‘Formula più equa’ ma sale il gettito totale

‘Formula più equa’ ma sale il gettito totale

Alla voce entrate anche il calcolo che considera, oltre alle emissioni, peso e potenza del veicolo. L’incasso globale di 91,5 milioni, tira però aria di referendum

Una nuova formula di calcolo «più equa» per stabilire l’imposta di circolazione a partire dal 2024. È quanto ha presentato il Consiglio di Stato, che conta di incassare da questa voce di spesa 91,5 milioni di franchi il prossimo anno. I 9,5 milioni in più rispetto al 2023 sono inoltre inseriti tra le misure di riequilibrio finanziario. Una delle poche voci di ‘entrata’. «Vogliamo stabilizzare la formula, togliendo le disparità di trattamento che sussistono con il calcolo attuale», afferma Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni (Di). Il messaggio sarà ora sottoposto al Gran Consiglio e «mira a trovare una soluzione che possa durare nel corso degli anni». Per il 2023 infatti, al termine di un lungo valzer politico, si era arrivati a un Decreto legislativo urgente della durata di un anno. «Un decreto – ricorda Gobbi – necessario per scongiurare le conseguenze negative non previste e non volute dall’iniziativa e dal testo conforme messo in votazione popolare». Un calcolo, quello del 2023, più complesso e articolato che genera alle casse del Cantone entrate per circa 82 milioni di franchi. È inoltre in vigore anche una moratoria annuale per i veicoli immatricolati prima del 2009, che il governo suggerisce di non rinnovare, come invece chiede un’iniziativa parlamentare del Centro. Un aumento delle entrate per le casse pubbliche attraverso le imposte di circolazione che il direttore del Di spiega così: «È l’ammontare indicato nell’opuscolo informativo che accompagnava il voto popolare, e quindi approvato dai cittadini».

Un coefficiente cantonale per regolare il gettito
In ogni caso l’ultima parola spetta al parlamento, che avrà la possibilità di pilotare le entrate finali modificando il ‘coefficiente cantonale K’, un nuovo elemento inserito all’interno della nuova formula. Il calcolo tiene inoltre conto della massa a vuoto del veicolo, della potenza e, ovviamente delle emissioni di CO2 tramite il vettore energetico. «Sono valori caratteristici che non rischiano di variare nel tempo e che sono facilmente consultabili», spiega Elia Arrigoni , capo della Sezione della circolazione. «Considerare i fattori di massa e potenza permette di rendere stabile nel tempo il gettito dell’imposta, visto che sono valori costanti». Le emissioni, come è stato spiegato, dipendono invece dai cicli di omologazione. Un problema che è all’origine delle disparità presenti quest’anno. «Non cambia il risultato, ovvero un’imposta più giusta ed equa, ma solo il metodo di calcolo». Tornando al gettito complessivo, questo «deve coprire i costi delle infrastrutture stradali, come prevede la legge. La media dei costi annui sostenuti – precisa Gobbi – negli ultimi sette anni ha superato i 106 milioni di franchi».

Meno differenze tra elettrico e benzina
Durante l’incontro con i media è stata illustrata anche una serie di esempi concreti: una Fiat Punto del 2005 pagherà meno dell’imposta attuale (ovvero la moratoria) e di quello che prevederebbe la formula votata. Questo poiché si prenderebbero in considerazione peso e potenza. Una Tesla del 2021 vedrebbe invece raddoppiare la propria imposta, che sarebbe però comunque inferiore alla media intercantonale. «Nessun vettore (elettrico o a benzina, ndr) sarà palesemente favorito o sfavorito – dice Arrigoni –. Le auto elettriche pesanti e potenti pagheranno un’imposta di circolazione più elevata rispetto alle auto elettriche piccole ed economiche. Insomma, a veicoli con caratteristiche simili verranno applicate imposte di circolazione coerenti e analoghe».

Presente alla conferenza stampa – in qualità di attento spettatore – anche Fiorenzo Dadò, ‘padre insieme al collega del Centro Marco Passalia, dell’iniziativa popolare ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’ depositata nel 2017. Iniziativa che aveva raccolto oltre 12mila firme (ne bastavano 7mila) ed è stata accolta dal popolo lo scorso 30 ottobre con il 60,3% dei consensi. «In diciassette anni che faccio politica cantonale non ho mai visto che venisse disattesa in questo modo la volontà popolare. Il popolo ha deciso chiaramente e questo cambio di rotta ci sorprende». È perentorio il presidente cantonale del Centro. E continua: «L’aumento di 10 milioni dell’imposta di circolazione per noi è inaccettabile». Con il nuovo messaggio il Gran Consiglio avrà comunque l’ultima parola sulle eventuali modifiche del ‘coefficiente cantonale K’. «Non è nulla di nuovo – ribatte Dadò –. Che il parlamento avesse voce in capitolo era già previsto dall’iniziativa». La palla passa dunque di nuovo alla Commissione e poi al Gran Consiglio. «Noi confidiamo nel buon senso dei partiti – afferma il granconsigliere – di rispettare la volontà popolare». Ma avverte: «Se il parlamento dovesse aderire a questo messaggio, è verosimile che ci sarà un referendum». Contraria “alla prospettiva di un aumento delle entrate cantonali tramite imposte di circolazione” si è detta anche la Lega, movimento del direttore del Di Norman Gobbi.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 19 ottobre 2023 de La Regione

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«Una nuova formula più equa»

