Italia da evitare fino a luglio

Italia da evitare fino a luglio

Da www.rsi.ch/news

La Confederazione sconsiglia i viaggi in Italia fino al 6 luglio. Possibili misure per chi si reca e torna dalla vicina Penisola dopo il 3 giugno

La Confederazione ha sconsigliato i viaggi in Italia finché i confini saranno chiusi, ovvero fino al 6 luglio. Lo ha dichiarato Karin Keller-Sutter, capa del Dipartimento federale di giustizia e polizia, durante la conferenza stampa di mercoledì a Berna. Sebbene l’Italia, come previsto, riaprirà le frontiere il 3 giugno, il Consiglio federale “osserverà la situazione”, ha aggiunto la ministra, precisando che potrebbero essere prese delle misure per chi si reca nella vicina Penisola, come riempire un formulario o esibire un certificato medico. Ma al momento non è stata presa una decisione.
La scelta si allinea così alle preoccupazioni già manifestate dalle autorità ticinesi negli scorsi giorni quando avevano definito “prematura” la riapertura delle frontiere il prossimo 3 giugno. Nelle prossime settimane il Ticino sarà coinvolto nelle discussioni e nella decisione finale.
“Questa road-map potrebbe essere ridiscussa nelle prossime settimane a seguito di un’evoluzione dell’epidemia sui territori nazionali”, ha detto il presidente del Governo Norman Gobbi ai microfoni della RSI. “Comunque deve essere organizzata e proporzionale, tutelando anche quegli aspetti che mi permetto di dire positivi di questa chiusura, per esempio il fatto che determinate attività non ammesse o non dichiarate nel nostro territorio da parte dei ‘padroncini’ italiani le abbiamo potute sconfiggere a tutela dell’economia ma anche della socialità locale”.
Il 3 giugno, sebbene non vi sia ancora libertà di movimento tra regione e regione, l’Italia abolirà unilateralmente i controlli ai confini. Un cittadino svizzero potrà quindi oltrepassare la frontiera? “A questo stadio non possiamo rispondere con compiutezza”, risponde Gobbi”, perché la situazione non è chiara. Evidentemente i ticinesi potranno andarci ma dovrà essere valutato l’aspetto del rischio una volta tornati sul nostro territorio. Abbiamo chiesto all’autorità federale di verificare quale tipo di controlli sanitari si potranno e vorranno fare effettivamente ai confini, visto che la legge sulle epidemie lo prevede”.

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