“Sezione femminile” alla Stampa per le donne in esecuzione di pena

“Sezione femminile” alla Stampa per le donne in esecuzione di pena

Norman Gobbi: “Soluzione pragmatica per un problema che oggi tocca una decina di persone”

Se ne era discusso durante l’ultima seduta di Gran Consiglio a fine giugno: per le detenute si sta trovando una soluzione all’interno della Stampa. È lo stesso Consigliere di Stato Norman Gobbi a spiegarci la soluzione trovata. “Il numero di donne dietro le sbarre, purtroppo, è aumentato in questi anni. Ciò ha posto dei problemi al nostro Cantone, anche perché le Strutture carcerarie cantonali hanno sempre un tasso di occupazione assai elevato, vista la posizione geografica del Ticino che confina con l’Italia. Il fatto che ci siano donne in esecuzione di pena richiede soluzione flessibili. Sinora, oltre ad appoggiarci a carceri femminili in altri Cantoni, alcune detenute erano accolte alla Farera, ossia il carcere di chi è in attesa di giudizio. La soluzione verrà trovata all’interno della Stampa. Saranno create quattro celle dedicate alle donne. Un comparto che si innesterà nel carcere penale maschile, ma che sarà totalmente autosufficiente, quindi impermeabile dal profilo sonoro e visivo, permettendo alle detenute di svolgere le loro attività senza mai entrare in contatto con i detenuti di sesso maschile”, afferma il direttore del Dipartimento delle istituzioni.

Nel recente passato si era parlato di trasformare la struttura al Navaraz di Taverne-Torricelle, già istituto per ragazzi, poi struttura di esecuzione di fine pena, e in seguito utilizzato per uffici cantonali e corsi di polizia. “Un’ipotesi che abbiamo ventilato – precisa Norman Gobbi – ma che si è scontrata anche con la volontà di realizzare in futuro il nuovo carcere penale cantonale. Oggi si propone una soluzione pragmatica, dai costi relativamente contenuti, che consentirebbe alle detenute di svolgere tutte le attività previste all’interno di un carcere. Oltre a seguire una formazione nell’ottica della risocializzazione per evitare il pericolo di recidiva – formazione che non è mai venuta a mancare anche nella situazione attuale – il lavoro nei vari laboratori, così come fanno i detenuti di sesso maschile. Finanziariamente la riconversione dell’ex carcere aperto di Taverne-Torricella quale sezione di un carcere femminile non è più praticabile”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.