UDC «Noi non cambiamo idea sulla civica»

UDC «Noi non cambiamo idea sulla civica»

Dal Corriere del Ticino | Sostegno unanime alla modifica della legge in votazione il 24 settembre – Le frecciatine a PS, PPD e PLR Marchesi: «Su Prima i nostri ci vuole la volontà di tutti» – Gobbi: «Le scelte partono da chi comanda»

È tortuosa la strada che porta al ristorante Castagno di Mugena, luogo eletto dall’UDC per il proprio Comitato cantonale. Chissà, forse è proprio per non affrontare le numerose curve che a partecipare è stata una ventina di persone. «Non tantissime considerando i 60 membri», ha rimarcato il presidente dell’UDC Piero Marchesi . A rispondere all’invito c’era anche un «outsider»: il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi , che possiede ancora la tessera del partito. «Con Gobbi abbiamo un buon rapporto, è il consigliere di Stato più vicino all’UDC. Porta avanti i nostri valori», ci ha risposto Marchesi quando l’abbiamo sollecitato sulla presenza del politico di via Monte Boglia. Valori che passano anche attraverso i temi all’ordine del giorno: la modifica della legge sulla civica in votazione il 24 settembre e l’applicazione dell’iniziativa popolare Prima i nostri. Sul primo punto Marchesi ha lanciato un appello: «Vorrei che il nostro partito dimostri che non cambia idea rispetto a quanto portato avanti in Parlamento, votando in modo chiaro e compatto il sostegno alla legge sull’insegnamento della civica, contrariamente a quanto hanno fatto gli altri partiti: il PS, il PPD e il PLR che si sono rimangiati la parola. Trovo non sia stato rispettoso nei confronti del lavoro dei loro rappresentanti in Gran Consiglio».

A prendere la parola è stato anche Gobbi: «In tante persone mi hanno chiesto perché un consigliere di Stato si è schierato. È importante che Lega e UDC confermino le proprie posizioni a difesa dei valori tradizionali. La democrazia diretta è uno strumento fondamentale, ma bisogna conoscerlo. Per formare cittadini liberi è importante che siano consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri». Per dovere di cronaca, occorre ricordare che il Governo non ha preso posizione lasciando libertà di voto ai suoi membri. Alla fine, con 23 sì, il sostegno all’iniziativa è stato unanime. Il partito ha anche deciso di sostenere l’altro oggetto cantonale in votazione, il controprogetto all’iniziativa popolare della VPOD «Uno per tutti, tutti per uno».

Sul banco c’era però anche un altro tema al centro del dibattito politico ticinese, l’applicazione dell’iniziativa popolare Prima i nostri. Marchesi ha ribadito che «i margini per applicare l’iniziativa ci sono, come c’erano per il 9 febbraio. Prima i nostri può essere applicato attraverso la soluzione proposta dall’UDC». E Marchesi ha colto anche l’occasione per «tirare le orecchie alla maggioranza del Consiglio di Stato quando dice che Prima i nostri non può essere applicata al settore privato. I presenti sono esclusi perché so che Gobbi la pensa in modo diverso». Ora la palla è in mano al Gran Consiglio: «Spero che i parlamentari si mettano una mano sulla coscienza, resto fiducioso ma manca un anno e mezzo alle votazioni cantonali e questo inciderà in modo negativo sull’applicazione dell’iniziativa». Chiamato in causa, il direttore del Dipartimento delle istituzioni ha fatto qualche precisazione: «Le scelte partono da chi comanda e nel caso del mio Dipartimento Prima i nostri viene applicata. L’ambito di manovra c’è nelle assunzioni e nell’ambito dell’attribuzione dei mandati». «Ci vuole la volontà di tutti», ha voluto sottolineare Marchesi, «ma finora in Governo non c’è stata».

Anche i Giovani UDC, in una nota stampa, hanno dato le proprie indicazioni di voto. Sugli oggetti cantonali, hanno deciso di sostenere legge sulla civica, mentre lasciano libertà di voto sul controprogetto «Uno per tutti, tutti per uno» a causa della «poca chiarezza del testo costituzionale in votazione e delle lacunose spiegazioni sull’opuscolo informativo». I giovani dell’UDC invitano poi ad approvare il decreto federale sulla sicurezza alimentare e a respingere i due oggetti concernenti la revisione del sistema pensionistico.

(Articolo di Michelle Cappelletti)

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