Lettera aperta ai Ticinesi

Lettera aperta ai Ticinesi

Cari concittadini, sono due volte che un domenicale dedica alcune pagine al sottoscritto. La vicenda della mia disponibilità – e sottolineo, disponibilità – ad aderire alla Loggia Massonica “Il Dovere” (associazione ai sensi della legge) travalica la linea che separa il diritto ad una corretta informazione dall’inopportuna e deontologicamente scorretta persecuzione politica.

Persecuzione politica che può anche essere accettata, se basata su elementi concreti, ma quando vien fatto un processo alle intenzioni come in questo caso, il tutto mi disturba.

Non sono e non saranno due, dieci o cento articoli di un settimanale che grida “Fuori i poteri occulti dallo Stato”, a far cambiare il mio comportamento, il mio essere e il mio modo di pensare. Anche perché i veri poteri occulti indubitabilmente dimorano nei locali di certa stampa di parte e volutamente tendenziosa che esprime – nell’errore del convincimento di esserne depositaria – la “certezza della verità” o, fors’anche peggio, “verità assolute”, ma purtroppo solo dogmatiche.

I Ticinesi, dopo anni di impegno politico a livello comunale, cantonale e federale, mi hanno pregiato di un mandato che – certamente nell’ambito delle dinamiche istituzionali che sono chiamato a rispettare – sono pronto a portare a compimento sino all’ultimo giorno, combattendo per mantenere quanto prospettato e promesso in campagna elettorale nel convincimento di poter soddisfare le aspettative dei miei elettori e dei Ticinesi tutti. Nella mia esperienza umana, professionale e nel campo militare, non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità e – non v’è da dubitarne – nemmeno in quest’occasione agirò differentemente.

Ora, questi articoli non faranno certamente desistere il sottoscritto dall’adoperarsi nel perseguire il proprio mandato istituzionale con il vigore e la schiettezza di sempre, nel rispetto dei programmi dettati in campagna elettorale dalla Lega dei Ticinesi. Ritengo però utile far chiarezza in merito a quanto riportato negli articoli firmati da giornalisti, a mio modo di vedere, poco rispettosi dei loro doveri professionali e palesemente maldestri nella loro finalità lesiva della mia persona.

In primo luogo, preciso di non essere assolutamente rimasto “intontito” – così come asserito nel domenicale – dagli articoli pubblicati. Ho rilasciato una dichiarazione telefonica al cronista che mi ha interpellato al riguardo, informandolo di essere stato invitato a confermare la mia disponibilità all’adesione, poiché la stessa – richiesta nel marzo 2010 – era congelata.

In secondo luogo, è evidente che quando ho rilasciato l’intervista al domenicale, la decisione di non confermare la mia disponibilità all’adesione era già in atto (come peraltro affermato alla RSI). Purtroppo, come spesso accade nel periodo estivo, giornalai in assenza di cosiddetti “scoop” o pseudo-tali tendono a crearne, come in quest’occasione. Quella di ieri è quindi una reiterazione di informazioni erronee e fuorvianti della cui qualità non è necessario ch’io mi esprima.

Cosciente dell’importante incarico cui sono stato designato dal Popolo, non sono né disponibile a subire delle pressioni, né soggetto a ricatti – da qualsiasi parte provengano – su importanti nomine o decisioni nel dipartimento da me diretto o nel Governo.

Confermo che continuerò con massimo impegno e costanza a seguire il programma presentato in campagna elettorale.

1) Il problema dei nomadi è stato risolto, in tempi brevi e con grande soddisfazione di tutti. Rimango comunque a disposizione di quei Comuni interessati a ricevere l’area per i nomadi esteri sul proprio territorio.

2) Ho intenzione in tempi brevi di mettere in atto misure di mia competenza per ovviare all’esponenziale aumento della presenza di lavoratori frontalieri sul territorio cantonale.

3) Con l’aiuto delle autorità locali, intendo risolvere il problema della sicurezza causato dai richiedenti l’asilo, generato anche dai lunghi tempi d’evasione delle pratiche, che non costituisce più un problema solo di Chiasso, ma ormai di tutto il Cantone.

In conclusione, ribadisco quanto scritto settimana scorsa: non avevo, non ho e non intendo avere scheletri nell’armadio. Voglio continuare a guardare me stesso allo specchio con serena tranquillità, come pure negli occhi di mia moglie e di mia figlia.

Norman Gobbi

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