«Non cambia il risultato, ma solo il metodo di calcolo». Presentata ieri la modifica della “Legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore” approvata dal Governo. «Quella attualmente in vigore ha i suoi limiti – ha commentato il direttore del DI Norman Gobbi – inoltre, ha validità solo per il 2023 perché introdotta da un decreto legislativo urgente. Il gruppo di lavoro per la nuova imposta aveva fra i suoi obiettivi il rispetto della volontà popolare ed evitare una disparità di trattamento».
Come spiegato dal capo della Sezione della circolazione Elia Arrigoni, il nuovo sistema è stato predisposto dopo aver «raccolto e analizzato i dati del parco veicoli ticinese, valutate le
criticità e coinvolti gli specialisti». L’obiettivo è raggiungere «la stabilità negli anni e la parità di trattamento».
Il risultato è una formula che tiene conto della “massa a vuoto” e della potenza, oltre a un coefficiente cantonale K. La palla passerà al Parlamento.

Da www.20minuti.ch

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Un nuovo calcolo per l’imposta di circolazione

Nel messaggio sul preventivo è scritto chiaro e tondo: «Il Governo presenterà a breve una proposta per una revisione del calcolo dell’imposta di circolazione». L’importo di incasso previsto? 91,5 milioni di franchi pari, a mente dell’Esecutivo, a quello votato un anno fa dal popolo ticinese. Detto, fatto: poche ore dopo le comunicazioni sulla dolorosa manovra di rientro, l’Esecutivo ha illustrato una nuova formula per calcolare l’imposta.

La soluzione
Già, ma perché dopo meno di 12 mesi dal voto bisogna scrivere un nuovo capitolo nella storia «infinita» di questa imposta? È Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, a chiarirlo. «Questa ulteriore modifica stabilizza la formula attualmente in vigore, che ha mostrato i suoi limiti». Una formula, della validità di un anno (per il 2023), resasi necessaria da un decreto urgente seguito alla votazione popolare. Il tutto per evitare le disparità di trattamento svantaggiose per i veicoli più moderni e più ecologici, causate dai differenti cicli di omologazione impiegati (ricorderete le lunghissime discussioni sui cicli WLTP e NEDC). «Senza questa modifica di legge, entrerà in vigore la formula conforme che enfatizzerà gli effetti negativi» delle disparità di trattamento, ricorda il Governo. Di qui la necessità di trovare il modo di riequilibrare il calcolo e, soprattutto, di renderlo equo. La soluzione trovata, di concerto con UPSA, TCS, ACS e CarrosserieSuisse, tiene conto della massa a vuoto del veicolo, della sua potenza e delle emissioni di CO2. A questi fattori viene applicato un coefficiente (chiamato «K») che sarà di competenza della politica, dunque del Gran Consiglio. «Così facendo si supera l’aspetto di vetustà, applicando parametri generali per tutto il parco veicoli ticinese», nota ancora Gobbi. «Il coefficiente K dà la responsabilità al Parlamento di decidere qual è il gettito totale», rileva da parte sua Elia Arrigoni, Capo della Sezione della circolazione. «La formula sarà equa e corretta per ogni genere di veicolo, mentre il gettito generato spetterà alla politica». Secondo il Governo, la nuova base di calcolo offre numerosi vantaggi. I valori caratteristici non rischiano di variare nel tempo, sono facilmente reperibili, mentre i valori di massa e potenza rendono stabile il gettito nel tempo. Inoltre, nessun vettore energetico viene favorito o sfavorito, mentre le auto elettriche verranno comunque avvantaggiate dal calcolo complessivo. Con delle differenze: «Se ho un’auto elettrica piccola e leggera, pagherò meno rispetto a chi ha un modello grande e pesante», chiarisce Arrigoni. «Al momento il fattore K è stato fissato a 1,13, in modo da rispondere a quanto votato dal popolo che prevedeva un prelievo di 91,5 milioni di franchi nel 2024», aggiunge Gobbi. Toccherà come detto al Parlamento stabilire il coefficiente, «per decidere quanto sarà il prelievo tenendo conto di una visione globale. È anche compito del Gran Consiglio, non solo del Governo, avere una visione d’insieme». Infine, nel messaggio, il Governo ha chiesto al Legislativo di respingere l’iniziativa parlamentare del Centro, che vuole prorogare la moratoria prevista nel decreto legislativo urgente per i possessori di veicoli immatricolati prima del 2009.

Tutto bene? Non proprio
Tutto bene? Non proprio. Anzi. Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, non ci sta. «La prima criticità è il prelievo di 10 milioni di franchi in più rispetto a quello attuale», dice. «A un anno dalla votazione, non possiamo lasciar passare un aumento dell’imposta a tutti i ticinesi. Il nuovo calcolo andrà valutato, ma dovrà rispettare quanto deciso dai cittadini. La nostra iniziativa? Volevamo preservare le fasce meno abbienti e gli anziani. Confidiamo nel buon senso di tutti i partiti in Parlamento: che nessuno alzi l’imposta di circolazione ai ticinesi. In caso contrario, siamo pronti al referendum». Il Centro avrà sicuramente un alleato: la Lega, infatti, «si batterà per ottenere l’abbassamento del calcolo che determina l’imposta di circolazione nell’ambito della nuova formula», scrive il movimento di via Monte Boglia in un comunicato. La battaglia è assicurata.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 19 ottobre 2023 del Corriere del Ticino

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https://www.rsi.ch/play/tv/il-quotidiano/video/il-quotidiano?urn=urn:rsi:video:1897312

Servizio all’interno dell’edizione di mercoledì 18 ottobre 2023 de Il Quotidiano