L’ottavo Consigliere federale in Ticino

L’ottavo Consigliere federale in Ticino

Norman Gobbi l’ha incontrato stamattina all’alba alla dogana di Gaggiolo. Radio3i ha raccolto tutti i dettagli. Dopo i sette Consiglieri federali anche l’ottavo governante è giunto in Ticino. Una visita per visionare la frontiera sud della Svizzera quella di Roland Mahler, 40enne lucernese eletto lo scorso maggio grazie ad un’iniziativa del Blick e che resterà in carica per un mese.

Quest’oggi è giunto nel nostro Cantone accompagnato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi per discutere dei problemi e delle preoccupazioni della popolazione ticinese, in particolare sulle questioni che ruotano attorno alla sicurezza, ai flussi migratori e ai frontalieri.

“Abbiamo iniziato questa mattina alle 6 al valico doganale del Gaggiolo” ha spiegato a Radio3i Norman Gobbi. “Quindi una levataccia per tutti, che però ha permesso di riscontrare come già sin dalle prime ore ci sia un forte afflusso di frontalieri, dalle province italiane verso il Ticino. Ci siamo poi spostati lungo il confine, sempre per riscontrare il problema che c’è a livello di mobilità nel Mendrisiotto e nel Sottoceneri lungo l’autostrada. In seguito abbiamo visitato Bizzarone e Pedrinate, luoghi dove sono avvenuti anche alcuni furti. Questo per dimostrare come i presidi non controllati hanno comunque un effetto negativo sulla sicurezza. Ci siamo poi recati a Chiasso, dove abbiamo visitato la centrale di polizia, la stazione, il centro di cooperazione di polizia doganale e il centro di competenza dei flussi migratori”.

“Il messaggio principale che abbiamo voluto far passare” ha sottolineato il ministro, “è che il Ticino difende la porta Sud della Confederazione. Se la porta Sud cade, cade tutta la Svizzera”.

Un messaggio da portare in particolare oltre Gottardo, sfruttando l’eco di risonanza del Blick. “Vogliamo veicolare certe problematiche e sensibilizzare le persone nella Svizzera tedesca su una situazione che spesso non è conosciuta a fondo o viene ignorata completamente. È importante ribadire che il Ticino non reclama, il Ticino lavora duramente. E quando chiede è perché effettivamente ha bisogno di aiuto”.

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