – è la porta d’entrata a sud della Confederazione e quindi ci dobbiamo confrontare anche con questi aspetti negativi. La collaborazione con la SEM è buona. In questi ultimi giorni ci troviamo confrontati con pesanti critiche. Quasi una beffa, se pensiamo a quanto occorre fare in termini di sicurezza per accompagnare alcuni richiedenti l’asilo che non rispettano le nostre regole. Regole che vorremmo – come detto poc’anzi – più incisive sui richiedenti incapaci di rispettare le istituzioni e il popolo che li ospita». Chiediamo a Norman Gobbi, infine, se anche in considerazione delle diversità culturali, gli agenti devono adottare degli accorgimenti nelle procedure da seguire. «La formazione che viene impartita durante la Scuola di Polizia e la formazione continua – risponde – danno gli strumenti affinché gli agenti siano in grado di confrontarsi con queste nuove realtà».

Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 29 aprile 2023 del Corriere del Ticino