Sicurezza: il casellario ha fatto centro 201 volte

Sicurezza: il casellario ha fatto centro 201 volte

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 25 maggio 2018 del Corriere del Ticino

Ecco l’impatto della misura per il rilascio dei permessi di dimora e per frontalieri a tre anni dalla sua introduzione Negli ultimi dodici mesi le decisioni negative sono salite di 82 unità – Thomas Ferrari: «Stiamo rimediando ai ritardi»

Sono trascorsi poco più di 3 anni dall’introduzione, in Ticino, dell’obbligo di presentazione del casellario giudiziale per il rilascio o il rinnovo di permessi di dimora (B) o per frontalieri (G). La misura, voluta dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi nell’aprile del 2015, è stata periodicamente al centro di discussioni e tensioni, in particolar modo sull’asse Berna-Roma. Lo scorso anno il Consiglio di Stato ha annunciato che sarà abolita una volta ratificato il nuovo accordo fiscale sull’imposizione dei frontalieri. Il provvedimento, visti anche i rallentamenti sul fronte italiano, è però tutt’ora in vigore. Con le domande di nuovi permessi, sono in tal senso cresciute anche le decisioni negative della Sezione della popolazione a fronte di condanne o procedimenti penali pendenti scovati proprio grazie al filtro del casellario. Sì perché il numero totale di persone a cui è stato negato il permesso da aprile 2015 al 31 marzo 2018 è salito a 201. Ossia 82 in più rispetto a un anno fa e 40 in più a fronte del dato di fine luglio 2017. In media negli ultimi 12 mesi l’autorità cantonale ha bloccato 6,8 permessi al mese. Detto questo, le decisioni negative incidono in minima parte sul totale dei casi trattati. Su 73.579 domande esaminate dalla Sezione della popolazione, in 73.062 occasioni la procedura si è infatti conclusa con il rilascio o il rinnovo del permesso. A essere valutati nel dettaglio alla luce di elementi di natura penale emersi sono per contro stati 517 casi, dai quali come detto sono sfociati i 201 divieti di presenza sul nostro territorio.
Ma come stanno reagendo i numerosi frontalieri a fronte del mantenimento di una misura originariamente straordinaria alla quale è inoltre stata affiancata la nuova prassi dell’Ufficio della migrazione, con l’obbligo di recarsi nei posti di gendarmeria per ottenere un permesso G? «Uno dei primi benefici della riorganizzazione è sicuramente il fatto che i nostri utenti non devono più recarsi allo sportello per depositare le domande» spiega in merito il capo della Sezione della popolazione Thomas Ferrari. Per poi precisare: «Nei casi in cui è necessario un incontro con l’autorità, la persona straniera è ricevuta su appuntamento e non deve pertanto più sobbarcarsi le lunghe code agli sportelli alle quali eravamo abituati in passato. Le nuove procedure hanno lo scopo di migliorare l’efficienza nella trattazione delle pratiche mantenendo alti gli standard di controllo». Da qui un primo bilancio che Ferrari giudica positivo: «Da dicembre dello scorso anno – ovvero da quando la nuova impostazione è entrata a pieno regime – non abbiamo più accumulato ritardi sulle nuove richieste di permessi di dimora. Siamo uno dei servizi maggiormente sollecitati dall’utenza e le cifre lo confermano. Basti pensare che lo scorso anno abbiamo ricevuto quasi 145mila pratiche e abbiamo emesso 75mila decisioni formali. Negli scorsi anni abbiamo accumulato dei ritardi ai quali stiamo cercando di porre rimedio».

 

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