Le riaperture decise da Berna lasciano dubbi

Le riaperture decise da Berna lasciano dubbi

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 29 maggio 2020 del Corriere del Ticino

Gobbi: «Non tutte le scelte sono lineari»
De Rosa: «Preferivo cautela»
Nessuna chiarezza sui ricongiungimenti

All’indomani della notizia dei grandi allentamenti di inizio giugno decisi dal Consiglio federale, il governo ticinese ha voluto prendere posizione. La comunicazione è stata presa positivamente, sì, eppure non mancano alcune zone d’ombra. «Visti i dati sanitari siamo soddisfatti, dopo molti giorni bui questo raggio di sole scalda l’anima e ci permette di guardare con maggiore positività all’estate» il commento di Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, durante l’infopoint a Bellinzona. «Dal 4 maggio siamo allineati alle disposizioni federali che stanno vivendo una rapida evoluzione, soprattutto per quanto riguarda le aperture. Ma non tutte le decisioni di Berna sono lineari». Le autorità mettono l’accento sugli assembramenti: l’asticella è stata alzata fino a un massimo di 30 persone, 300 per quanto riguarda le manifestazioni. Ancora Gobbi: «Cambia tutto a partire dal 30 maggio, ma le accortezze sono le solite. Il virus non è svanito, nella fase acuta della crisi i cittadini hanno dato prova di grande responsabilità e hanno dato fiducia alle autorità rispettando le normative. Ora in questa terza fase sono le autorità che devono dare fiducia ai cittadini affidandosi ai loro comportamento individuale e collettivo».

Misure di distanziamento sociale e di igiene devono dunque essere sempre al centro delle attenzioni dei cittadini. Intanto, nonostante la situazione a livello nazionale passerà da «straordinaria» a «particolare», il Consiglio di stato manterrà almeno fino al 30 giugno lo stato di necessità in Ticino. Poi, il nuovo slogan della fase 3: «Distanti ma vicini, proteggiamoci ancora». La parola è quindi passata al direttore del DSS Raffaele De Rosa. «I dati sui nuovi contagi continuano a rimanere incoraggianti anche a fronte delle nuove aperture, però dobbiamo essere molto prudenti. Il Consiglio federale mercoledì ha cambiato il registro della situazione, ma preferivo quando Berna si appellava alla modestia e alla cautela».

Per quanto riguarda il tema delle frontiere, ancora non ci sono chiarimenti circa i ricongiungimenti familiari in Italia. «La situazione non è chiara» dice Gobbi. «C’è una discussione interna all’Italia che non ha ancora ripristinato gli spostamenti tra Regioni. Dobbiamo attendere le decisioni sul lato italiano e le discussioni della prossima settimana». Ma dal 3 giugno, quando riaprirà l’Italia, i cittadini ticinesi potranno andare a Como o Milano? «Non c’è la base legale per vietare l’uscita dei nostri cittadini» chiarisce il presidente del governo. «Ma le condizioni di rientro potranno essere differenti in base alla situazione epidemiologica. Chi rientra potrebbe ad esempio dover fare la quarantena»

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Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 28 maggio 2020 de Il Quotidiano

Un’estate all’insegna dei controlli

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