La sicurezza per l’URC è a pieno regime

La sicurezza per l’URC è a pieno regime

Alla CECAL tutto è pronto per la conferenza sull’Ucraina

Manca ormai pochissimo alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (URC), evento che avrà luogo a Lugano e che ha messo in moto una grande operazione per poterne garantire la sicurezza, operazione gestita dalla Centrale comune d’allarme (CECAL).

Un impegno condiviso
Il dispositivo di sicurezza è suddiviso in più stanze, definite cellule, all’interno delle quali lavorano i rappresentanti dei diversi corpi di polizia. Un grande impegno organizzativo, come ci riferisce il tenente colonnello Lorenzo Hutter. “È un compito in costante mutamento, e una delle sfide principali è coordinare le diverse forze (polizia, esercito e dogane, ndr), anche perché non si trovano tutte nello stesso posto ma sono sparse per la Svizzera.”

Lugano sotto controllo
All’interno della cellula dove viene gestita l’intelligence sembra un po’ di trovarsi sul set di un film, con sistemi di sorveglianza all’avanguardia e monitor che mostrano le parti della città sorvegliate dalle telecamere.
“Questa cellula la chiamiamo P2,” riferisce Hutter “ed è la cellula preposta alla raccolta di informazioni, sia locali che dall’esterno, che poi ci vengono trasmesse per eventualmente cambiare il nostro dispositivo. In ogni caso il servizio ordinario della polizia rimane una nostra priorità, e per garantirlo abbiamo disposto una cellula straordinaria rispetto allo standard.”

Presente anche l’esercito
A garantire la sicurezza dell’evento è presente anche l’esercito svizzero, con circa 1500 militi.
“Un compito al quale siamo già abituati.” ha dichiarato il divisionario Lucas Caduff “Tra i nostri compiti vi sono in primis la protezione dello spazio aereo, compito che svolgiamo insieme all’Italia data la vicinanza.”
“Tra gli altri obiettivi vi sono anche la protezione di luoghi e oggetti, nonché il supporto alla polizia mediante distaccamenti speciali, e garantire la sicurezza alle persone e ai mezzi durante i trasporti” ha concluso Caduff.

Da www.ticinonews.ch

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La polizia si prepara alla conferenza sull’Ucraina
Tutto pronto alla centrale comune d’allarme di Bellinzona per coordinare il lavoro delle forze dell’ordine impiegate a Lugano – Occhi puntati su manifestazioni e possibili atti di sabotaggio

Alla centrale comune d’allarme di Bellinzona è tutto pronto per monitorare e coordinare le forze dell’ordine dispiegate in occasione della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, prevista a Lugano lunedì e martedì. Oggi, sabato, durante un incontro con la stampa, sono stati date alcune informazioni sul dispositivo di controllo, ma senza troppo svelare in merito al numero effettivo di forze della polizia cantonale, comunale e – in parte minore – di quella federale.
La sala più importante, qui, è il centro operativo tattico, chiamato TOC, dove una ventina di persone coordinano il tutto. “L’obiettivo è avere i responsabili delle varie cellule in un luogo dove è possibile coordinare tutta l’attività – spiega Lorenzo Hutter, sostituto comandante della polizia cantonale ticinese –. Il concetto di stato maggiore è questo: avere un posto per coordinare le attività che si svolgono all’esterno”.
Si tratta di un’organizzazione alquanto particolare e per la quale la polizia cantonale ed esercito possono prendere ispirazione da eventi passati come il WEF a Davos oppure l’inaugurazione del tunnel ferroviario del Gottardo nel 2016.
La conferenza ha destato qualche malumore e si prevede quindi di monitorare anche le proteste. “Le autorizzazioni soggiacciono alle autorità comunali – spiega Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale –, evidentemente lo stato maggiore valuta l’impatto che possono avere sullo svolgimento delle attività e pone laddove necessario dei rimedi. Il diritto all’espressione delle proprie idee non viene assolutamente minato, ma è chiaro che tutto si deve conciliare con un un’organizzazione che è abbastanza complicata”.

Presente anche l’esercito
In questa operazione ci sono anche le forze militari, per ora sono un migliaio i militi dispiegati. Il divisionario Lucas Caduff gestisce le operazioni; ai microfoni della RSI spiega: “Le minacce riguardano eventuali disturbi, atti di sabotaggio, disturbi sul terreno ma anche via internet”.
È da ottobre che il dispositivo è stato programmato. Oggi è parzialmente operativo, da domani, quando arriverà il primo ministro e la delegazione ucraina lo sarà completamente.

Da www.rsi.ch/news