Bufera nella Lega Nord, la reazione di Norman Gobbi

Bufera nella Lega Nord, la reazione di Norman Gobbi

«Ci dispiace molto per il Senatur ma la Lega dei Ticinesi aveva già puntato su Maroni». Sulla tempesta che sta travolgendo la Lega Nord con le dimissioni «irrevoca­bili » di Umberto Bossi dalla carica di se­gretario federale, e le gravi conseguenze interne al movimento, abbiamo chiesto qualche considerazione al consigliere di Stato Norman Gobbi tra i più attenti al­l’interno della Lega dei Ticinesi alle vi­cende dell’area insubre e alle dinamiche interne al Carroccio.

«Ovviamente – esor­disce Gobbi – quanto sta accadendo non farà sicuramente bene alla Lega Nord an­che se occorre rilevare che già da tempo la base leghista si sta riorientando e ri­compattando intorno alla figura di Ro­berto Maroni che mi sembra assoluta­mente estraneo a tutta questa spiacevo­le situazione. Si tratta di una grave scon­fitta politica del cosiddetto “cerchio ma­gico” bossiano che tra l’altro aveva cer­cato di coinvolgere anche la mia perso­na in nome dei miei interessi culturali e di amicizia con alcuni appartenenti al movimento leghista. Personalmente pos­so dire che ci dispiace molto per quan­to sta accadendo ad Umberto Bossi, me­no per gli altri. Per quanto mi riguarda, ma anche per quanto concerne la Lega dei Ticinesi, abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto personale con Maroni, il recente incontro di Giuliano Bignasca con quest’ultimo lo dimostra in modo lampante, e avevamo capito che presto o tardi il timone della Lega Nord sareb­be finito nelle sue mani. L’importante è che lo spirito che ha guidato il movimen­to leghista in questi vent’anni ritrovi quanto prima nuovo vigore e nuova lin­fa e, soprattutto, quella trasparenza e cor­rettezza nell’azione politica che l’aveva sempre contraddistinta ma che negli ul­timi anni, a causa della presenza discu­tibile del “cerchio magico” era via via an­data persa. Dal punto di vista umano de­vo riconoscere (e con me concorda an­che Giuliano Bignasca) che questo col­po di scena, per le ragioni piuttosto tri­sti e sgradevoli che lo hanno provocato, è senz’altro il peggior modo in cui un personaggio del calibro di Umberto Bos­si poteva lasciare la sua carica. Dal no­stro punto di vista ticinese comunque non penso che nei confronti di Roma o della vicina Lombardia possa cambiare alcunché dopo le dimissioni del leader del Carroccio. La vera svolta si avrà solo con la prossima tornata elettorale, quan­do sarà fondamentale che i rispettivi par­tner sul territorio riconoscano l’impor­tanza della collaborazione transfronta­liera e soprattutto della normalizzazio­ne dei rapporti a livello nazionale tra Sviz­zera ed Italia». AIR

 

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